La foce del lago Patria chiusa con una diga di sabbia: “Così si salvano i lidi ma muore l’ecosistema”

  • Postato il 31 luglio 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

La diga di sabbia alla foce del canale artificiale che parte dal lago Patria, tra i comuni di Giugliano e Castel Volturno, assicura la stagione degli stabilimenti balneari lungo i due tratti di costa del litorale domizio, tra Varcaturo e Ischitella. Ma contribuisce alla morte dello specchio d’acqua che, oltre ad essere un Sito d’Interesse Comunitario, dal 1999 fa parte della Riserva naturale regionale Foce-Volturno-Costa di Licola.

Con una superficie di 2 chilometri quadrati, il Patria è il più grande lago costiero della Campania ed è caratterizzato da una vegetazione acquatica che cresce lungo le sponde, ma soprattutto dalla presenza di una diversificata fauna di uccelli palustri e di pesci: ci vivono complessivamente 52 specie protette dalla direttiva Natura 2000. Insomma un ecosistema naturale, la cui conservazione è messa in serio pericolo.

“Uno scempio che va fermato. Pericolosissimo”, dichiarano il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Emilio Borrelli e Giovanni Sabatino, presidente dell’Ente Riserve Naturali Regionali Foce Volturno-Costa di Licola e Lago di Falciano. “È una questione che denunciamo da anni, ma che continua a ripetersi con inquietante regolarità – continuano Borrelli e Sabatino – Chi realizza materialmente queste dighe va sanzionato in modo esemplare, perché oltre a danneggiare l’ecosistema lacustre, l’ostruzione della foce aumenta anche il rischio di esondazioni in caso di pioggia. Allo stesso tempo, bisogna punire severamente chi sversa illegalmente nelle acque del lago, anche con la chiusura definitiva delle attività produttive responsabili”.

Non è tutto: “È fondamentale completare il sistema fognario per impedire ulteriori inquinamenti del bacino e realizzare un impianto di depurazione finalmente efficace”. Le criticità del lago sono differenti e tutt’altro che recenti. La realizzazione della diga di sabbia, una consuetudine: “La foce del lago Patria è stata chiusa, a quanto pare in maniera artificiale”, scriveva a luglio 2024 il presidente Sabatino, “Questo comporta un parziale allagamento della spiaggia, con risacche paludose e centinaia di pesci morti, sia in spiaggia che nel lago. Questa situazione rappresenta un grave pericolo per l’ambiente e la salute delle persone”.

Anche la moria dei pesci, si è verifica frequentemente. È stata documentata nel luglio 2004 e poi ancora nello stesso mese del 2015. Quindi, cinque anni dopo, nel agosto 2020. “Potrebbe essere la mancanza di ossigeno nell’acqua il problema della moria di pesci. Alle cause naturali dovute alle condizioni climatiche, si aggiungono, con gravi conseguenze, quelle dell’inquinamento da sversamenti che causa una grave condizione di ipossia e quindi morte della fauna presente”, spiegava Vincenzo Peretti, professore di veterinaria all’Università Federico II di Napoli nel 2020.

Un progetto del 2020 dei Dipartimenti di Biologia, Scienze della Terra e Scienze Chimiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e dell’Istituto di Scienze Marine del Centro Nazionale delle Ricerche di Napoli ha rilevato che “le condizioni ambientali del lago non sono di buona salute”. Più specificatamente che “il precipitare delle condizioni ecologiche del lago è dovuto in modo preponderante allo scarso ricambio col mare a causa dell’occlusione, quasi costante, del tratto finale del canale di foce per l’apporto di sabbia dovuto alle mareggiate”. Occlusione “talvolta favorita, o volutamente mantenuta per non compromettere la balneazione nei lidi presenti sugli adiacenti tratti di costa”.

Gli scienziati avevano anche rilevato che la consistente presenza di schiume nelle acque è legata al dilavamento meteorico dei terreni circostanti il lago, ai fertilizzanti agricoli e ai possibili scarichi di aziende bufaline. Anche se si precisava che il “fattore aggiuntivo è comunque rappresentato dagli scarichi non depurati”, un’altra questione che contribuisce ad aggravare le condizioni del bacino.

Le indagini chimiche svolte su acque e sedimenti del lago hanno rilevato che “non ci sono superamenti degli Standard di Qualità Ambientale da parte dei metalli”, mentre nei sedimenti “va registrata la presenza di concentrazioni eccedenti” di nichel, zinco e arsenico. “Servirebbe una mappatura degli scarichi che finiscono nei canali che confluiscono qui dopo aver attraversato diversi chilometri – dichiaravano Borrelli e Sabatino a giugno 2023 – Gli scarichi fognari domestici ci sono ancora, ma il grande problema sono quelli industriali e di attività commerciali non in regola che continuano a non rispettare l’ambiente”.

Numerosi i casi accertati di scarichi illegali da parte di carabinieri e polizia negli ultimi dieci anni. E pensare che 8 anni fa era stato partorito un progetto di riqualificazione ed erano anche stati stanziati dei finanziamenti. A novembre 2017 l’allora sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, approvò il progetto di fattibilità tecnica ed economica. Lo stanziamento? 8,6 milioni di euro. Ma ad agosto 2022 la Regione Campania aveva poi definanziato l’operazione “non essendo pervenuto alcun aggiornamento in merito allo stato di attuazione dell’intervento. Nel 2024, un nuovo tentativo, sempre della Città metropolitana. Sette milioni di euro. L’attesa continua. I problemi del lago anche.

L'articolo La foce del lago Patria chiusa con una diga di sabbia: “Così si salvano i lidi ma muore l’ecosistema” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti