Incarichi d’oro, l’inchiesta tocca la segreteria di Occhiuto
- Postato il 6 luglio 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 1 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Incarichi d’oro, l’inchiesta tocca la segreteria di Occhiuto
La Guardia di Finanza di Catanzaro fa tremare la struttura della Depurazione in Calabria, guidata da Tonino Daffinà, indagato nell’inchiesta
VIBO VALENTIA – L’inchiesta su Regione e dintorni si focalizza sulle consulenze profumatamente pagate dalla struttura del Sub commissario nazionale alla Depurazione della Regione Calabria. Le consulenze riguardano tre persone incaricate di svolgere determinate mansioni senza però – è l’assunto degli inquirenti – raggiungere i risultati richiesti, ma ricevendo comunque un lauto compenso. L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Catanzaro e coordinata dalla Procura del capoluogo di Regione (LEGGI LA NOTIZIA) che da qualche giorno sta travolgendo la Cittadella, accende i riflettori dunque su due soggetti operanti nel campo dell’informazione, rispettivamente V.R. e A.F. e di un terzo, G.N. (docente universitario presso l’Unical), specializzato in diritto processuale civile. Gli ultimi due sono vibonesi.
ASSUNTI CON CONTRATTO DA 38MILA EURO L’ANNO
I primi due sono stati assunti con contratti di lavoro autonomo di natura professionale stipulati a seguito di colloqui sostenuti tra il febbraio e il marzo del 2024 in qualità di “Esperto Middle Social media manager per l’area Digitale e Comunicazione”, a supporto della struttura commissariale alla Depurazione. Per quanto concerne il primo, la firma è avvenuta l’8 aprile 2024, per la durata iniziale di un anno e un compenso non superiore a 38.400 euro (oltre Iva, se dovuta), poi prorogato fino al 31 dicembre 2025, per un compenso massimo di 28.160 euro (oltre Iva, se dovuta); per il secondo invece il rapporto di lavoro è stato avviato il 19 febbraio per concludersi esattamente l’anno successivo, col medesimo compenso ma a quanto pare senza proroga.
L’INCARICO AL DOCENTE UNIVERSITARIO VIBONESE
Sull’incarico al docente universitario gli investigatori hanno intercettato una conversazione del 12 giugno scorso tra una dipendente della Sogesid Spa (già collaboratrice dei subcommissari), con Tonino Daffinà, figura attorno alla quale ruota questo filone di indagine e fedelissimo del governatore regionale. Una interlocuzione che sarebbe verosimilmente avvenuta nell’ufficio dell’esponente di Forza Italia dove i due, dopo aver discusso delle indagini in corso relative al Presidente Roberto Occhiuto, sono entrati nel merito della vicenda. Nello specifico, la donna, parlando a bassa voce, avrebbe bisbigliato “stiamo attenti”; Daffinà avrebbe risposto chiedendole cosa stesse facendo il docente e la sua interlocutrice avrebbe replicato: “Niente che quello che cazzo c’entra?”. Alla successiva domanda di Daffinà, volta a sapere se il prof inviasse “relazioni e/o consigli”, la risposta della dipendente era stata la seguente: “E certo, eheh”. Al che, il sub commissario avrebbe intimato di bloccare tutto perché “chi non viene… aveva l’obbligo di venire in Regione la settimana” e a quel punto l’interlocutrice gli avrebbe ricordato che “con lui mi hai detto di stare proprio elastica e quindi…”. Parole cui avevano fatto seguito quelle conclusive di Daffinà: “No, basta, basta!”.
