“Intrugli senza senso che sfuggono a un’analisi accurata. Omaggia Pollock, ma non ha sentimento né verità”: il The Guardian stronca Ed Sheeran pittore

  • Postato il 11 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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L’emozione della vigilia c’era. Non essendo il suo lavoro principale, cioè comporre e cantare, Ed Sheeran era al settimo cielo per l’anteprima dell’esposizione delle sue tele al Cosmic Carpark Paintings di Londra. La pittura infatti è una delle grandi passioni dell’artista. Ma gli entusiasmi si sono spenti davanti ad una recensione dura del The Guardian.

“Amo dipingere, più per divertimento e per regalare agli amici, ma questa volta sono stato incoraggiato a farne una esposizione da Damien Hirst e Heni – ha scritto su Instagram -. Dipingo quando non lavoro su un disco, solo per fare qualcosa di creativo con il cervello. Ed è soprattutto spruzzare colori sulle tele, pensa un po’ per lo stile a Jackson Pollock… Non sono affatto un ‘artista’, ma amo fare arte, mi fa sentire benissimo, e amo il risultato finale. I dipinti sono in vendita se qualcuno li gradisce, e i miei ricavi saranno tutti devoluti alla Fondazione, quindi l’arte finanzierà l’arte. Mi piace l’idea. Ci sono anche stampe e altro merch disponibili, tutto molto divertente”.

La recensione del The Guardian è stata una lama sottile: “Un’arte astratta come questa dà una cattiva fama a tutta l’arte astratta, solo intrugli senza senso che sfuggono a un’analisi accurata. Una cosa è ovvia riguardo a Ed Sheeran pittore: non vuole rovinarsi i vestiti. Dipinge indossando una tuta protettiva bianca, come rivelano le foto, come se la vernice fosse materiale radioattivo o liquami. È in netto contrasto con una vera artista come Jenny Saville, che si ricopre completamente di vernice come una birichina di tre anni, per non parlare di Van Gogh, che l’ha mangiata”.

E ancora: “Lo fa per divertimento e beneficenza. E i suoi dipinti hanno più energia di quanto si possa pensare dalla sua elegante tuta protettiva. Deve essersi mosso un po’, agitando e versando i frizzanti blu-verdi, l’arancione acceso, il lime, mescolandoli come se stesse preparando dei cocktail. Sheeran ha ragione ad amare Pollock. Ma è presuntuoso e stupido pensare di poter riprodurre il suo genio nei propri giorni liberi perché, sapete, sembra piuttosto facile. Non lo è stato. È qui che gli artisti famosi sbagliano: pensano che l’arte sia divertimento, ma l’arte è sofferenza e follia (…) Non c’è sentimento, non c’è verità (…) Dipingendo le sue leggere e insignificanti creazioni astratte, evita un’attenta analisi e si cimenta nell’arte senza esporsi. Che professionista, anche da dilettante”.

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Il Fatto Quotidiano

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