La mia risposta a chi mi accusa di essere un ‘cattivo maestro’
- Postato il 19 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Un tizio di nome Raffaele Nevi, che non ho il piacere di conoscere personalmente ma che di mestiere risulta faccia nientemeno che il portavoce nazionale di Forza Italia, mi iscrive nel libro nero dei “cattivi maestri” per avere denunciato, insieme ad altri almeno 25 giuristi e avvocati e varie personalità della politica e della cultura, come ad esempio Laura Morante, Moni Ovadia, Luigi De Magistris, Alessandro Di Battista, Maurizio Acerbo e Angelo D’Orsi, alcuni membri di rilievo del governo italiano (Meloni, Tajani, Crosetto) e l’amministratore delegato di Leonardo SpA Roberto Cingolani ex art. III della Convenzione delle Nazioni Unite del 1948 per complicità con Israele nel genocidio della popolazione palestinese.
Al di là della scarsa notorietà del personaggio in questione, cui peraltro se ne sono affiancati altri più conosciuti come l’immancabile Gasparri, la presa di posizione di Nevi è interessante dal punto vista politico, storico e culturale. Non entrerò qui nel merito degli aspetti più propriamente giuridici, che saranno oggetto di più approfondita disamina all’inizio del mese di ottobre, quando renderemo noto il testo della denuncia in italiano e nelle sei lingue del sistema delle Nazioni Unite (inglese, spagnolo, francese, russo, cinese ed arabo). Qui mi limito ad osservare quanto sia logico e giurisprudenzialmente assodato che chi fornisce le armi per un grave crimine nella piena consapevolezza che saranno adoperate a tale fine è indubbiamente imputabile per complicità nel crimine stesso.
Voglio invece segnalare come le parole del milite ignoto Nevi e le esternazioni analoghe segnalano un quadruplice divorzio.
1. In primo luogo, ed è forse l’aspetto più grave, esse indicano che chi le pronuncia mette sullo stesso piano la promozione del diritto e quella del terrorismo. In tal modo Nevi e i suoi imitatori esprimono il desiderio inconfessabile e profondo della parte peggiore del sistema politico, avere le mani libere da ogni vincolo normativo per potersi fare gli affari propri. Lorsignori non tollerano intromissioni di estranei: che si tratti di banali mazzette, favoreggiamento alla fuga di criminali internazionali o genocidio, colla morte fin qui accertata di almeno circa settantamila (ma in realtà almeno cinque volte tanti) esseri umani, di cui un quarto circa di bambini innocenti cui è negata la vita, costoro vogliono ad ogni costo affermare la ragione “di Stato” che in realtà è quella di infime e ristrette cricche di malfattori insediati ai vertici a causa dell’ignavia di noi tutti.
E non si tratta certamente di fenomeno esclusivamente italico. Tutto l’Occidente in piena e irrefrenabile decadenza odia il diritto e si prepara a perseguire, anche penalmente, chiunque osi propugnarne l’applicazione. Non a caso il Nerone che presiede dalla Casa Bianca alle incerte sorti di questo impero in disfacimento ha compilato liste di proscrizione sempre più affollate di giuristi, dagli stessi giudici statunitensi che resistono alla sua ignobile prepotenza e alla violazione dei diritti dei più deboli, ai giudici, procuratore e funzionari della Corte penale internazionale, a esperti indipendenti come la nostra cara Francesca Albanese, emblema attuale dell’orgoglio nazionale italiano, in difesa della quale Mattarella & C. non si sono finora azzardati a levare neppure un flebile lamento.
2. E qui vengo al secondo divorzio implicato dalle parole dell’oscuro Nevi: quello dal sistema multipolare di governo del pianeta nato colla fine della Seconda guerra mondiale e la Carta delle Nazioni Unite. A che vale il fatto che l’Italia voti in sede di Assemblea generale la risoluzione che prevede il riconoscimento dello Stato palestinese se poi ne sabota l’attuazione continuando ad armare fino ai dento uno Stato come Israele che ha fatto della guerra, dell’apartheid e del genocidio la ragione stessa della sua esistenza?
3. Il terzo divorzio è quindi quello dai valori stessi sui quali si basa quella Carta così come la nostra Costituzione (anche se La Russa non è di questo avviso per motivi facilmente intuibili) e cioè i valori dell’antifascismo, che sta diventando una parolaccia in tutto l’Occidente, che si tratti degli Stati Uniti dove Trump approfitta spudoratamente dell’oscuro episodio dell’uccisione di Kirk per mettere al bando gli antifascisti, all’Europa dove avanzano gli eredi diretti e dichiarati di Hitler, Mussolini, Pétain, Francisco Franco e Bandera, impugnando le bandiere della guerra alla Russia e del razzismo nei confronti del resto del mondo, forti anche del chiaro fallimento della finta sinistra alla Pd.
4. Il quarto divorzio, infine, è quello dai valori e dal futuro stesso dell’umanità, dimostrato proprio dallo spaventoso genocidio quotidiano cui assistiamo ogni giorno in Palestina, anticipazione di quello più vasto e generalizzato della Terza Guerra Mondiale nucleare che si delinea sempre più nettamente. Il fatto che i nostri “governanti” eseguano a volte i comandi loro impartiti da Washington con bovina riluttanza (vedi il buon Crosetto) non li rende meno colpevoli.
Manifestare, scioperare e firmare le denunce nei loro confronti come si potrà fare a partire da inizio ottobre è l’unico modo per dissociare le nostre responsabilità dalle loro, salvaguardando il nostro amore per il diritto, per un governo cooperativo e multipolare del pianeta, per l’antifascismo e per l’umanità. Altro che “cattivi maestri”.
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