“Isola Orobica”, 25 condanne senza l’aggravante dell’agevolazione alla cosca Arena

  • Postato il 19 novembre 2025
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“Isola Orobica”, 25 condanne senza l’aggravante dell’agevolazione alla cosca Arena

Processo Isola Orobica, l’organizzazione dedita a frodi fiscali al Nord non era legata al clan Arena: 25 condanne e 14 assoluzioni


ISOLA CAPO RIZZUTO – Venticinque condanne, con l’esclusione dell’aggravante mafiosa, e 14 assoluzioni nel processo scaturito dall’inchiesta che tre anni fa portò all’operazione Isola Orobica. Il nome in codice dell’operazione richiamava Isola Capo Rizzuto, territorio di provenienza della cosca Arena, ma anche le Alpi Orobie, area del Bergamasco in cui il clan, secondo l’accusa, si era insediato.

Della presunta organizzazione criminale avrebbero fatto parte anche imprenditori e commercialisti del Nord. Ma, dice la sentenza, non c’era la ‘ndrangheta dietro un vorticoso giro di fatture false per oltre 20 milioni di euro su cui gli inquirenti lombardi ritengono di aver fatto luce. Il gup di Brescia Alessandro d’Altilia ha inflitto la pena più alta, a 10 anni e 1 mese di reclusione, a Martino Tarasi, nipote del boss Nicola Arena, deceduto qualche anno fa. Anche per lui è stata esclusa la mafiosità. Nei suoi confronti la Dda bresciana aveva chiesto 18 anni.

I SOLDI FACILI

Associazione per delinquere, con l’aggravante di aver agevolato le attività della nota cosca ‘ndranghetistica del Crotonese, con attività di usura, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, favoreggiamento, nonché reati tributari e fallimentari le accuse ipotizzate. I professionisti contabili coinvolti, in particolare, avrebbero ideato e messo in atto modelli seriali di evasione fiscale a beneficio delle società riconducibili al sodalizio criminale. Imprenditori e commercialisti del Nord, secondo la ricostruzione della pm Claudia Moregola, andavano a lezione di false fatturazioni dal nipote del boss. È quella parte di Nord a cui i soldi sporchi, i soldi facili, i soldi della mafia non fanno schifo.

LEZIONI DI FALSE FATTURE

«Fatture, fatture, solo fatture…». È un’intercettazione da manuale quella eseguita da finanzieri e carabinieri di Bergamo mentre, ignaro di essere captato, nel gennaio 2020, il nipote del patriarca del clan e presunto capo dell’organizzazione criminale spiegava quanto rendeva l’affare delle fatturazioni per operazioni inesistenti. Non serve trovarsi un’occupazione reale. Tarasi in quest’attività illecita era impegnato sistematicamente da almeno un paio d’anni, con «modalità standardizzate e professionali», è detto nelle carte dell’inchiesta.

Gli imputati, ai quali sarebbero riconducibili sette società cartiere, confidavano nell’assenza di controlli delle forze dell’ordine a fronte di ricavi ingenti. Una sfilata di imprenditori del Nord chiedeva consulenza a Tarasi e ci faceva “affari”, secondo l’accusa che, però, ha retto soltanto in parte. Accolta, infatti, la tesi difensiva dell’insussistenza della finalità mafiosa. Tra gli avvocati intervenuti: Carolina Carbone, Giuseppe Gervasi, Pino Napoli, Tiziano Saporito, Vincenzo Sorgiovanni, Luigi Villirilli, Gregorio Viscomi.

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NIENTE CONTROLLI ALLE POSTE

Il grosso degli imputati ha scelto il rito abbreviato. Tra i pochi che hanno optato per il rito ordinario l’ex direttore all’ufficio postale di Isola Capo Rizzuto dove il nipote del boss era di casa, stando alle intercettazioni. Appena entrava, offriva caffè a tutti i dipendenti. Salvatore Rocca, di San Mauro Marchesato, oggi in pensione, è stato rinviato a giudizio all’udienza del 15 gennaio prossimo.

Rocca, secondo l’accusa, avrebbe consentito prelievi di somme cospicue senza segnalare operazioni sospette. L’ex direttore sarebbe stato anche a disposizione delle esigenze del sodalizio criminoso per garantirne l’impunità per i reati fiscali e le intestazioni fittizie. I prelievi erano anche negli uffici postali del circondario. Nelle intercettazioni si parla delle Poste di Crotone, Le Castella, Botricello, Cropani Marina, non solo di Isola. In un caso, nell’arco di una sola giornata, sarebbero stati fatti numerosi prelievi, per un importo complessivo di un milione e 800mila euro.

