La Georgia sarà una prossima Ucraina?

  • Postato il 27 ottobre 2024
  • Elezioni
  • Di Panorama
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La Georgia sarà una prossima Ucraina?



A spingere per inglobare territorio di Caucaso nella Unione europea è soprattutto Berlino. E Mosca non ha preso affatto bene l’iniziativa. Le elezioni parlamentari in Georgia di fine ottobre si presentano come il proverbiale appuntamento con il destino, tanto per Tbilisi quanto per la Ue. In Georgia si scontrano due tendenze opposte e contrarie. Da un lato, una larga parte di popolazione resta filoccidentale desidera l’ingresso nell’Unione europea: sondaggi recenti indicano che quasi l’80 per cento dei cittadini sono favorevoli a questa entrata.

Sull’altra sponda, la Russia non vuole proprio sentire parlare di Ue: teme la perdita definitiva dell’ennesima tessera del mosaico post-sovietico. Dopo il conflitto del 2008, Mosca occupa ancora il 20 per cento del territorio georgiano, comprese le regioni separatiste dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud. C’è dell’altro: il Cremlino puntella la propria presa sulla Georgia attraverso formazioni politiche vassalle di Mosca. La principale è l’attuale partito di governo, Sogno georgiano, che ha rallentato il processo di riforme democratiche necessario per l’adesione all’Unione varato misure apertamente autoritarie. Un esempio lampante è la proposta di una legge che etichetterebbe le organizzazioni finanziate dall’estero come «agenti stranieri», mossa che ha suscitato forti critiche sia in Georgia sia all’estero, e ricorda da vicino misure simili adottate dalla Russia di Vladimir Putin per reprimere la società civile e le voci critiche.

L’opposizione in Georgia è rappresentata principalmente dal Movimento nazionale unito, un partito pro-europeo fondato da Mikheil Saakashvili, l’ex presidente che guidò il Paese durante il conflitto del 2008 con Mosca. L’opposizione critica apertamente il governo per la sua prossimità all’ingombrante vicino e per la mancanza di trasparenza nel processo elettorale.

Tutto ciò rende le prossime elezioni una vera prova di forza non solo tra Mosca e Bruxelles, ma anche tra Russia e Germania, dal momento che è soprattutto Berlino a premere per l’adesione del Paese caucasico all’Unione. L’impegno tedesco in tal senso si è molto accentuato all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina d’inizio 2022. In parte questa spinta risponde all’esigenza dell’economia di Berlino di stabilizzare un’area strategica per le proprie imprese, perché da lì passano le tradizionali rotte delle merci da e per l’Asia, e quelle di gas e petrolio dal mar Caspio verso l’Europa. In parte, poi, la Germania appare ormai risoluta a contrastare attivamente le pressioni russe nello spazio post-sovietico. In tale atteggiamento si legge un «no» a eventuali conciliazioni, che procede di pari passo con il consolidamento delle relazioni tedesche nel baltico e in Scandinavia, e configura una «fase anseatica», in cui cioè la Berlino punta molto sui rapporti con l’Inghilterra e i suoi partner in Nord Europa e sul fianco orientale dell’Unione (leggi: Polonia).

Cresce, dunque, arroventandosi, la conflittualità tra Germania e Russia. L’ultima testimonianza in ordine di tempo di questa tendenza è rappresentato dalla denuncia di un aumento senza precedenti delle attività segrete e di sabotaggio da parte di Berlino, lanciata questo mese dai vertice dai vertici delle tre agenzie d’intelligence tedesche - il servizio estero Bnd, quello interno Bfv e quello militare Mad - durante l’ultima audizione pubblica di fronte al Comitato parlamentare di controllo sui servizi d’informazione. Come ha ricordato pochi giorni fa all’agenzia Reuters Hugo Dixon, che è un giornalista di lungo corso e discendente di Winston Churchill, tanto dal punto di vista russo quanto dal punto vista occidentale, la contesa per l’Ucraina è la riproposizione della tradizionale dottrina anglo-americana. Quella di Halford Mackinder o Nicholas John Spykman che prevede il «cinturamento» dell’Eurasia attraverso la sua periferia.

Da un punto di vista geopolitico, la dinamica Unione europea-Georgia e Germania-Georgia è qualcosa di nuovo e di diverso. Non la fusione continentale tra spazio tedesco e russo, l’abbraccio cioè tra il Kaiser e lo Zar che faceva venire i brividi alla Corona inglese, bensì uno scontro aspro tra la sfera di influenza euro-germanica e quella di Mosca. Quest’ultima muove le sue pedine sulla scena politica tedesca, specie nell’Est, e non disdegna azioni di sabotaggio, e Berlino spinge appunto per la Georgia nell’Unione. L’era Merkel, in cui Putin era applaudito al Bundestag e l’industria tedesca comprava gas russo a prezzi calmierati, può dunque dirsi archiviata definitivamente.

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Panorama