Incidenti stradali e auto usate, agosto ha un primato che pochi notano

  • Postato il 26 luglio 2025
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  • Di Virgilio.it
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Sempre più automobilisti cercano di conoscere il passato di un’auto usata prima dell’acquisto. Scelgono i report digitali, li leggono con attenzione, pensano di avere tutto sotto controllo, peccato che la realtà sia meno rassicurante. Aprile, in Italia, è il mese peggiore per entità dei guasti rilevati – oltre 13.000 euro a veicolo – in un mese dove le vendite accelerano. I veicoli incidentati rientrano, infatti, nel giro, e le fregature tendono a moltiplicarsi. Un’anomalia, se si guarda al numero di sinistri registrati: secondo i dati carVertical, aprile segna solo il 7,6% di danni rilevati, il terzo più tranquillo, dopo agosto (4,9%) e dicembre (6,6%).

Paradossale la quiete del mese ormai alle porte, che stride con l’immaginario collettivo fatto di code infinite, partenze intelligenti e autostrade bollenti. Secondo lo studio, condotta da carVertical, i mesi con la percentuale più alta di danni registrati in Italia sono, invece, febbraio (10,9%), novembre (9,8%) e ottobre (9%). Affidarsi unicamente ai documenti significa camminare sul filo del rasoio, in assenza del riscontro di qualcuno in grado di “leggere” un telaio perché la lamiera lucida può coprire un urto di rilevante entità, invisibile ai dati ma potenzialmente letale sulla strada.

Aprile, il mese più insidioso per gli acquirenti

“Questi picchi sono probabilmente legati al traffico pendolare, alle piogge improvvise e alla riduzione delle ore di luce tipica dell’autunno e dell’inverno”, spiega Matas Buzelis, esperto del settore automobilistico di carVertical. “In primavera, l’aumento della mobilità e i cambiamenti climatici possono cogliere di sorpresa gli automobilisti. Con le temperature in salita, molti si rilassano alla guida, ma strade più trafficate e un eccessivo senso di sicurezza possono tradursi in un maggior numero di incidenti”.

Difficile puntare il dito su un’unica causa, ma alcuni segnali tornano sempre. Il quarto mese dell’anno coincide con l’impennata dei passaggi di proprietà, spesso legata alla fine di contratti di leasing: diversi veicoli aziendali rientrano nel mercato in massa, molti con un passato pesante e un ritocco fresco di carrozzeria, mentre la primavera induce le persone a rimettersi in strada, più rilassata, meno attenta. Un mix esplosivo fatto di traffico in aumento, attenzione in calo, incidenti in salita e a quel punto, la catena parte, tra mezzi riparati in fretta, camuffati abbastanza da ingannare i compratori meno accorti.

In molti casi, le macchine hanno subito danni importanti: secondo carVertical, il valore medio stimato nelle vetture usate in Italia è di oltre 6.000 euro, il che implica con buona probabilità interventi strutturali seri, come la sostituzione di airbag, riparazioni su telaio, sospensioni o sistemi elettronici. Certi modelli coinvolti in incidenti importanti – SUV premium, auto aziendali o flotte a fine leasing – possono nascondere criticità strutturali anche da 10.000 a 15.000 euro, mascherati da una riverniciatura ben fatta.

Dove i report si fermano

I report digitali attingono a decine di database, includendo informazioni da assicurazioni, officine, Forze dell’Ordine, agenzie pubbliche e archivi europei. Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha promosso in modo attivo strategie di condivisione dati tra i Paesi membri, favorendo la tracciabilità di mezzi importati. In teoria, ogni passaggio, incidente o richiamo dovrebbe emergere, in pratica, la copertura resta parziale.

Un gruppo non trascurabile di Stati – specialmente dell’Est – evita sistematicamente di archiviare la totalità dei sinistri, oppure fa a meno di renderli accessibili. Se il veicolo è stato riparato fuori circuito assicurativo, o è transitato attraverso operatori disonesti, pronti a impiegare software o dispositivi illegali per resettare centraline, cancellare crash-data, camuffare airbag esplosi, ecco che le informazioni spariscono.

Un report è in grado di rivelare tanto, ma mai fornire un prospetto accurato al massimo. Lo scrivono anche gli operatori di carVertical: i dati raccolti tornano utili, certo, d’altro canto fermarsi qui è da incauti. Ai fini di una maggiore comprensione sullo stato in cui si trova un veicolo, vale la pena farlo guardare in prima persona a uno specialista, infatti, solo il telaio, sollevato sul ponte, può portare a galla delle anomalie, omesse nei documenti.

I controlli indispensabili

Il report mostra il passato documentato, la valutazione fisica evidenzia tutto quanto sfugge ai database. Per sapere se un’auto usata nasconde problemi strutturali sono indispensabili ispezioni fisiche mirate, eseguite da un’officina qualificata. Il processo professionale segue una checklist tecnica sui punti cruciali: assetto, elettronica, carrozzeria, telaio, componenti meccanici. Criticità strutturali si individuano sollevando l’auto, aprendo centraline, esaminando aspetti come:

  • assetto e allineamento ruote: il rilevamento di convergenza, campanatura (camber) e incidenza (caster) permettono di scoprire squilibri attribuibile a urti. Anche il comportamento su strada – ad esempio uno sterzo che tira da un lato – può indicare danni al telaio o a elementi strutturali;
  • lettura centraline OBD-II: vengono scandite tutte le ECU (non solo quella motore) per individuare codici errore nascosti, airbag disattivati, sistemi ABS/ESP non funzionanti. Alcuni venditori cancellano manualmente gli errori o usano resistenze per simulare airbag funzionanti;
  • misurazione spessore vernice: tramite spessimetro digitale si confrontano i valori tra pannelli. Se una portiera misura 95 µm e la fiancata 310 µm, è probabile che ci sia stato un intervento post-incidente (stucco, riverniciatura o sostituzione);
  • analisi sottoscocca e saldature: si cercano riparazioni artigianali, giunzioni non originali, punti di corrosione, staffe piegate o saldature fresche. In caso di incidente strutturale, spesso si agisce esclusivamente sul lato danneggiato;
  • controllo sospensioni, bracci, silent block, supporti motore: l’auto viene sollevata su ponte e testata a mano. Un gioco anomalo indica urti violenti o usura avanzata;
  • test dinamico su strada: si rilevano vibrazioni, reazioni incoerenti dello sterzo, risposta irregolare del motore e frenata sbilanciata. Serve a capire ciò che il banco non dice.

Un accertamento completo dura tra i 45 e i 60 minuti, durante i quali il veicolo viene sollevato su ponte, controllato dal basso, testato su strada e collegato agli strumenti di diagnostica. Si va da verifiche meccaniche a quelle elettroniche, alla ricerca di movimenti irregolari nei bracci e nelle sospensioni, si misura lo spessore della vernice sui pannelli, si leggono gli errori celati nelle centraline, in maniera da stabilire segni invisibili di urti, manomissioni, riparazioni superficiali.  Il costo cambia in base alla complessità dell’analisi e al tipo di officina: nelle strutture qualificate si va in genere da 70 a 150 euro, una cifra modesta rispetto al rischio di acquistare una macchina truccata.

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Virgilio.it

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