La perfetta leggerezza di Ornella Vanoni, che ci sbatteva in faccia la morte

  • Postato il 23 novembre 2025
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La perfetta leggerezza di Ornella Vanoni, che ci sbatteva in faccia la morte

A Fabio Fazio e al suo Che tempo che fa il merito di averci regalato Ornella Vanoni donna, oltre la cantante, il personaggio. Una donna ironica, elegante. Di leggerezza che plana dall’alto, alla Calvino.


Senza fine
Tu sei un attimo senza fine
Non hai ieri
Non hai domani

Non sarò mai grata abbastanza a Fabio Fazio e al suo Che tempo che fa per avermi regalato Ornella Vanoni, la donna, oltre la cantante, che comunque conoscevo poco, per età, disattenzione, poca attitudine alla musica italiana.

Ornella Vanoni è morta venerdì 21 novembre a 91 anni nella sua casa di Milano.

«Quando muore un personaggio non più giovane spesso l’ultima volta che lo abbiamo visto è in qualche vecchio film o programma tv o lo cerchiamo in qualche antica canzone – ha scritto Roberta Maggio sul suo profilo facebook – Diciamo che ci mancherà ma mancava già da tanto. Ornella invece ci ha fatto compagnia fino all’altro ieri con la sua simpatia, la sua voce bellissima che accompagnava giovani talenti. Raccontava la sua vita piena passata, si mostrava nel presente e credeva nel futuro. Maestre, lei e Rossella O’Hara, a infonderci che domani è un altro giorno. Elegante, ironica, libera». Perfetto. Era tutto questo.

ORNELLA VANONI E FABIO FAZIO

Ornella Vanoni aveva chiamato Fabio Fazio dicendogli che voleva fare televisione. Semplice. Diretto. Come solo lei sapeva essere. E Fazio l’aveva accolta. Per quasi due anni è stata una presenza amatissima nel salotto più educato della televisione italiana. Non era un’ospite qualunque. Era una queen di indiscussa e perfetta eleganza. L’amica sopra le righe. Esuberante con sarcasmo. Quella che inciampa, che finge le gaffe, lo sa e non si scusa. Quella che diceva cose che nessuno osava dire. Che parlava di morte come altri parlano del tempo. E noi la guardavamo. Ridendo. Stringendo gli occhi, stretti stretti. Sbuffando un po’.

LA MORTE E L’ULTIMA OSPITATA A CHE TEMPO CHE FA IL DUE NOVEMBRE

A perfetto coronamento del tutto l’ultima apparizione da Fazio era stata il due novembre. Il giorno dei morti. Se non è tempismo questo. Ornella si era presentata elegantissima in grigio chiaro, con una corona di fiori. L’ironia era perfetta. Crudele. Necessaria.
“Sei in grande forma,” le aveva detto Fazio. “Sembra,” aveva risposto lei. “Sono stata male. Tu mi trovi in forma ma fingo, recito la parte ma sto malissimo”.
Sorrideva mentre lo diceva. Come se la sofferenza fosse solo un dettaglio trascurabile e il dolore non meritasse troppa attenzione.
Aveva scherzato sulle bare colorate che si possono usare come cassapanche “finché non arriva il giorno in cui…” Il pubblico rideva. Lei pure. Ma c’era qualcosa di diverso quella sera. Una stanchezza negli occhi. Una fragilità mai vista prima.
“Ma io nella vita sono una persona seria, ho fatto cose importanti, perché devo far sempre ridere qua?” aveva chiesto scherzando.

ORNELLA VANONI E LA LEGGEREZZA PENSANTE

Fazio le aveva risposto che aveva il dono della leggerezza. Ornella parlava sempre di morte. Sempre. Con quella leggerezza disarmante che era il suo marchio distintivo. Il suo segno. Il graffio neanche troppo gentile. Aveva raccontato di aver chiesto a Paolo Fresu di suonare al suo funerale. “Se muoio prima io canti tu,” le aveva risposto lui. Lei aveva accettato. Aveva scelto il vestito: “È di Dior, fa una bella figura”. La bara: “Deve costare poco perché tanto va bruciata”. Il luogo: “Buttatemi nel mare, quello che vi pare. Mi piacerebbe Venezia però fate come volete”.

Avevo riso allora e anche oggi che quelle scene tornano e ritornano nella perenne e imperitura memoria dei social. Ornella Vanoni ha fatto una cosa terribile con delicata ironia e la leggerezza pensante alla Calvino, quella che plana dall’alto a ricordarci i macigni sul cuore, ci ha ricordato che anche noi moriremo. Che anche per noi un giorno sarà scelto un vestito. Una bara. Un posto dove trovare eterna dimore e forse sparire. Dalla memoria, dai ricordi.

LA LEGGEREZZA COSTRUITA SUL DOLORE

Una leggerezza conquistata la sua, lo si capiva da ogni parola. Costruita sopra anni di dolore. Vanoni aveva parlato senza nascondersi di depressione, dei momenti bui, del senso di colpa verso il figlio, delle difficoltà attraversate. Non fingeva di essere felice. Non mentiva sulla vita. Come quando diceva che un tempo si divertiva sempre perché era sempre ubriaca, quando ha smesso di bere, da sobria tutto è stato meno divertente, meno wow. Così vero.

I FUNERALI

I funerali saranno lunedì 24 novembre a Milano, nella chiesa di San Marco, nel quartiere di Brera, alle ore 15. La camera ardente è al Piccolo Teatro Grassi, dove Ornella aveva iniziato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo. Il cerchio si chiude. Si torna all’inizio. Come in ogni storia che merita di essere raccontata. Paolo Fresu alla fine suonerà. Il vestito di Dior è stato indossato. Le ceneri andranno a Venezia, forse. Tutto come aveva chiesto. Come aveva pianificato. Profetizzato. Scelto. Perfetto.

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