La Corsica scende in piazza contro l’omertà: “La mafia uccide, il silenzio pure”. Manifestazioni a Bastia e Ajaccio

  • Postato il 14 novembre 2025
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“A maffia tomba, u silenziu dinò”, “La mafia uccide, il silenzio pure”. I corsi si mobilitano: due cortei partiranno alle 14 di domani dal tribunale di Bastia e dalla stazione di Ajaccio con il messaggio chiaro “assassini, maffiosi, fora”. La frase è scritta anche sui muri del popolare porto del nord dell’isola mediterranea. Una prima, storica, manifestazione si era tenuta nelle vie di Ajaccio lo scorso 8 marzo, in reazione alla morte di Chloé Aldrovandi, una studentessa di 18 anni uccisa in un agguato a Ponte-Leccia (nel nord dell’isola), mentre era al volante dell’auto del compagno, che è stata presa di mira da un gruppo armato e crivellata di proiettili. Chloé è stata una probabile vittima collaterale della guerra tra bande rivali. La stampa locale aveva parlato di “crimine di mafia”.

Un appello a scendere nelle strade era stato allora lanciato dai due collettivi corsi “Maffia no, a vita lè” e il “Collectif Massimu Susini”, fondati nel 2019 dopo la morte di Massimu Susini, 36 anni, assassinato sulla spiaggia di Cargese per il suo impegno nella lotta alla droga. In Corsica, Susini è considerato un “martire dell’anti-mafia”. Però, al corteo di Ajaccio, quell’8 marzo, avevano partecipato non più di 1.500 e 2.000 persone, secondo i dati ufficiali della polizia, in un Paese dove l’omertà regna sovrana. Ma da allora la mobilitazione cresce.

Lo scorso febbraio, l’Assemblea di Corsica ha adottato, con voto unanime, una risoluzione identificando per la prima volta le “derive mafiose” nell’isola e misure per “una società corsa libera, serena e democratica”. Delle lezioni anti-mafia (ispirate all’esempio italiano) sono state introdotte nei programmi delle scuole medie e superiori, che prevedono sedici ore di “sensibilizzazione ai pericoli delle pratiche mafiose”. A ottobre è poi stata creata la “Coordinazione anti-mafia”, una sorta di “osservatorio”, su iniziativa dei due collettivi già citati sopra e a cui hanno aderito anche imprenditori, responsabili politici locali, abitanti dell’isola, l’associazione anti-corruzione Anticor e dei sindacati, tra cui Via Campagnola, il cui leader, Pierre Alessandri, impegnato nella lotta contro la frode alla PAC, è stato assassinato nel marzo 2025. Il loro slogan: “Assassini, maffiosi, fora”. Lo scopo è di “allargare la lotta a tutta la società corsa”, era stato precisato durante la conferenza stampa di lancio: “Bisogna unirsi contro la morsa mafiosa che distrugge vite”.

Secondo fonti locali, nel 2024 in Corsica (che conta 355.000 abitanti) si sono consumati 18 omicidi legati alla criminalità organizzata, a cui si aggiungono 16 tentati omicidi. Le Monde e Le Figaro hanno di recente reso noti i contenuti di un rapporto dei servizi della polizia giudiziaria, per il quale “la pressione mafiosa non si allenta e anzi si estende a tutti i settori della società corsa”. Nella nota si citano “20 clan” dominanti e non si esita più a parlare di “morsa di stampo mafioso”, “un termine – scrive Le Figaro – che è stato a lungo tabù: “Oltre alle attività criminali, la maggior parte” di questi clan, è scritto nella nota citata dai due quotidiani, “è penetrata nei settori politici, sociali ed economici dell’isola e cerca di dominare le attività legali che considera più redditizie”. Vengono citati i settori dell’edilizia, della ristorazione, degli alberghi, il settore immobiliare e del trasporto marittimo. Stando a questa fonte, dall’inizio del 2025 al mese di ottobre, sono stati registrati sull’isola sette omicidi, di cui sei legati a regolamenti di conti, e numerosi “incendi criminali”. In Corsica, il tasso di omicidi è il triplo rispetto alla media nazionale.

In visita sull’isola il 5 giugno scorso, il ministro della Giustizia, Gérald Darmanin, ha annunciato la creazione di un “polo” specializzato nella lotta alla criminalità organizzata, con sede a Bastia, un organismo “senza precedenti”, secondo le stesse parole di Darmanin, che è stato organizzato dall’estate scorsa, in collaborazione con le procure di Bastia e di Ajaccio, ma il cui ruolo resta ancora vago. Seguirà la creazione di una Procura nazionale anti-criminalità organizzata, il Pnaco, composto da almeno trenta magistrati, e che il Guardasigilli vorrebbe operativo dal gennaio 2026 (se l’instabilità politica della Francia degli ultimi mesi non ha rallentato il calendario). Ora che la “parola si sta liberando”, i collettivi anti-mafia sperano che la manifestazione di domani riunisca folle più consistenti, convincendo anche chi, per paura, esita ancora a partecipare. “Come fanno i giovani a investire in Corsica? Come fa la gente ‘normale’ a investire in Corsica? Non è più possibile, nessuno più prende il rischio – diceva alla stampa locale Léo Battesti, tra i fondatori del collettivo Maffia No, a vita ié – Loro possono fare quello che vogliono, sanno che sono liberi di minacciare. Ovviamente è orribile. Ci sono situazioni umane davvero gravissime nella società corsa. Bisogna tirar fuori la testa dalla sabbia”.

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