“Io non vedente costretto a fare il concorso informatico del ministero con un tutor che leggeva le domande. Nel 2025 ci sono tecnologie per tutti”
- Postato il 14 agosto 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
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Da persona non vedente avrebbe voluto affrontare un concorso informatico del ministero dell’Istruzione e del Merito in piena autonomia utilizzando un pc, con gli appositi ausili tecnologici, ma non gli è stato consentito: la procedura ha imposto che fosse affiancato da un tutor in carne e ossa che gli ha letto i quesiti dell’esame. Simone Dal Maso quel concorso, nonostante le criticità, lo ha affrontato e superato. Ma ora fa un appello perché il ministero si doti di strumenti adeguati per le esigenze di tutti: “Vorrei subito precisare”, dice a ilfattoquotidiano.it, “che non voglio assolutamente generare pietismo né fare polemiche inutili che non portano a niente, ma cercare invece soluzioni condivise, più efficaci e rispettose delle esigenze di tutte le persone, in particolare come me, non vedenti”.
La selezione “per la progressione dall’area degli Assistenti all’area dei Funzionari” risale al 12 dicembre scorso e si è svolta a Bologna. Dal Maso l’ha superata e da febbraio è funzionario informatico presso l’Ufficio scolastico provinciale di Padova. “Non mi è stato permesso di utilizzare il pc con gli ausili specifici per le persone non vedenti”, racconta Dal Maso, “ma mi è stato fornito un tutor, peraltro valido per il compito assegnatogli, che mi leggeva a voce i quesiti del concorso. Gli organizzatori però colpevolmente”, continua Dal Maso, “non si sono posti il problema di farmi lavorare in piena autonomia come dovrebbe spettare di diritto”. “Bisognerebbe porre molta più attenzione alle peculiari esigenze delle persone con disabilità (non vedenti, ndr)”, evidenzia l’attuale funzionario. La cosa “umiliante e paradossale”, ha definito Simone quella situazione in cui si è trovato, “è che si è trattato di una prova di informatica e non si poteva utilizzare il pc con una sintesi vocale per non vedenti”. Dal Maso ha “seriamente preso in considerazione l’idea di non partecipare, non essendomi stata data la possibilità di svolgere la prova in completa autonomia al pari degli altri”. Al di là della facile ironia di non poter usare un pc in una prova a carattere informatico, lo sforzo che questa soluzione richiede da parte della persona non vedente è enorme: non può leggere con i propri ritmi, né è possibile tornare indietro per riflettere su aspetti specifici della domanda, tutto diventa ancora più complesso.
“Nel 2024-‘25 ci sono le tecnologie adatte e disponibili e quindi bisognerebbe rendere pienamente fruibile e del tutto accessibile il programma del concorso”, afferma il neo-funzionario pubblico. Invece si è deciso di assegnargli, senza nessuna alternativa possibile, “solo” un tutor. “L’auspicio”, dice Dal Maso, “è che le prossime prove di concorso organizzate dal Ministero dell’Istruzione possano essere svolte dai candidati con disabilità (non vedenti, ndr) in piena autonomia, dando la possibilità di scelta sia di un assistente personale sia di avere a disposizione una postazione pc con i dispositivi specifici dedicati”. “Va detto che in questa vicenda non è stata violata nessuna legge”, precisa il diretto interessato, ma è altresì vero che poi nei fatti il candidato non vedente di sicuro non è stato messo nelle condizioni per espletare la prova d’esame in maniera idonea rispetto alle sue condizioni. E aggiunge: “Quello che chiedo è che si possa rimetter mano alle disposizioni in vigore, ‘obbligando’ nella maniera più assoluta gli organizzatori di tutti i concorsi del ministero dell’Istruzione con relativa prova d’esame scritta di allestire per tutti i disabili non vedenti una postazione pc accessibile”. Perché “una commissione d’esame non dovrebbe, in alcun modo, arrogarsi il diritto di stabilire che per la persona disabile andrà sicuramente bene la figura del tutor, imponendoglielo come prerequisito per la partecipazione all’esame, solo magari perché a livello puramente pratico risulta più facile da organizzare. Bisognerebbe invece”, conclude Dal Maso, “applicare realmente l’inclusione fornendo i giusti strumenti, dispositivi idonei, tutte le varie tecnologie digitali a disposizione, per garantire pari opportunità rispettando le diversità di ciascun candidato”. Contattato da ilfattoquotidiano.it il dicastero guidato da Giuseppe Valditara non ha rilasciato alcuna risposta in merito alla vicenda.
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