Inchiesta sulla polizia locale: le vittime dei pestaggi chiamate davanti al giudice a ribadire le accuse
- Postato il 1 luglio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Il giudice per le indagini preliminari Andrea Morando ha disposto, su richiesta della pm Sabrina Monteverde, un incidente probatorio per sentire come testimoni i tre cittadini stranieri minacciati e picchiati da alcuni dei 15 agenti del reparto sicurezza urbana della polizia locale indagati per falso e lesioni aggravate.
Secondo l’accusa nei verbali parlavano di atti di autolesionismo o di resistenza per giustificare le botte e le lesioni. Essendo le vittime tutti stranieri irregolari sul territorio e senza una dimora stabile, il rischio è che diventino irreperibili e quindi non possano più essere chiamati a testimoniare se e quando le indagini sfoceranno in un processo. Da cui la necessità di “anticipare la prova” attraverso l’incidente probatorio, dove i tre testimoni, indagati in procedimento connesso, non potranno avvalersi della facoltà di non rispondere ma saranno assistiti dai loro avvocati. L’udienza è stata fissata il 7 luglio.
Uno di loro, un cittadino ecuadooriano di 45 anni (difeso dall’avvocata Vittoria Garbarini) era stato fermato la notte di Capodanno del 2024 e portato negli uffici di via Ortiz. Nel verbale avevano scritto che si era gettato a terra compiendo atti autolesionistici mentre per l’accusa era stato fatto inginocchiare e poi colpito con calci alle costole e con un manganello sulla schiena. E nella chat “Quei bravi ragazzi? gli agenti si vantavano del trattamento: ““Primi cioccolatini dell’anno dispensati” scrivono. Chi è il dottore?” chiede uno dei partecipanti alla chat. “Ha gradito da più dottori”, “Ne ha mangiati tanti gusti a sto giro, era ghiotto e affamato” dicono ancora sempre utilizzando la metafora dei dolci e delle caramelle per indicare le botte e postando la foto dell’arrestato in manette. “Cos’ha combinato sto Coglionazzo????” chiede un altro e e uno degli indagati risponde “A de Ferrari è un po’ su di giri, ha voluto fare un brindisi con noi”, “Ha brindato rompendo il bicchiere in testa“.
Un giovane pusher tunisino invece era stato portato – l’arresto risale al 13 febbraio 2024 – anche lui negli uffici di piazza Ortiz e colpito alle costole e ai testicoli anche con un manganello telescopico (ne sono stati sequestrati 9 negli armadietti degli indagati) dopo essere stato accompagnato in bagno. Una delle agenti di polizia locale grazie alle quali è partita l’inchiesta aveva anche girato e poi consegnato in procura un video del ragazzo che urlava dal dolore dicendo in arabo di essere stato picchiato. Il giovane – che non è minorenne contrariamente a quanto precedentemente rilevato dagli agenti della squadra mobile – il giorno dopo insieme al tutor dell’hotel dove erano ospitati alcuni giovani migranti era andato in ospedale a farsi refertare. Ma in chat i responsabili del pestaggio si mostrano tranquilli: “Tanto è la sua parola contro la nostra che siamo pubblici ufficiali”. Poi vengono postate le foto del fotosegnalamento e gli agenti si divertono a commentare i ““sussurri nell’orecchio”, al fermato per provocarlo. E lo irridono “Si era rotto le palle” alludendo alle botte sui testicoli o ancora “La Sacher di oggi gli è rimasta sullo stomaco”
Il terzo cittadino straniero che sarà sentito in incidente probatorio è un cittadino egiziano di 36 anni: secondo quanto denunciato ai poliziotti della squadra mobile sarebbe stato picchiato il 28 febbraio di quest’anno nell’auto di servizio e poi ancora una volta nei bagni del comando di piazza Ortiz: pugni e calci dopo averlo gettato a terra. In questo caso la prognosi è stata di 21 giorni con la frattura del naso e traumi vari alla schiena e al torace.
A questi episodi si aggiungono i presunti furti durante alcuni sgomberi (per questo ad alcuni agenti è contestato il reato di peculato) ma soprattutto un sistema -secondo la pm Monteverde – che prevedeva un “uso spregiudicato della violenza” e continue minacce “nei confronti di soggetti ai margini della società, non in grado di difendersi al cospetto di uomini in divisa, forti del fatto che la loro parola di pubblici ufficiali non potrebbe mai essere messa in discussione”. I 15 agenti indagati (difesi dagli avvocati Maurizio e Andrea Tonnarelli, Igor Dante e Sabrina Franzone) nel frattempo sono stati trasferiti a incarichi non operativi.