L’INCARICO AFFIDATO ALLA CONSULENTE IMPEGNATA NELLA COMUNICAZIONE
Sempre nel corso della conversazione la dirigente Sogesid, discutendo delle attività dei consulenti (e dopo aver chiarito che il docente non ne svolgeva, di fatto, alcuna), faceva presente a Daffinà che “o V. R…”, accompagnando, secondo gli investigatori, le parole con un gesto eloquente, che sembrerebbe indicare che la stessa non svolga alcuna attività. Quanto all’identificazione di “V. R.”, viene riportato una conversazione del 7 aprile scorso tra Daffinà che si lamentava e Guido Spadafora (non indagato), autista del Presidente della Regione, dell’entità del compenso percepito in ragione del proprio incarico di subcommissario. Al riguardo, Spadafora gli faceva notare come i consulenti guadagnassero più di lui, menzionando, ai fini del computo degli introiti della ragazza, tra gli altri, “tremila i tua” (il riferimento è a 3.520 euro lordi, suggestivamente definiti “i tua”, spettanti alla consulente, quale compenso massimo dovuto dalla Eutalia Srl).
Sul punto, la Finanza precisa che la consulente in questione fa parte della segreteria particolare del Presidente della Regione Calabria. V.R. svolgerebbe per Occhiuto, un’attività che – per come ricostruita sulla base delle intercettazioni – appare poco compatibile con l’ulteriore impegno assunto in occasione della stipula del predetto contratto. Infatti, sulla base delle pattuizioni contrattuali con Eutalia srl, V.R. “era tenuta a garantire il proprio supporto, alla programmazione e realizzazione delle strategie di comunicazione e di relazione con i media, attivando le necessarie iniziative per promuovere e tutelare l’identità della struttura Commissariale, anche attraverso la gestione dei canali social”; “alla gestione delle attività di promozione e sviluppo dei rapporti con la stampa e gli organi di informazione”.
Tra gli altri compiti da assolvere quello “alla comunicazione interna, alla comunicazione istituzionale e all’attività di ufficio stampa” e di “assicurare una reportistica rivolta a restituire un adeguato quadro sullo stato di avanzamento delle attività di supporto svolte”. Infine, tra le mansioni vi era quella di trasmettere “alla committente una relazione mensile sulle attività svolte, al fine di consentire il monitoraggio e la rendicontazione dell’attività stessa, indicando le attività svolte con riguardo alle tematiche attinenti al presente incarico, il numero delle giornate di consulenza effettivamente utilizzate nel periodo di riferimento e rendicontabili, con l’avvertenza che non potranno essere computati le giornate di sabato e domenica come giornate lavorative, se non preventivamente autorizzate” e a emettere fattura solo “Una volta che detta relazione verrà approvata dalla committente”.
L’INCARICO AFFIDATO AL CONSULENTE VIBONESE NEL SETTORE DELLA COMUNICAZIONE
Il dialogo del 12 giugno ha portato gli investigatori ad inquadrare la condotta anche dell’altro consulente, A.F., di Vibo, assunto sempre nel campo della comunicazione: “Cioè, io quella cazzo di relazione che mi aveva fatto, ci aveva messo cose… produzione di video… ho detto “scusa ma dov’è il video?” nel momento in cui viene un controllo, no… dice “fammi vedere il video che gli facciamo vedere?’”. A.F. era stato chiamato tra l’altro ad occuparsi “del supporto alla programmazione e realizzazione delle strategie di comunicazione e dei rapporti con la stampa e gli organi di informazione, supporto alla comunicazione interna, supporto alla comunicazione istituzionale e all’attività di ufficio stampa, supervisione della comunicazione digitale e dei [sic] contenuti del sito web, predisposizione della rassegna stampa sui temi di interesse, supporto nell’organizzazione di eventi e conferenze stampa”.
LE CONCLUSIONI DEI FINANZA E PROCURA DI CATANZARO
Andando alle conclusioni gli inquirenti hanno cristallizzato le condotte evidenziando che Antonino Daffinà, in concorso con ciascuno dei tre consulenti sopra indicati, abbia avuto – per ragione del suo ufficio di subcommissario del Commissario straordinario unico per la depurazione e il riuso delle acque reflue – la disponibilità di denaro pubblico, “se ne sia appropriato, adoperandosi per farlo consegnare, sotto forma di compensi non dovuti, ai predetti consulenti”.
Il Quotidiano del Sud.
Incarichi d’oro, l’inchiesta tocca la segreteria di Occhiuto