La locandina, il consiglio cinematografico di oggi: Casino Royale, di Martin Campbell

  • Postato il 10 marzo 2025
  • Cinema
  • Di Blitz
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L’universo di 007 è in subbuglio. Mentre si attende il destino della saga, la più longeva della storia del cinema, poche settimane fa è arrivata la conferma di uno stravolgimento inaspettato: Amazon MGM Studios ha ottenuto il controllo creativo della saga di James Bond, detenuto dalla famiglia Broccoli per oltre 60 anni. Era il 1962, quando Albert R. Broccoli e Harry Saltzman acquisirono i diritti di Dr. No, il romanzo di Ian Fleming. Diedero poi il via all’iconica saga, un franchise che ha fruttato, grazie ai 25 film usciti, oltre 8 miliardi di dollari. Barbara Broccoli e il fratellastro Michael G. Wilson, dopo la morte di Albert, proseguirono il lavoro ereditato dal padre, salvaguardandolo con passione e dedizione, guidando inoltre il personaggio attraverso la propria naturale e costante evoluzione.

Con l’addio di Daniel Craig, e il passo indietro della famiglia Broccoli, il futuro della saga appare più che mai incerto, privato dell’identità unica e distinguibile che ha amministrato il franchise per decenni. Ora si attendono gli sviluppi riguardo al prossimo film, sul quale, indiscrezioni a parte, non si hanno ancora informazioni. Chi interpreterà la spia più popolare del cinema? Chi dirigerà quello che naturalmente si rivelerà essere uno dei progetti più incandescenti e delicati degli ultimi anni?

Da giorni si vocifera della possibilità di vedere Christopher Nolan dietro la macchina da presa del prossimo 007, di cui il regista è un fan sfegatato di vecchia data. Una suggestione senza dubbio accattivante, forse anche realizzabile, purché al regista, meticoloso in ogni aspetto creativo delle proprie opere, venga concesso il tanto ambito final cut. Oggi, per l’occasione, vi consigliamo uno dei film più riusciti e affascinanti dell’intera saga, il primo con Daniel Craig nei panni di James Bond: Casino Royale, di Martin Campbell.

Casino Royale, di Martin Campbell

Agli inizi della sua carriera, l’agente britannico James Bond (Daniel Craig), appena conseguita la licenza di doppio 0, viene inviato in Madagascar per ritracciare un mercenario, implicato nell’organizzazione di un attentato terroristico. Giunto sul posto, Bond viene ripreso dalle telecamere di un’ambasciata mentre uccide l’uomo. Un’azione che gli costa caro: i suoi superiori, che pretendevano che il mercenario venisse catturato vivo, sospendono temporaneamente l’agente. Bond decide così di proseguire le indagini per conto proprio. Queste lo conducono alle Bahamas, dove scopre che l’attentato non è stato in alcun modo sventato perché un altro mercenario è stato incaricato di portarlo a termine. Una volta sventata l’esplosione di un aereo, l’agente viene a conoscenza dell’identità della mentre dietro all’operazione, il banchiere Le Chiffre (Mads Mikkelsen), indebitatosi per centinaia di milioni proprio a causa del sabotaggio di Bond.

Da grande esperto di poker, Le Chiffre, nel tentativo di riguadagnare denaro e di allentare le pressioni da parte dei suoi clienti, decide di organizzare un torneo di Texas hold ‘em in Montenegro, al Casino Royale. Il capo di Bond, M (Judi Dench), considera il suo agente l’unico in grado di poter battere Le Chiffre. Al tavolo, con la missione di far perdere la partita al banchiere, Bond verrà affiancato da Vesper Lynd (Eva Green), agente del Tesoro britannico.

Un decisivo cambio di rotta

Dopo il ristagno di un Bond, quello di Pierce Brosnan, che ormai non aveva più nulla da dire, la saga di 007 aveva bisogno di un cambiamento decisivo e coraggioso. Tutto non poteva che (ri)cominciare da Casino Royale, il primo romanzo scritto da Ian Fleming, nel 1953, in cui compare il personaggio di James Bond. Aggiornandone la storia, ma mantenendone lo spirito, Martin Campbell catapulta la spia più famosa del cinema nei suggestivi (e caldissimi) territori del Madagascar e delle Bahamas, dove il regista, con buona tecnica e altrettanto mestiere, esalta e accentra gran parte dell’azione del film. Come spesso accade nella saga, tutto cambia con lo stravolgimento di location, talvolta completamente diverse come in questo caso, dove il Montenegro si fa teatro affascinante di una delle più avvincenti partite di poker della storia del cinema.

Naturalmente non si può non parlare del nuovo Bond, quello interpretato da Daniel Craig. Distante anni luce, per estetica e atteggiamento, dai canoni cinematografici di uno 007 classico, il personaggio assume toni decisamente molto più oscuri e tormentati. Intuizioni narrative attribuibili tanto agli sceneggiatori Neal Purvis e Robert Wade, quanto soprattutto alla partecipazione determinante del premio Oscar Paul Haggis. Privato dei cliché caratteristici, il Bond di Craig naviga in territori inesplorati, acquisendo più profondità e un diverso tipo di umanità, sfumature fino a quel momento sfuggenti o totalmente mancanti all’interno del franchise. Da qui il coraggio produttivo, una scommessa rivelatasi vincente che ha portato Craig a vestire i panni di Bond in cinque film, non tutti entusiasmanti o riusciti come Casino Royale.

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Autore
Blitz

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