Inchiesta Regione Calabria, la difesa del giornalista Fortuna coinvolto nel filone vibonese
- Postato il 8 luglio 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 1 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Inchiesta Regione Calabria, la difesa del giornalista Fortuna coinvolto nel filone vibonese
La replica del giornalista Fortuna: «Il mio lavoro c’è, ho fiducia nella giustizia», contratti, consulenti e compensi il punto sul filone “vibonese” dell’inchiesta sulla Regione Calabria
VIBO VALENTIA – Le acque in Regione continuano ad essere agitate per via del nuovo e delicato filone d’inchiesta della Procura di Catanzaro – guidata dal procuratore Salvatore Curcio – condotta dalla Guardia di Finanza che vede al centro gli incarichi di consulenza ritenuti sospetti, affidati dalla struttura del Sub Commissario nazionale alla Depurazione, Antonino Daffinà, 63 anni, esponente di punta di Forza Italia.
Gli inquirenti ipotizzano il reato di peculato per aver erogato denaro pubblico – attraverso compensi professionali – senza un’effettiva corrispondenza tra gli incarichi assegnati e le attività realmente svolte. L’inchiesta coinvolge quattro figure: oltre allo stesso Daffinà, risultano indagati Veronica Rigoni, 35 anni, segretaria particolare del governatore Roberto Occhiuto; Giulio Nardo, docente universitario dell’Unical; e il giornalista vibonese Antonino Fortuna.
I consulenti finiti nel mirino erano legati contrattualmente a Sogesid S.p.A., società in house del Ministero dell’Ambiente, e Eutalia Srl, altro soggetto pubblico di supporto amministrativo. I contratti prevedevano compensi fino a 38.400 euro annui, con eventuali proroghe ma secondo gli inquirenti, alcuni dei professionisti non avrebbero mai svolto concretamente le attività previste.
RIGONI TRA SEGRETERIA E COMUNICAZIONE: DOPPIO RUOLO NEL MIRINO E IL CASO NARDO: “CHE C’ENTRA LUI?”
Veronica Rigoni – segretaria personale del presidente Occhiuto – avrebbe svolto anche l’incarico di consulente alla comunicazione nella struttura commissariale. Le intercettazioni raccolte indicano perplessità da parte di funzionari interni: «Non ha fatto niente», avrebbe detto una dirigente Sogesid, accompagnando la frase con un gesto eloquente. Tra le sue mansioni previste figuravano la gestione dei social media, le relazioni con i media, l’ufficio stampa e la produzione di report mensili.
LEGGI ANCHE: Incarichi d’oro, l’inchiesta tocca la segreteria di Occhiuto
Più criptica la posizione del docente universitario Giulio Nardo, professore ordinario di procedura civile. Il suo nome emerge in una conversazione intercettata tra Daffinà e una collaboratrice, che a bassa voce afferma: «Niente, che quello che cazzo c’entra?». Il sub commissario avrebbe chiesto se fornisse almeno delle relazioni. Risposta: «E certo, eheh», seguita poi da un netto: «No, basta. Blocca tutto».
IL CASO FORTUNA: RENDICONTAZIONI E CHIARIMENTI VIBONESE NELL’AMBITO DELL’INCHIESTA ALLA REGIONE
Il giornalista Antonino Fortuna sarebbe stato incaricato per attività di comunicazione istituzionale, supervisione dei contenuti digitali, sito web e ufficio stampa. Secondo quanto emerso, una funzionaria si sarebbe lamentata della mancanza di materiale video previsto da una relazione: «Dice che ha fatto video, ma dov’è il video?». Tuttavia, sembrerebbe che le mansioni affidate a Fortuna – selezionato tramite Eutalia Srl – non prevedessero produzione video, bensì comunicazione istituzionale che secondo l’interessato sarebbe stata “documentata e regolarmente rendicontata”.
Antonino Fortuna ha affidato la sua risposta a un post pubblico sui social: «Io credo fermamente nella giustizia e ho una fiducia incondizionata nella magistratura. Non basterà un’intercettazione, peraltro indiretta, a farmi cambiare idea. Sarà tutto chiaro a brevissimo. Il mio lavoro c’è, è ampio e documentato, fatto con scrupolo, passione e (credo) una certa competenza. Ritengo sia sufficiente esibirlo per mettere fine a questo incubo».
LA PROCURA INDAGA: “COMPENSI NON DOVUTI”
La Guardia di Finanza e la Procura di Catanzaro ipotizzano che Daffinà, “in concorso con ciascuno dei consulenti”, si sia adoperato per destinare fondi pubblici a incarichi non giustificati da reali prestazioni. L’indagine è ancora in corso e punta a far luce su un presunto sistema di incarichi clientelari e uso opaco delle risorse pubbliche in un settore – quello della depurazione – strategico per la salute ambientale della Calabria.
Il Quotidiano del Sud.
Inchiesta Regione Calabria, la difesa del giornalista Fortuna coinvolto nel filone vibonese