La Calabria tra politica e tecnica: servono competenze, non solo equilibri di potere
- Postato il 6 novembre 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 2 Visualizzazioni
Il Quotidiano del Sud
La Calabria tra politica e tecnica: servono competenze, non solo equilibri di potere

La Calabria più politica che tecnica: una Giunta regionale nuova di zecca con equilibri di potere e poche competenze
La nuova Giunta regionale è arrivata, e come spesso accade in Calabria, non senza polemiche. Tra i nomi presentati, solo uno con un profilo tecnico. Tutti gli altri sono espressione diretta della politica. È un segnale chiaro, forse fin troppo: ancora una volta, le logiche di partito hanno prevalso sulle competenze, sulle professionalità, sulla meritocrazia.
Come cittadina pensante e come Presidente dell’Associazione Fatto in Calabria, non posso non interrogarmi su una domanda tanto semplice quanto scomoda: possibile che in Calabria non esistano tecnici all’altezza di guidare la nostra regione? Possibile che per ogni incarico di rilievo si debba sempre guardare “fuori”, come se questa terra non avesse risorse umane qualificate, preparate e pronte a mettersi al servizio del bene pubblico?
IL VIDEO CHE HA SCOSSO IL DIBATTITO
Qualche giorno fa ho pubblicato un video sui miei canali social in cui, con tono ironico ma deciso, denunciavo proprio questo: una giunta composta – ancora una volta – da soli uomini e con le stesse facce della precedente.
Il video ha raggiunto in poche ore migliaia di visualizzazioni, commenti e condivisioni, diventando uno spazio di confronto tra cittadini, professionisti e giovani calabresi stanchi di assistere sempre allo stesso copione.
Molti mi hanno scritto: “Hai ragione, Katia. Qui non cambia mai niente”. Eppure, qualcosa si è mosso. Forse per coincidenza, forse perché la voce collettiva è arrivata forte e chiara. Il presidente regionale, infatti, ha successivamente annunciato l’ingresso in giunta di due donne. Un gesto che, sulla carta, potrebbe sembrare un segnale di apertura, ma che nei fatti conferma un problema strutturale: anche queste nomine sono politiche, non tecniche. Un passo avanti per la rappresentanza di genere, ma nessun passo avanti per la competenza.
I NUMERI CHE RACCONTANO UNA REALTA’ AMARA
Secondo i dati ISTAT 2024, oltre il 28% dei laureati calabresi in discipline tecnico-scientifiche – ingegneri, informatici, economisti, urbanisti – lavora oggi fuori regione. È uno dei tassi più alti d’Italia, a fronte di una media nazionale del 16%.
La Calabria produce competenze, ma non le valorizza. I nostri giovani se ne vanno non per mancanza di amore verso la loro terra, ma per mancanza di opportunità e meritocrazia.
Unioncamere conferma che solo il 34% dei bandi pubblici calabresi prevede la presenza di figure tecniche nella progettazione e nel controllo delle opere. In regioni come l’Emilia-Romagna o la Lombardia, questa percentuale supera il 60%. Così accade che progetti fondamentali vengano affidati a consulenti esterni o professionisti provenienti da altre aree d’Italia, con costi più elevati e risultati non sempre adeguati alle reali esigenze del territorio.
UNA QUESTIONE DI CULTURA AMMINISTRATIVA
Questa non è solo una questione di numeri, ma di mentalità. La Calabria continua a confondere la politica con la gestione amministrativa. Serve una svolta culturale: affidare ruoli strategici a chi possiede competenze tecniche, capacità gestionali e una visione concreta del futuro.
Non si tratta di escludere la politica, ma di integrarla con il sapere tecnico, con la progettualità, con la conoscenza dei processi. Eppure, proprio nei settori dove servirebbero esperti – come la gestione dei fondi europei, la digitalizzazione e le infrastrutture – la nostra regione resta indietro. Secondo l’indice DESI 2024, la Calabria è al 19° posto in Italia per digitalizzazione amministrativa, e a settembre 2025 risultava speso solo il 42% dei fondi PNRR assegnati, contro il 61% della media nazionale. Un divario che rischia di pesare per decenni se non si sceglierà finalmente la strada delle competenze.
IL VALORE DEL PENSIERO CIVICO
Come Associazione Fatto in Calabria, crediamo che la partecipazione civica non sia un optional, ma una necessità democratica. Le voci dei cittadini – anche attraverso i social – possono e devono contribuire a smuovere la politica da un immobilismo che dura da troppo tempo. Il mio video non voleva essere una provocazione fine a sé stessa, ma uno stimolo: dimostrare che i calabresi pensano, osservano, analizzano e vogliono essere parte del cambiamento. Perché questa terra ha fame di giustizia, di trasparenza, di dignità. E il futuro della Calabria non dipenderà solo dai palazzi della politica, ma anche – e soprattutto – da chi sceglie ogni giorno di non restare in silenzio.
In fondo, come amo ripetere: in Calabria tutto può succedere. E forse, questa volta, potremmo davvero sorprenderci in meglio.
Katia Oliva
Presidente dell’Associazione “Fatto in Calabria”
Il Quotidiano del Sud.
La Calabria tra politica e tecnica: servono competenze, non solo equilibri di potere