La nuova Red Bull indipendente: una direzione tecnica rinnovata

  • Postato il 20 agosto 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
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Per la Red Bull è ormai chiaro il piano in F1: il traguardo più ambizioso per il nuovo ciclo regolamentare non è soltanto progettare una monoposto competitiva, ma costruire un’identità che non ruoti esclusivamente attorno al talento di Max Verstappen. Il 2026 rappresenta la linea di demarcazione tra un’epoca che si è consumata e una che deve ancora nascere, ed è in quest’ottica che il team ha già iniziato a spostare energie e risorse.

Mekies e la seconda vita della Red Bull

Al momento, ciò che resta di solido nella nuova Red Bull è proprio il talento di Hasselt. Il suo contratto firmato un anno e mezzo fa lo lega alla squadra sino al 2028, non è certo un mistero. Tuttavia non mancano clausole legate al rendimento che potrebbero aprire spiragli di separazione anticipata se i risultati non venissero rispettati. La sua presenza pare imprescindibile per affrontare la fase di transizione con più di sicurezza.

Per fortuna la scuderia austriaca è riuscita a convincere Max a restare. Nessun passaggio di consegne, insomma, con il nuovo ciclo regolamentare che coincide con l’inizio di una nuova era per la squadra di Milton Keynes. Alla guida c’è Laurent Mekies, ex direttore sportivo Ferrari. Il transalpino è chiamato a gestire un gruppo che dovrà imparare a lavorare senza il modello decisionale centralizzato di Christian Horner.

Il target è un approccio più corale, capace di dare voce ai vari reparti e di evitare fratture interne, le ragioni che di fatto hanno portato all’abbandono del manager di Leamington-Spa dopo 20 anni di carriera. La situazione è delicata: il rischio è che la fase di transizione coincida con un periodo di progressivo ridimensionamento. Per questo la dirigenza ha scelto di anticipare il cambio con Mekies che avrà tempo di impostare il futuro per il 2026.

Un team troppo legato a Max?

Il lavoro sulle ultime dieci gare dell’attuale campagna agonistica 2025 non è orientato tanto ai risultati immediati. Quelli non contano più oramai per Red Bull. La squadra sa bene che non ha alcun tipo di chance contro la McLaren e pure la Ferrari, nelle ultime gare, è parsa decisamente più in palla. Proprio per tale ragione risulta davvero più improntante generare basi solide da trasportare nella prossima era.

Si tratta soprattutto di trasferire conoscenze di tipo meccaniche verso il prossimo regolamento. Parliamo degli gli unici dati realmente utili in un contesto normativo del tutto nuovo che entrerà in vigore tra 6 mesi. Per il resto vale la pensa menzionare una questione. Uno dei punti critici da superare riguarda la percezione diffusa di una “Red Bull ostaggio” del suo uomo simbolo.

Da anni il progetto tecnico sembra plasmato sull’olandese, al punto che qualsiasi ipotesi di futuro senza Verstappen viene vista come una condanna. In realtà, la verità è molto lontano da tutto ciò e decisamente meno drastica: nessuna scuderia che partecipa al campionato di Formula 1 progetta un’auto su misura di un singolo pilota. L’intento resta sempre lo stesso: costruire l’auto più veloce possibile.

La non dipendenza da Verstappen

È pur vero, però, che le scelte di sviluppo possono indirizzare un percorso più adatto a un pilota rispetto a un altro. Con le wing car, per fare un esempio, la scuderia pluri premiata ha spinto su una filosofia estrema che solo Max è riuscito a interpretare con continuità, pur tra lamentele frequenti in radio e le varie difficoltà di adattamento nelle prove libere. Per gli altri, quella strada si è rivelata quasi impercorribile.

L’esperienza degli ultimi anni ha reso evidente come la centralità di Max nel progetto Red Bull abbia oscurato i compagni di squadra. Già con Daniel Ricciardo era piuttosto chiaro quale fosse la gerarchia interna, e lo stesso Perez ha sperimentato la durezza di un confronto impari. Nonostante le critiche, tuttavia, il messicano è stato l’unico a garantire un contributo tangibile. Una paio di buone annate prima del tracollo.

Dopo la sua uscita di scena nessun altro è riuscito a sfiorare il rendimento dell’olandese. Ciò malgrado parlare di totale dipendenza dal talento olandese resta un’esagerazione: se è indubbio che gran parte dei successi sia legata alle sue enormi capacità, sarebbe riduttivo sostenere che senza di lui il team non avrebbe chance in futuro. Serve comunque un cambio di rotta per modificare questo paradigma.

Ed è proprio su questo punto che la Red Bull sta lavorando. La finalità mira a fornire una vettura vincente a Verstappen, evitando di aggrapparsi al suo enorme talento solamente per ottenere buoni risultati sporadici. Una “non dipendenza” da Max che, per restare a Milton Keynes ancora diverse stagioni, desidera solo il culo una monoposto competitiva che gli faciliti la vita sportiva.

Autore
Virgilio.it

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