Jeep Avenger, nuova era: inizia la produzione anche in Brasile
- Postato il 17 maggio 2025
- Auto
- Di Virgilio.it
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Jeep è pronta a una nuova avventura in salsa carioca, battendo la bandiera brasiliana insieme alla sua portentosa Avenger. Questa volta Stellantis scommette su uno dei mercati più dinamici dell’automotive globale, quello del Brasile. E lo fa insieme a un SUV compatto che in Europa è stato il battistrada elettrico della nuova strategia green del Gruppo, ma che in Brasile cambierà pelle e, soprattutto, motore.
Il nuovo capitolo nel Sud America
Sì, perché il debutto dell’Avenger in Sud America, previsto per il 2026, non sarà una semplice replica a colpi di “samba” del modello europeo. Sarà invece una trasformazione studiata a tavolino, che guarda dritto alle esigenze e alle abitudini del mercato brasiliano. A partire da ciò che batte sotto il cofano: addio elettrico puro, spazio al collaudato 1.0 turbo Flex da 130 cavalli, alimentato con benzina o etanolo, e abbinato alla tecnologia mild hybrid a 12 volt.
Lo stabilimento resta ancora un mistero, ma tutto fa pensare a Porto Real, dove Stellantis già produce su piattaforma e-CMP modelli come la Citroën C3. Una scelta coerente, strategica e logistica. Gli uomini del Gruppo giocano a carte coperte, ma in Brasile, quando si parla di auto, le indiscrezioni circolano più rapide di un pick-up sulla BR-116.
Un’espansione programmata
E non è solo una questione di prodotto. Dietro la mossa c’è molto di più: c’è l’espansione globale del marchio, disegnata anni fa da Sergio Marchionne e oggi portata avanti senza esitazioni. Jeep in Brasile non è più un’esotica americana, è un marchio di casa. Dal 2015 — anno in cui partì la produzione del primo Renegade a Goiana, nello stabilimento monumentale voluto proprio dal compianto manager italocanadese — i numeri sono cresciuti in maniera vertiginosa. Si è passati dalle 3.000 unità del 2014 alle oltre 121.000 nel 2024. In dieci anni, un milione di SUV venduti e una quota di mercato che fa impallidire la concorrenza: un’auto su cinque nel segmento SUV è una Jeep. Dati alla mano, oggi Jeep è sinonimo di leadership in Brasile. E Stellantis ha saputo costruire questa posizione con metodo e visione.
Il gruppo non si limita a vendere, investe e radica, crea valore industriale e non si limita all’importazione. L’Avenger che arriverà sulle strade brasiliane sarà costruita lì, con tecnologie sviluppate anche localmente, e non è escluso che possa incorporare ulteriori innovazioni legate ai carburanti alternativi. Sì, perché il Brasile è anche il laboratorio dell’etanolo, una soluzione che da anni affianca (e spesso sostituisce) i carburanti tradizionali. Stellantis lo sa, e gioca la carta della flessibilità: niente dogmi, solo soluzioni efficaci.
Un pezzo d’Europa in Brasile
In questo contesto, l’operazione Avenger è un’ulteriore conferma di come il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA stia diventando un attore sempre più globale, ma con solide radici europee. Una mossa che, paradossalmente, rilancia anche il ruolo strategico dell’Italia. Perché dietro ogni Jeep prodotta in Brasile, c’è un pezzo di know-how maturato a Melfi, a Torino e a Pomigliano. È la manifattura nostrana che si proietta nel mondo, pur tra mille sfide interne ed esterne.
Il mercato la premierà? Probabilmente sì. Jeep ha capito prima di altri che l’identità di marca si difende anche reinventandosi, senza rinunciare al proprio DNA. L’Avenger sarà diversa da quella europea, ma parlerà la stessa lingua: quella del fuoristrada urbano, della robustezza compatta, dell’avventura a portata di tutti.