Israele annette 45 ettari di Cisgiordania. Smotrich: “Ne prenderemo l’82%”. Emirati: “Così saltano gli Accordi di Abramo”

  • Postato il 3 settembre 2025
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Nelle stesse ore in cui i carri armati delle Israel Defense Forces procedono verso il centro di Gaza City, Israele si muove anche in Cisgiordania. Il primo ministro Benjamin Netanyahu riunirà giovedì i principali ministri e collaboratori per una discussione in cui esploreranno la possibilità di applicare la sovranità israeliana ad alcune parti dei Territori occupati. Secondo i media ebraici, l’incontro si concentrerà sulle implicazioni del riconoscimento internazionale di uno Stato palestinese e su come Tel Aviv potrebbe reagire a tale decisione. L’applicazione della sovranità su alcune parti del territorio, un passo equivalente all’annessione, è uno dei molteplici passi che, a quanto pare, il piccolo forum dovrebbe valutare. L’incontro precede l’Assemblea generale delle Nazioni Unite di questo mese, durante la quale un’ondata di nazioni occidentali intende riconoscere uno Stato palestinese contro la volontà di Israele e degli Stati Uniti.

Intanto questa mattina l’Amministrazione civile del ministero della Difesa israeliano ha dichiarato “terra statale” 456 dunam (45 ettari) di territorio adiacente all’avamposto illegale di Havat Gilad, nel nord del West Bank, il che significa che sarà disponibile per lo sviluppo di insediamenti e infrastrutture. In precedenza, il terreno faceva parte delle terre amministrative dei villaggi palestinesi vicini di Jit, Tell e Faràata, anche se non si tratta di proprietà privata.

“È giunto il momento di applicare la sovranità israeliana in Giudea e Samaria (Cisgiordania) e togliere dal tavolo la divisione di questa piccola terra”, ha dichiarato il ministro-colono di estrema destra Bezalel Smotrich, insieme con il presidente del Consiglio delle ‘comunità ebraiche in Giudea e Samaria (Yesha)’ Yisrael Gantz, con il quale Netanyahu era stato a cena il 27 agosto, mentre 350mila persone manifestavano in strada chiedendo la liberazione degli ostaggi del 7 ottobre. “Massimo territorio, minimo numero di arabi”, ha affermato il leader del Partito Nazionale Religioso-Sionismo Religioso, “il largo consenso a favore della sovranità deriva dalla consapevolezza che non si può permettere a una minaccia esistenziale di operare al nostro interno”. Smotrich ha poi invitato Netanyahu ad applicare la sovranità, aggiungendo che la sua intenzione è di “estendere la legge israeliana sull’82% del territorio della Cisgiordania, lasciando il restante 18% ai palestinesi”. In questo contesto l’Autorità nazionale palestinese (Anp) sarà gradualmente eliminata a favore di quelle che lui definisce “alternative di gestione civile regionale”.

Smotrich ha anche minacciato di distruggere l’Anp: “Abbiamo smesso di arrenderci alle minacce e alle intimidazioni. Se l’Autorità Palestinese oserà ribellarsi e cercare di farci del male, la distruggeremo proprio come facciamo con Hamas”, ha dichiarato, invitando Netanyahu a convocare il governo e a decidere in merito all’applicazione della sovranità. “Lei, signor Primo Ministro, entrerà nei libri di storia della nazione per generazioni come un grande leader che ha saputo cogliere l’attimo, sfruttare l’opportunità e salvare Israele una volta per tutte dall’idea di dividere la terra e dalla minaccia esistenziale eufemisticamente chiamata ‘Stato palestinese‘”, ha dichiarato.

La mossa ha già suscitato le prime reazioni nel mondo arabo. Gli Emirati Arabi Uniti, riferisce l’agenzia Reuters, hanno avvertito Israele che qualsiasi annessione della Cisgiordania costituirebbe una linea rossa per Abu Dhabi e comprometterebbe gravemente lo spirito degli accordi di Abramo che hanno normalizzato le relazioni tra i due Paesi. “Fin dall’inizio, abbiamo considerato gli accordi come un modo per continuare a sostenere il popolo palestinese e la sua legittima aspirazione a uno Stato indipendente”, ha dichiarato Lana Nusseibeh, viceministro per gli Affari Politici e inviato del ministro degli Esteri. “Questa era la nostra posizione nel 2020 e rimane la nostra posizione”.

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