In Maserati a 200 all’ora, incolpa il suocero di 90 anni
- Postato il 23 settembre 2025
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- Di Virgilio.it
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Una Maserati lanciata a quasi 200 km/h lungo la superstrada, immortalata dall’autovelox di Veroli, si è trasformata in un caso giudiziario per il tentativo del conducente di scaricare la responsabilità sul suocero novantenne. Nel 2021, lungo la Sora–Ferentino, il bolide del Tridente è stato pizzicato dall’occhio elettronico dell’autovelox e per evitare la multa, con annessa decurtazione dei punti dalla patente, il cinquantenne ha scelto una strada ancora più rischiosa della corsa: presto potrebbe pagarla a caro prezzo.
La scusa del suocero novantenne
Pur di scampare alla sanzione economica, l’imputato ha addossato la responsabilità al suocero, novant’anni compiuti, sostenendo che fosse lui alla guida della vettura, tuttavia, i tentativi sono apparsi subito sospetti, compresa un’autocertificazione a nome del parente. Abituati ad affrontare ogni genere di situazione, gli investigatori hanno ritenuto difficile immaginare un uomo novantenne alle prese con una coupé da oltre 400 CV, capace di accelerazioni violente e velocità da pista.
L’ipotesi appariva surreale, soprattutto considerando che l’età avanzata è uno dei fattori più delicati nella gestione della guida, come confermano le recenti statistiche sul forte aumento del rischio di incidente una volta superati gli ottant’anni. Gli inquirenti hanno, dunque, deciso di approfondire e dalle verifiche è emerso che il suocero non solo non era al volante, ma era totalmente all’oscuro dell’intera vicenda. Con queste risultanze, il cinquantenne, assistito dall’avvocato Antonio Ceccani, dovrà comparire al tribunale di Frosinone il prossimo dicembre per rispondere delle accuse di sostituzione di persona e falsità ideologica in atto pubblico.
Cosa rischia
Nel dettaglio, la “sostituzione di persona” si configura quando qualcuno attribuisce ad altri la responsabilità di un proprio comportamento, con conseguenze che vanno da una multa salata fino alla reclusione. La “falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico”, invece, riguarda l’aver presentato un documento non veritiero a un’autorità, in questo caso l’autocertificazione del suocero. La tipologia di reati può comportare pene fino a due anni di carcere e in passato hanno già portato a condanne in casi analoghi di infrazioni stradali camuffate.
Reso di dominio pubblico dalla testata Ciociaria Oggi, l’accaduto è emblematico di come una trasgressione al volante possa degenerare in conseguenze giudiziarie ben peggiori. Infatti, al di là della multa o della sottrazione di punti della licenza di guida, è possibile rispondere di capi d’imputazione molto seri.
Tra gli inquirenti sussistono pochi dubbi sul fatto che al volante della Maserati ci fosse il cinquantenne, e la scelta di attribuire la responsabilità a un parente così anziano, a maggior ragione ignaro della vicenda, ha finito per rendere l’episodio ancora più grottesco, trasformando un semplice eccesso di velocità (dalle fattezze simili alle scorribande di una 22enne sull’A2 da poco emersa alle cronache) in una querelle giudiziaria dal risvolto paradossale.
Sarà il giudice, a dicembre, a stabilire l’epilogo, intanto però serpeggia l’immagine della supercar sfrecciante a folle andatura lungo la superstrada ciociara e la memoria di una giustificazione che, anziché allontanare i sospetti, ha finito per alimentare la sensazione di trovarsi di fronte a una delle scuse più improbabili mai presentate a pubbliche autorità.