La Space Force sceglie Boeing per rinnovare la sua costellazione satellitare. I dettagli
- Postato il 4 luglio 2025
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- Di Formiche
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La Space Force degli Stati Uniti ha affidato a Boeing un contratto da 2,8 miliardi di dollari per lo sviluppo e la produzione iniziale di due satelliti nell’ambito del programma Ess (Evolved strategic satellite communications), con opzioni per due unità aggiuntive. Si tratta del primo passo per sostituire la vecchia costellazione Aehf (Advanced extremely high frequency) con sistemi più resilienti, capaci di garantire comunicazioni sicure anche in scenari ad alta minaccia. Così la Space Force continua a consolidare la propria rete satellitare per garantire copertura globale, resilienza agli attacchi e interoperabilità con le altre branche delle Forze armate.
Boeing è riuscita a superare l’offerta di Northrop Grumman grazie a una proposta tecnica che ha puntato tutto sulla resistenza alle interferenze cyber e sulle capacità anti-jam, oltre a supportare comunicazioni persistenti in orbita geo-stazionaria. Il primo satellite dovrà essere operativo entro il 2031-33, secondo le tempistiche contrattuali. La divisione Defense, space & security di Boeing ha infatti alle spalle una lunga tradizione nel settore Satcom (come dimostra la costellazione Wgs).
Contestualmente, la Space Force ha annunciato la cancellazione del programma PTS‑R (Protected Tactical Satcom – Resilient), in favore di un approccio alternativo, modulare e incrementale per le capacità Satcom, meglio gestibile in termini di tempi e costi. L’obiettivo è snellire la burocrazia, abbassare i rischi tecnici e finanziare soluzioni anti-jam già esistenti, come il Protected Tactical Waveform.
Quanto alle implicazioni strategiche, se da un lato un sistema Ess robusto può rafforzare la deterrenza nucleare e la resilienza delle reti di comando, dall’altro la modularità voluta con la cancellazione di PTS‑R riflette la lezione appresa dopo ritardi e cost overrun in altri programmi. Inoltre, estendere l’architettura Satcom al Polo Nord suggerisce una preoccupazione per il teatro artico, dove le linee di comunicazione sono più vulnerabili.
Restano da chiarire i dettagli sugli eventuali satelliti aggiuntivi, i costi complessivi del programma Ess (stimati in circa 12 miliardi) e il piano di lancio, che richiederà coordinamento con i provider commerciali o federali, come Ula e SpaceX .