“In passerella la mia collezione è diventata reale”: Fashion Graduate Italia dà voce ai sogni dei nuovi designer. L’evento che apre le scuole di moda alla città
- Postato il 31 ottobre 2025
- Moda E Stile
- Di Il Fatto Quotidiano
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In passerella la mia collezione è diventata movimento, respiro, presenza. Si è resa vulnerabile e, al contempo, ha trovato la sua forza nel contatto con lo sguardo altrui”. Le parole sono di Chiara Cavalieri, studentessa dello IED, e racchiudono perfettamente il senso di Fashion Graduate Italia: un evento che non è solo una sfilata, ma un rito di passaggio, il momento in cui un’idea, coltivata per mesi sui banchi di scuola, si trasforma in realtà e incontra il mondo. In un’industria che dibatte sul proprio futuro, tra crisi di mercato e dubbi sulla creatività, la rassegna milanese, giunta alla sua undicesima edizione, riparte dalle fondamenta: il talento. Dal 28 al 30 ottobre, negli spazi di BASE Milano, diciotto tra le più importanti scuole di moda italiane hanno aperto le porte al pubblico, dimostrando che i sogni, per realizzarsi, hanno bisogno di visibilità, supporto e di un ponte solido verso il mondo del lavoro.
Il motto dell’edizione 2025, “Costruire Ponti, Costruire Sogni”, non è solo uno slogan suggestivo, ma una presa di posizione. In un mondo diviso, la moda si fa linguaggio universale, capace di connettere culture e generazioni: “Costruire ponti tra mondi diversi è la sfida più ambiziosa della formazione contemporanea”, afferma Matteo Secoli, presidente di PSFM ETS. “Le nostre scuole connettono culture, generazioni e competenze per dare forma a nuovi orizzonti. La formazione è il luogo dove le idee incontrano l’impresa, dove la creatività si traduce in visione concreta e dove i sogni iniziano a trasformarsi in opportunità”. Questo “ponte” è stato reso tangibile: oltre alle sfilate, il programma ha offerto portfolio review, incontri con le aziende e un hub dedicato ai diplomandi. Un’occasione, come sottolineato dall’assessora Alessia Cappello, per confermare Milano come “centro d’eccellenza nella formazione del settore più iconico del Made in Italy”.
Le collezioni in passerella: il debutto dei creativi del domani
A raccontare il presente e il futuro della moda italiana sono state le collezioni presentate dalle diverse accademie protagoniste dell’edizione 2025. In passerella si sono alternati i lavori degli studenti di NABA, Istituto Marangoni, IED, Accademia Costume & Moda, AFOL Moda, Modartech, IUAD, LABA Firenze e di altre scuole del network. Le sfilate hanno mostrato un panorama variegato: dalla sperimentazione materica e tecnologica alla riscoperta delle tecniche artigianali, dalla sostenibilità come valore concreto alla contaminazione tra discipline, musica, performance e arti visive. Una pluralità di voci che, insieme, raccontano la complessità e la vitalità della formazione italiana nel campo della moda.
L’edizione 2025 si è aperta con lo IED Graduate Fashion Show, che ha portato in scena il best of di otto designer diplomati in Fashion Design, una collettiva eterogenea che ha dato voce alla pluralità di linguaggi della scuola. In passerella si sono alternati progetti che esplorano i cambiamenti del contemporaneo e la tensione tra individuo e società: dalle capsule collection uomo, donna e genderless alle riflessioni sul cambiamento climatico, sulla sostenibilità e sull’identità. Tra i protagonisti, Stiven Harapi (Ty_ga), Chiara Cavalieri (Essere per sé), Chiara Gallo (La brava bambina), Arian Mahmoudzadeh (The new Persia), Umberto Fenicchia (Teche), Nicola Demontis (Resilience), Mia Agopian (Between the lines outsider) e Filippo Sansalone (Say cheese). “Fashion Graduate Italia rappresenta uno sguardo a 360 gradi sulle nuove linfe che rigenerano i linguaggi della moda”, ha commentato Danilo Venturi, direttore IED Milano e vicepresidente di PSFM, “un momento in cui la ricerca restituisce ampiezza e profondità al gesto creativo”.