LE DECISIONI

Ecco, nel dettaglio, le decisioni del gup di Brescia (in parentesi le richieste della Dda).

  1. Domenica Apa (45), di Strongoli: assolta (mentre la richiesta era di 1 anno e 4 mesi).
  2. Antonella Arena (33), di Isola Capo Rizzuto: 3 anni e 10 mesi (6 anni).
  3. Salvatore Arena (45), di Isola: 6 anni e 6 mesi (6 anni e 8 mesi).
  4. Antonio Astorino (50), di Isola: 5 anni e 6 mesi (10 anni e 8 mesi).
  5. Carmine Astorino (52), di Isola: assolto (2 anni e 8 mesi).
  6. Salvatore Pietro Astorino (26), di Isola: 1 anno e 4 mesi (4 anni).
  7. Mirko Borini (50), di Fiesso Umbertiano (RO): 1 anno (1 anno).
  8. Carmela Brasacchio (47), di Strongoli: 3 anni e 9 mesi (4 anni).
  9. Giuseppe Brasacchio (49), di Strongoli: 1 anno (1 anno).
  10. Nicola Brasacchio (63), di Strongoli: 5 anni e 1 mese (5 anni e 4 mesi).
  11. Claudia Buratti (57), di Casorate Primo (PV): assolta (mentre la richiesta era 1 anno e 4 mesi).
  12. Michelangelo Lorenzo Caminneci (56), di Giussago (PV): 4 anni e 4 mesi (5 anni e 4 mesi).
  13. Salvatore Cappa (57), di Cutro: assolto (assoluzione).
  14. Antonio Ciccone (69), di Milano: assolto (1 anno e 4 mesi).
  15. Orlando Demasi (50), di Motta Visconti (MI): assolto (mentre la richiesta era 4 anni).
  16. Vincenzo De Masi (52), di Motta Visconti (MI): 1 anno e 2 mesi (3 anni).
  17. Giuseppe Geraldi (38), di Isola: 5 anni e 1 mese (9 anni e 4 mesi).
  18. Francesco Giordano (52), di Isola: assolto (mentre la richiesta era 2 anni).
  19. Maria Greca Iannone (46), di Isola: 1 anno e 6 mesi (2 anni e 8 mesi).
  20. Luca Litta (39), di Motta Visconti (MI): 1 anno e 4 mesi (3 anni e 6 mesi).
  21. Salvatore Matteo (23), di Crotone: 1 anno (2 anni e 8 mesi).
  22. Mario Notaro (68), di Vigevano (PV): 1 anno e 8 mesi (1 anno e 2 mesi).
  23. Giuseppe Papaleo (56), di Isola: 3 anni (8 anni).
  24. Santo Claudio Papaleo (37), di Isola: 3 anni (7 anni e 4 mesi).
  25. Gregorio Riillo (38), di Isola: assolto (1 anno e 8 mesi).
  26. Rosario Scumaci (41), di Catanzaro: 2 anni e 4 mesi (5 anni e 4 mesi).
  27. Alberto Tarasi (29), di Isola: 3 anni e 4 mesi (6 anni e 8 mesi).
  28. Luigi Tarasi (62), di Isola: assolto (2 anni e 8 mesi).
  29. Martino Tarasi (36), di Isola: 10 anni e 1 mese (18 anni).
  30. Giovanni Tonarelli (59), di Casorate Primo (PV): 6 anni e 4 mesi (8 anni).
  31. Ottavia Tonarelli (38), di Milano: assolta (2 anni).
  32. Antonio Vasapollo (39), di Isola: 5 anni e 4 mesi (7 anni e 4 mesi).
  33. Vincenzo Verterame (35), di Isola: assolto (6 anni e 4 mesi).
  34. Antonio Villirillo (57), di Crotone: 2 anni e 1 mese (3 anni).
  35. Rocco Villirillo (30), di Crotone: 3 anni e 2 mesi (5 anni e 3 mesi).
  36. Giuseppe Vittimberga (26), di Isola: assolto (1 anno e 6 mesi).
  37. Ilaria Vittimberga (31), di Isola: assolta (1 anno e 6 mesi).
  38. Lucia Vittimberga (48), di Isola: assolta (1 anno e 6 mesi).
  39. Luigi Vrenna (52), di Crotone: 3 anni (3 anni e 4 mesi).

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