La locandina, il consiglio cinematografico di oggi: Grindhouse – A prova di morte, di Quentin Tarantino

  • Postato il 14 aprile 2025
  • Cinema
  • Di Blitz
  • 2 Visualizzazioni

Di recente, il consiglio direttivo della Hollywood Academy ha annunciato che a partire dal 2028 verrà introdotta una nuova categoria ai premi Oscar, ovvero quella dedicata agli stuntman. L’ampia comunità di questi folli acrobati cinematografici, infatti, è da sempre parte integrante delle produzioni e finalmente l’Academy ha deciso di dedicare a questi artisti spericolati il giusto riconoscimento. “Gli stuntman sono essenziali in ogni genere cinematografico e profondamente radicati nella storia del nostro settore”, ha dichiarato il regista David Leitch, che ha contribuito a guidare la campagna per il nuovo premio con il sostegno del coordinatore degli stuntman Chris O’Hara. Questa meritata categoria, inoltre, verrà introdotta in occasione della 100esima edizione degli Oscar, mentre per quella che si terrà nel 2026 l’Academy ha deciso di inserire la categoria per il Miglior casting.

Attori, attrici, registi e registe di tutto il mondo fanno parte di un immaginario identificativo ben preciso: i loro sono volti e stili che distinguiamo immediatamente. Nella scala di ciò che riconosciamo a vista, troviamo poco sotto di loro gli sceneggiatori, i direttori della fotografia, i produttori e così via, fino ad arrivare alle maestranze essenziali eppure operanti nell’ombra. Quello degli stuntman, tuttavia, rappresenta un mondo a parte, ugualmente fondamentale ma ancora oggi avvolto nel mito e in un alone di mistero che certamente acuisce il fascino attorno alla loro splendida e spericolata categoria professionale.

Senza di loro, un numero spropositato di scene iconiche e leggendarie non avrebbero mai visto la luce; senza di loro, non avremmo mai avuto modo di innamorarci di tante sequenze adrenaliniche. Film con protagonisti attori e registi ne abbiamo visti tanti, ma nel corso della storia del cinema sono davvero poche le pellicole riguardo alla professione dello stuntman. Tra queste, ricordiamo: Fuga da Hollywood (1971) di Dennis Hopper, Stunt Rock (1978), Collo d’acciaio (1978) con Burt Reynolds, Professione pericolo (1980) con Peter O’Toole, The Fall (2006) di Tarsem Singh, Drive (2011) di Nicolas Winding Refn e il più recente The Fall Guy (2024), diretto proprio da David Leitch.

Impossibile, poi, non citare Cliff Booth, lo stuntman interpretato da Brad Pitt in C’era una volta a… Hollywood, di Quentin Tarantino. Rimanendo in territori tarantiniani, oggi vi consigliamo uno dei film più discussi e particolari della sua filmografia, quel Grindhouse – A prova di morte in cui facciamo la conoscenza dell’iconico e sanguinario Stuntman Mike, interpretato da Kurt Russell.

Grindhouse – A prova di morte, di Quentin Tarantino

Austin, Texas. Jungle Jiulia (Sydney Tamiia Poitier) è una famosa dj che ama trascorrere il proprio tempo libero nei locali della città in compagnia delle sue scatenate amiche, ovvero Shanna (Jordan Ladd) e Arlene “Butterfly” (Vanessa Ferlito). Una sera, al Texas Chili Parlor, le giovani vengono notate da Stuntman Mike (Kurt Russell), uno strano individuo che si aggira per le strade a bordo di un’inquietante Chevrolet Nova SS completamente nera. L’uomo cerca di avvicinarle ricorrendo al proprio fascino vecchio stile, con l’obiettivo di “giocare con loro”. In strada, però, le ragazze vengono brutalmente uccise da Mike, che si rivela uno psicopatico che utilizza la propria macchina “a prova di morte” per compiere i suoi efferati omicidi stradali.

Quattordici mesi dopo, lo stuntman torna in azione sfrecciando sulle strade del Tennessee a bordo di una Dodge Charger. Quattro ragazze, che lavorano tutte in campo cinematografico, risvegliano la sua smania di uccidere. Fanno parte del gruppo la truccatrice Abernathy (Rosario Dawson), l’attrice Lee (Mary Elisabeth Winsted) e le stuntwoman Kim (Tracie Thoms) e Zoe (Zoë Bell). Rispondendo a un’inserzione riguardo alla vendita di una Dodge Challenger del 1970, le ragazze raggiungono il proprietario della macchina e decidono di prenderla in prestito per provare alcune folli acrobazie ad alta velocità. Mike, intanto, le osserva attentamente.

Lo slasher targato Tarantino

A prova di Morte, di Quentin Tarantino, è uno dei due film del progetto Grindhouse, che comprende anche Planet Terror di Robert Rodriguez. Entrambi gli episodi cinematografici omaggiano spudoratamente quei vecchi film di nicchia che facevano capo al genere exploitation, popolare soprattutto negli anni Settanta negli Stati Uniti. In particolare, si fa riferimento ai B-movie, film d’azione a basso budget conditi con elementi caratteristici che esaltavano contenuti al limite, violenza e nudità in primis. Questi film venivano proiettati nelle cosiddette sale Grindhouse, il cui immaginario ha ispirato moltissimi registi contemporanei come Rob Zombie, Eli Roth e lo stesso Tarantino, il quale è risalito alle origini pulp del genere, fatte proprie e rielaborate in tutta la sua filmografia.

A differenza di Planet Terror, molto più legato a un immaginario squisitamente horror, A prova di morte abbraccia la dimensione dello slasher-movie. Tarantino, la cui natura cinematografica rimanda a una meravigliosa imprevedibilità e a una personalissima riformulazione di genere, decide di abbandonare ogni tipo di coltello, di machete o di motosega, armando il proprio serial killer, lo spietato Stuntman Mike, con un’auto d’epoca spinta al massimo della velocità contro le vittime prescelte. Giocando con gli stilemi del genere e ampliandone l’efficacia attraverso le peculiarità del road-movie, il regista realizza un azzeccatissimo tributo cinematografico agli anni Settanta, sfruttando tutta la propria sensibilità di appassionato spettatore prima e di regista poi.

Smaltita la sbornia di Kill Bill, infatti, Tarantino decide di ripercorrere a ritroso la storia, la sua storia, quella di un cinefilo la cui attrazione per i B-movie rappresenta la base fondamentale della sua formazione da autodidatta. Pur aggiungendo a Death Proof qualche suggestione propria di un cinema “più alto”, il film di Tarantino si riappropria dell’exploitation puro, riproponendone alcuni elementi chiave: ragazze perseguitate, eroine carismatiche, dialoghi debordanti, alta velocità e improvvise esplosioni di violenza, il tutto plasmato dalla visione ultra-citazionista del regista e da alcune sequenze davvero eccezionali, tra cui quella del primo omicidio stradale ripreso da più angolazioni. Pur rivolgendosi a una nicchia di spettatori appassionati del genere, A prova di morte oggi viene giustamente considerato un cult, un tassello fondamentale nell’universo tarantiniano. A tutti quelli che lo giudicano “un film minore”, consigliamo una doppia o tripla visione. Se questo non bastasse, suggeriamo un più immersivo giro sul sedile del passeggero dell’auto di Stuntman Mike.

L'articolo La locandina, il consiglio cinematografico di oggi: Grindhouse – A prova di morte, di Quentin Tarantino proviene da Blitz quotidiano.

Autore
Blitz

Potrebbero anche piacerti