Festival delle Invasioni 2025: Nina Zilli ha acceso il cuore di Cosenza sulle note di “Feeling good”
- Postato il 23 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Festival delle Invasioni 2025: Nina Zilli ha acceso il cuore di Cosenza sulle note di “Feeling good”
Festival delle Invasioni 2025: Nina Zilli ha acceso il cuore di Cosenza sulle note di “Feeling good” travolgendo il pubblico in un “vortice urbano”. Tutte le curiosità nell’intervista alla cantautrice emiliana.
COSENZA – Con un concerto esplosivo e travolgente, Nina Zilli ha acceso il cuore di Cosenza, inaugurando ufficialmente la XXVII edizione del Festival delle Invasioni. “Vortice urbano” non è un titolo, è un colpo di tamburo che scuote le pietre, attraversa le strade, risveglia i balconi, trasforma i vicoli in palcoscenici. Il Festival, promosso dal Comune di Cosenza, con la direzione artistica di Gianluigi Fabiano, fino al 28 luglio, trasformerà il centro storico in un crocevia di musica, teatro, poesia, arte e tecnologia.
A rompere il silenzio in Piazza XV Marzo, la voce intensa, ruvida e graffiante del cantante e musicista calabrese Orazio Nicoletti ha scaldato da subito la platea di casa. Poi, un silenzio carico d’attesa. Con passo deciso e sorriso contagioso, Nina Zilli ha fatto il suo ingresso da vera diva sulle note di “Feeling Good”, avvolta in un lungo abito nero con guanti eleganti e una lunga treccia che scivolava sulla spalla. Un’entrata scenografica che ha catturato la piazza, con la sua voce calda e potente a evocare le grandi artiste soul e jazz che l’hanno ispirata pur restando fedele alla sua inconfondibile cifra stilistica che negli anni l’ha consacrata tra le voci più apprezzate del panorama italiano.
Il concerto si è trasformato presto in una grande festa: nel cuore dello show, Nina Zilli ha indossato un abito corto dorato, che catturava le luci a ogni movimento, con una corona di piume che le ha conferito un’aura regale e ribelle. Un tuffo irresistibile negli anni d’oro del cabaret. Accompagnata dalla band Motherfuckers (Nico Roccamo alla batteria, Orazio Nicoletti al basso, Fabio Merigo alla chitarra, Riccardo Di Paola al pianoforte, Pepe Ragonese alla tromba, Michele Monestiroli al sax), l’artista ha portato in scena un live pieno di energia, intessuto delle sue hit più amate e di omaggi a icone come Mina, Celentano, Massimo Ranieri e Nina Simone.

Tra i brani in scaletta: “50mila”, “L’uomo che amava le donne”, “Per sempre”, “Mi hai fatto fare tardi”, “Bacio D’A(d)dio”, “Sola”, “L’amore è femmina”, “L’amore verrà”, “L’inferno”. E poi, sotto la luna, “My Blue”: il suo nuovo brano in uscita, scritto prima di sapere che sarebbe diventata madre, diventato ora una dolcissima dedica alla figlia. Poi, un messaggio di pace, lanciato in una piazza che cantava e ballava, come se per un attimo il mondo fosse un posto più giusto. E c’era qualcosa di magico in quella voce che danzava sul pubblico, in quell’aria che sapeva di estate, di Sud, di libertà.
In questa notte cosentina che profuma di note e promesse, resta solo da augurarsi di lasciarsi invadere ancora. Di restare devastati — come diceva Nina Simone — da un vortice che non distrugge ma ricostruisce. Di tornare a casa, sì, con gli occhi lucidi, i piedi stanchi e il cuore spalancato. E di avere voglia, ogni volta, di farsi attraversare da una musica che, in fondo, è sempre una promessa di rinascita. Al termine del concerto, abbiamo intervistato Nina Zilli dietro le quinte, ancora illuminata dall’adrenalina e da quel bagliore che resta addosso quando la musica tace, ma il cuore continua a battere forte.
Nina Zilli, la sua musica è una contaminazione di generi musicali differenti, abbraccia soul, pop, reggae, incarnando perfettamente l’anima del Festival delle Invasioni. Cosa significa per lei aver inaugurato questa kermesse?
«Mi fa molto piacere, perché spesso il concetto di invasioni può spaventare, e invece è la cosa che fa evolvere il mondo. È bellissimo mescolarsi, invadersi di cultura, emozioni, bellezza, gioia. Evviva le invasioni!»
Ha portato sul palco omaggi a Mina, Celentano, Massimo Ranieri, Nina Simone. Qual è l’insegnamento che porta con sé di questi grandi artisti?
«Hai detto bene. Loro sono stati i miei insegnanti di canto. Ho studiato canto lirico e pianoforte, ma i veri maestri che mi hanno insegnato a cantare con emozione sono loro, e potrei aggiungere Etta James e tanti altri. Da loro si impara sempre. Inoltre, ringrazio il mio bravissimo logopedista».

Qual è il brano che più la rappresenta?
«Tutte le mie canzoni preferite sono quelle degli ultimi dischi, come “Bellissimo” e “Dormi, Dormi”».
E “My Blue” che ha presentato in anteprima?
«L’ho scritta nel 2020 senza sapere che nel 2023 sarebbe nata mia figlia. L’ho dedicata inconsciamente a lei, la musica regala tante emozioni e innumerevoli sorprese».
Durante il concerto ha lanciato un messaggio di pace molto intenso…
«L’augurio di arrivare a un mondo paritario, unico, dove la vita non deve essere un privilegio ma un diritto di tutti. Un mondo di pace. Un mondo d’amore. Oggi e per sempre!».
Che vibrazioni spera di aver lasciato al pubblico della Rendano Arena?
«Cito Nina Simone. All’inizio, lei voleva solo far divertire il pubblico, poi ha capito che voleva devastarli. Ma non nel senso distruttivo, bensì farli tornare a casa a pezzi — completamente travolti dalla sua musica, dall’energia esplosiva della sua band. Spero che anche questo concerto abbia lasciato il pubblico “devastato” in senso buono».
Nina Zilli, quali sono i suoi prossimi progetti?
«Ovviamente, musica, musica, musica e un bel disco. Poi, tante altre cose».
Il Quotidiano del Sud.
Festival delle Invasioni 2025: Nina Zilli ha acceso il cuore di Cosenza sulle note di “Feeling good”