La Serie A sembra una puntata di techetechetè

  • Postato il 25 agosto 2025
  • Di Il Foglio
  • 1 Visualizzazioni
La Serie A sembra una puntata di techetechetè

Le barre del rap suburbano per spiegare una Premier League di cash e campioni black, mentre bagliori latin dance di tarda estate individuano la Liga spagnola, e la più asettica techno minimale sta bene addosso al campionato arabo, ancora artificiale e impersonale. Ma come suona la Serie A?

Almeno per oggi, col ritorno a casa di Ciro Immobile, Edin Džeko, Federico Bernardeschi e l’insperato esordio di Luka Modrić (manca solo Lorenzo Insigne, ma non è detto di qui a gennaio), non possono che essere brani vintage dalle radio di provincia, più techetechetè che Tik Tok.

Di nuovo ci sono gli arbitri che spiegano la decisione presa dal Var, rallentando ancor più i tempi dell’esultanza: e da quanto visto in riva al lago, il rischio di populismo non viene smorzato - anzi - dalla ieratica enunciazione della giacchetta nera Manganiello (o tempora), all’anagrafe Gianluca.

Come un volume a capitoli, il torneo inizia alla stessa guisa della fine precedente: dominano uno scarto del Manchester United (quindicesimo a primavera) e il miglior esubero - per anzianità, vedi sopra - del City. Da soli, Scott McTominay e Kevin de Bruyne possono prendersi ancora la scena.

       

Tra Mina (per la vicenda di Ademola Lookman) e il napoletano Eduardo de Crescenzo, il deejay della massima serie sfuma “Ancora” in due effluenti: “Adesso tu” per l’inedito belga, a dare un senso ai sogni azzurri di Champions League. E “Ancora tu” per lo scozzese, fraterno volto noto.

        

 

     

Perché comincia a essere chiaro che, di questo andazzo, tra l’efficace 4-1-4-1 e le varianti tattiche chiamate David Neres, Noa Lang, il centravanti avventizio in annunciazione, Lucca o non Lukaku, il decollo partenopeo in classifica arriverà ben prima di Natale. E sarà “in gestione”, stile Allegri.

A proposito di Massimiliano (ma non dovevamo vederci più?), il non raro Morricone pop cade a fagiolo per ricordargli come la “sveglia” presa dalla Cremonese sia “Meglio stasera” che domani, o mai: dalla conclusione del mercato alla sosta per le Nazionali, avrà il tempo per lavorarci.

       

Tutto vecchio, tutto già visto, tutto remake? Non proprio. I due assist di Kenan Yıldız per la vittoria bianconera dicono che -in attesa dell’Inter- è lui lo sfidante dei due assi napoletani: “L’uomo d’oro” tutto per la Signora Juve, la quale si guarda in giro ma vorrebbe non avesse problemi mai.

       

Il più grande spettacolo del weekend è però un Como che, quando gli riesce (cioè spesso), gioca come un piccolo Barcelona: Nico Paz interpreta Andrés Iniesta, Lucas da Cunha studia da Xavi Hernández, Maxi Perrone guarda Sergi Busquets, quelli in cui puoi credere.

Con Martin Baturina e Maxence Caqueret, sono loro i “Ragazzi di oggi”: con tutto il mondo davanti, diversi ma tutti uguali, stimoli eccezionali. “Dài, coloriamo questa Serie A: e poi vedrai che ti piacerà”: sì, il gruppo Fabregas è quello che può succedere al torneo per allinearsi al presente.

        

   

Quello che avete letto è Chiave di A - come suona il campionato, l'appuntamento del lunedì con Enrico Veronese e la sua recensione musicale della Serie A

Continua a leggere...

Autore
Il Foglio

Potrebbero anche piacerti