La missione Usa dei bombardieri B2 in Iran. Due decollati dal Missouri per fare da “esche”. 30 missili dai sottomarini

  • Postato il 22 giugno 2025
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Com’è avvenuto operativamente l’attacco degli Usa in Iran che il presidente Donald Trump ha definito un “grande successo“? Nel raid i “protagonisti” sono stati i bombardieri B-2, in grado di trasportare gli ordigni da 13 tonnellate che possono colpire e distruggere strutture sotterranee.

Nel dettaglio, riferiscono Cnn e New York Times, l’attacco sulla centrale nucleare di Fordow è stato portato da 6 bombardieri che hanno sganciato una dozzina di bombe Gbu. Parallelamente, dai sottomarini della marina americana sono stati lanciati circa 30 missili Tomahawk contro gli altri due impianti. Per Fox News, invece, i bombardieri in azione sarebbero stati 3. L’operazione avrebbe coinvolto anche “esche”: i B-2 decollati dal Missouri e arrivati a Guam non avrebbero proseguito il volo verso l’Iran. L’attacco sarebbe stato compiuto da altri velivoli.

I B-2 hanno debuttato nel 1989 e sono stati impiegati per la prima volta in operazioni belliche 10 anni dopo nei Balcani. Recentemente, sono stati utilizzati nei raid contro le basi Houthi in Yemen. Attualmente, gli Usa avrebbero a disposizione 20 apparecchi, ognuno costa circa 2 miliardi di dollari. Sono capaci di volare 6mila miglia nautiche (9.600 chilometri) senza rifornimento e in grado di trasportare sia munizioni convenzionali che nucleari. La possibilità di effettuare rifornimento in volo rende poi l’autonomia dei bombardieri sostanzialmente infinita. L’invisibilità permette ai bombardieri una maggiore libertà d’azione ad alta quota e garantisce un’ampia gittata: caratteristiche determinanti per l’operazione contro i siti nucleari iraniani.

Secondo Fox News, i bombardieri hanno sganciato bombe GBU-57A/B Massive Ordnance Penetrator. L’ordigno soprannominato ‘bunker buster’ per la sua capacità di distruggere strutture sotterranee pesa 13,6 tonnellate e contiene 6 tonnellate di esplosivo, secondo l’analisi di Masao Dahlgren, esperto del Center for Strategic and International Studies Missile Defense Project. La GBU-57, come spiega l’Us Air Force, è progettata per “raggiungere e distruggere le armi di distruzione di massa dei nemici collocate in strutture ben protette”.

La super-bomba è caratterizzata dall’involucro esterno estremamente resistente. Il “guscio” deve sostenere l’impatto e sfruttare il peso per penetrare in profondità. L’esplosivo utilizzato non deve entrare in funzione immediatamente, ma detonare quando la bomba arriva nel sottosuolo. Si calcola che la GBU-57 sia in grado di colpire fino a 60 metri di profondità. Non sarebbe stato garantito, quindi, il risultato in caso di attacco a Fordow con un solo ordigno. Secondo le news sui media americani, però, gli Stati Uniti avrebbero colpito a ripetizione.

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