La funzione “Privacy avanzata” di WhatsApp non ha niente a che vedere con l’AI che ci spia: ecco a cosa serve
- Postato il 20 agosto 2025
- Tecnologia
- Di Il Fatto Quotidiano
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“L’AI è disponibile su WhatsApp e ha accesso a tutte le chat. Attivate l’opzione ‘Privacy avanzata‘ per evitare che l’intelligenza artificiale le legga”. È questo il succo di una catena di Sant’Antonio che sta circolando sulla piattaforma di messaggistica WhatsApp. Il messaggio invita gli utenti ad attivare la funzione per aumentare la privacy delle conversazioni, sostenendo che questo serva a limitare eventuali “intrusioni” di Meta Ai, installata su WhatsApp lo scorso marzo. Il messaggio, dopo l’avvertimento, fornisce una piccola guida in cui è descritto passo passo come attivare la funzionalità “Privacy avanzata della chat”, ma questa opzione non ha nulla a che fare con l’intelligenza artificiale.
Piuttosto, serve a proteggere i contenuti all’interno di un gruppo dalla loro diffusione esterna. In altre parole, evita che un membro del gruppo, una persona, scarichi o salvi sul dispositivo ciò che gli utenti si mandano durante la conversazione. Non c’è quindi nessun legame con l’ia di Meta. Si punta invece a tutelare le discussioni di natura sensibile dai membri stessi del gruppo.
Da quando Meta Ai è stata inserita nella piattaforma di messaggistica, i dubbi sulla tutela della privacy e su cosa l’intelligenza artificiale possa fare su WhatsApp sono stati molti e causa di dibattito, generando incertezza negli utenti. Mentre su Facebook e Instagram Meta Ai può accedere a tutte le informazioni e i contenuti pubblici, esclusi dunque quelli dei profili privati, salvo aver fatto opposizione con modulo apposito, per WhatsApp il discorso è diverso. Le chat sono tutte protette da crittografia end-to-end e quindi nessuno, a parte mittente e destinatario, può leggerle: i messaggi vengono infatti criptati nel tragitto tra un dispositivo e l’altro. Neanche l’azienda può accedervi, compresa Meta AI.
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