Insegnanti di sostegno confermati su richiesta, associazioni a favore: “Atto concreto per la continuità didattica”
- Postato il 16 aprile 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
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Insegnanti di sostegno, anche precari e a scapito delle graduatorie, confermati dalle famiglie per dare continuità didattica agli studenti con disabilità. I sindacati e il Consiglio superiore della pubblica istruzione sono critici e il 10 aprile Flc Cgil e Gilda Unams hanno comunicato che hanno impugnato davanti al Tar del Lazio il decreto del 26 febbraio 2025 che introduce per la prima volta in Italia la possibilità di confermare il docente sul sostegno per lo stesso alunno con disabilità su richiesta specifica della famiglia, con l’approvazione del dirigente scolastico e consultato il Gruppo di Lavoro Operativo (GLO). Secondo le due sigle, “il decreto viola il principio di trasparenza” perché non tiene conto delle graduatorie.
A seguito dell’impugnazione da parte delle due sigle sindacali la Federazione italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie (Fish ) esprime “profonda contrarietà. Le posizioni espresse dai due sindacati sono miopi rispetto ai reali bisogni degli alunni con disabilità e delle famiglie, nonché parziali e fuorvianti nel richiamo a principi costituzionali e normativi”. Il decreto disciplina la possibilità di confermare il docente di sostegno anche per l’anno scolastico 2025/2026. Tuttavia , il decreto apre a una serie di quesiti, in particolare sul rapporto tra richiesta familiare e diritto alla nomina da graduatorie ufficiali. Cosa prevede? Entro il 31 maggio 2025 il dirigente scolastico acquisisce l’eventuale richiesta di continuità del docente di sostegno da parte della famiglia e, valutata la sussistenza delle condizioni per procedere alla conferma del docente, ne comunica l’esito all’Ufficio Scolastico Provinciale, al docente interessato e alla famiglia entro il 15 giugno 2025. In seguito il prof esprime la volontà di essere confermata con precedenza assoluta. Il rischio, dicono i sindacati, che si arriva ad una sorta di “privatizzazione” e “selezione familiare” degli insegnanti sul sostegno a scapito delle prerogative di gestione dell’istruzione pubblica.
Le associazioni sono di tutt’altro parere. Per Fish invece “la conferma del docente specializzato sul medesimo posto rappresenta un passo concreto verso il rispetto del principio della continuità didattica, elemento fondamentale nel percorso educativo e relazionale degli alunni con disabilità. Parlare, come fanno i sindacati, di lesione del diritto all’accesso al lavoro pubblico o di libertà d’insegnamento subordinato alla famiglia significa distorcere il senso ei limiti del provvedimento”. Il presidente della Fish e consigliere Cnel Vincenzo Falabella afferma che è ” è scorretto contrapporre la continuità educativa alla lotta al precariato. I due obiettivi possono e devono coesistere. La continuità per gli alunni con disabilità non è un ostacolo, ma una richiesta urgente che viene dalle famiglie, dalle scuole e da tutte le organizzazioni che si lavorano di inclusione”. Contattato da ilfattoquotidiano.it il presidente dell’Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettiva e disturbo del neurosviluppo Roberto Speziale spiega che “unitamente a Fish, Anffas ha fortemente voluto e sostenuto il diritto alla continuità didattica che rappresenta una grande conquista delle famiglie per migliorare il sistema di inclusione scolastica del nostro paese. Siamo pronti a difendere in ogni modo ed in tutte le sedi questa conquista”. Il numero uno dell’Anffas precisa che “non è la famiglia che sceglie. Si tratta solo, laddove la famiglia lo dovesse ritenere utile o opportuno, di poter richiedere al dirigente scolastico di mantenere la continuità con il medesimo insegnante di sostegno. Bisogna tenere conto”, concludono, “che in atto, spesso, c’è un continuo turnover degli insegnati con grave pregiudizio della qualità dell’inclusione scolastica. Quindi siamo assolutamente d’accordo che venga dato ai genitori questa possibilità di avanzare la richiesta, visto che, tra l’altro, non c’è alcun automatismo”.
Sul tema interviene anche Alessandro Chiarini, presidente del Coordinamento nazionale famiglie con disabilità (Confad). “Per quanto riguarda il tema della continuità ritengo che, in generale, il tentativo intrapreso con questo provvedimento è apprezzabile, tuttavia il successo dell’attuazione dipenderà dalla gestione amministrativa, dal coinvolgimento attivo del GLO e da un’efficace comunicazione tra scuola, famiglia e UST”, dice a ilfattoquotidiano.it Chiarini. “Questo decreto rappresenta un importante passo avanti nella tutela del diritto all’istruzione degli studenti con disabilità, ma richiede un’attenta implementazione per superare le prevedibili criticità operative e per sottoporre a puntuale verifica la qualità delle prestazioni dei non specializzati, dal momento che in questa misura sono ricompresi”. Secondo il numero uno di Confad occorre adottare una circolare esplicativa per le scuole e le famiglie in relazione al decreto, per spiegare con chiarezza procedura e applicazione. Infine Chiarini spiega che “sullo sfondo di questo provvedimento, è noto a tutti che permangono situazioni critiche e che debbono essere affrontate in maniera diversa dal passato, con riferimento all’ultimo rapporto dell’Istat che evidenzia la presenza di 15mila alunni senza assistenza all’autonomia e comunicazione e 5mila studenti senza assistenza materiale specialistica”. La strada per realizzare la piena inclusione scolastica lunga degli alunni con disabilità è ancora.
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