Il 29 ottobre è stata la volta dell’Accademia Costume & Moda, che ha presentato le Haute Couture Capsule Collection dei dodici designer del Master Accademico in Alta Moda, Fashion Design. Le collezioni, firmate da Andrea Chiarato, Carolina Balbinotto, Joana Rrapaj, Leonardo Marinelli, Maddalena Guidi, Maria Luisa Muller, Mattia Sechi, Mia Hasak, Mikhail Errol Albano, Pablo Andreozzi, Ran Zhou e Sara Hegyi, hanno composto un mosaico di estetiche e pensieri dove ogni abito è gesto narrativo e segno di identità. Dalle trame leggere di Il Luogo dei Fili Leggeri ai richiami letterari di Tra le Lettere, dai toni onirici di Whisper at the Wonder Bar ai riferimenti urbani di La Città Invisibile, le capsule hanno raccontato un intreccio di sensibilità e tecniche sartoriali, tra tradizione e sperimentazione. Centrale, anche in questo caso, il tema della sostenibilità: grazie alla collaborazione con aziende del distretto tessile italiano, i designer hanno lavorato con tessuti realizzati ad hoc e deadstock pregiati, trasformando la materia in linguaggio. Un modo per ribadire, come sottolinea l’Accademia, che la moda può ancora “emozionare, trasformare e far pensare”.
Il punto di vista degli studenti
Abbiamo raccolto le voci di alcune studentesse del corso di Fashion Design dello IED, protagoniste della passerella di questa edizione. Le loro parole restituiscono la consapevolezza e il valore formativo che un evento come il Fashion Graduate Italia rappresenta per chi si affaccia al mondo del lavoro. Per Chiara Cavalieri, la partecipazione è stata “un’occasione unica per presentare la mia collezione Essere per sé al di fuori della realtà accademica, un momento prezioso per condividere la mia visione e sensibilità artistica con il pubblico, in un ambiente professionale e denso di creatività. In passerella Essere per sé è diventata movimento, respiro, presenza. In un dialogo corale con gli spettatori le creazioni si rendono vulnerabili e, al contempo, trovano la loro forza nel contatto con lo sguardo altrui: diventano presenze autonome, capaci di abitare lo spazio e di dialogare con il mondo”. Cavalieri sottolinea inoltre il valore dell’esperienza anche sul piano pratico: “Abbiamo vissuto momenti preziosi che ci hanno permesso di entrare in contatto con i professionisti del settore e di comprendere le complesse dinamiche organizzative che si celano dietro una sfilata. L’emozione si è trasformata in azione, accompagnata dal desiderio che tutto funzionasse come immaginato. È un forte incoraggiamento a coltivare con cura e perseveranza le proprie ambizioni, imparando a comunicare la propria identità creativa in modo autentico e consapevole”.
Anche Chiara Gallo conferma quanto l’evento funga da passaggio fondamentale a livello formativo: “L’opportunità di sfilare al Fashion Graduate ha rappresentato la conclusione ideale del percorso di studi. È stata un’esperienza stimolante e gratificante, poiché mi ha dato la possibilità di presentare il mio progetto al pubblico in un evento aperto e partecipato”. Gallo considera l’iniziativa “un vero trampolino di lancio per i giovani designer: occasioni preziose che permettono di farsi conoscere e, al tempo stesso, di mantenere una piena libertà di espressione. Sono momenti che valorizzano ogni partecipante per la propria individualità e danno grande visibilità a tutti i progetti, riconoscendo l’impegno e la creatività di ciascuno”.
Milano al centro: formazione e impresa, un dialogo necessario
Uno dei pilastri dell’evento è il dialogo tra formazione e mondo del lavoro. Il programma dell’evento ha proposto momenti di confronto con le aziende, portfolio review, incontri e un hub online dedicato ai migliori lavori dei diplomandi. In un contesto sempre più globale, Milano consolida il proprio ruolo di capitale non solo della moda ma anche della fashion education. Grazie al progetto Talent to Talent, realizzato con il Comune di Milano nell’ambito del programma City to City, l’evento apre le porte a dodici istituzioni internazionali di moda e design provenienti da quattro continenti. “Milano conferma la sua attenzione ai talenti della moda di domani”, sottolinea l’assessora Alessia Cappello, “dimostrando di non essere solo un hub maturo della fashion industry, ma anche un centro d’eccellenza nella formazione del settore più iconico del made in Italy”. Cos’, Fashion Graduate Italia ha mostrato non solo il lavoro e la fatica necessari per creare una collezione da zero, ma ha ribadito l’importanza di investire su chi immagina il futuro, dando ai sogni la struttura e la visibilità necessarie per diventare il Made in Italy di domani.
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