Frank Moyo: «Con le mie canzoni insegno l’italiano»
- Postato il 23 settembre 2025
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Frank Moyo: «Con le mie canzoni insegno l’italiano»
Frank Moyo, nome d’arte di Francesco Muoio, è un artista italo-canadese poliedrico e visionario: cantautore, musicista, insegnante e autore. Nell’intervista svela curiosità e aspetti inediti della sua vita e della sua arte, accompagnandoci in un viaggio che è insieme musicale, culturale e profondamente personale.
COSENZA – Frank Moyo, nome d’arte di Francesco Muoio, è un artista italo-canadese poliedrico e visionario: cantautore, musicista, insegnante e autore. La sua musica va oltre ritmo e melodia: è un ponte tra culture, pensata per avvicinare i più giovani alla lingua italiana attraverso testi semplici e accattivanti. Con canzoni come “The buongiorno song” e “The pasta song”, e un seguito che oggi sfiora il milione di follower su Instagram, Frank trasforma ogni nota in un’occasione per raccontare la cultura, le tradizioni e curiosità affascinanti del Made in Italy. La Calabria è per lui una fonte inesauribile di ispirazione: dai panorami di Tropea e Pizzo alle piazze e ai luoghi caratteristici di Cosenza, fino al paese natale di suo padre, Cerisano, ogni luogo accende la sua creatività. Le esperienze di viaggio, l’affetto per la famiglia e l’amore per la musica si intrecciano nei suoi progetti, dall’album “Let’s go to Italy” al libro “Nonna”, ispirato all’infanzia trascorsa accanto ai nonni e ricco di storie, canzoni e ricordi indelebili. Abbiamo incontrato Frank nel cuore pulsante del centro storico di Cosenza.
Nella nostra intervista, ci conduce in un viaggio che è al tempo stesso musicale, culturale e profondamente personale: racconta come fonde la musica con l’insegnamento della lingua italiana, come i viaggi alimentino la sua arte e come il legame con le proprie radici possa trasformarsi in una forza per crescere, emozionare e condividere la cultura italiana nel mondo. Al termine dell’intervista, mentre passeggiavamo per il centro storico di Cosenza, tra vicoli e scorci suggestivi, ci siamo fermati in uno dei locali tipici della città. Qui Frank ha colto l’occasione per interpretare alcuni passaggi del libro “Jugale” di Antonio Chiappetta, trasformando l’incontro in un piccolo momento culturale che ha reso ancora più tangibile il suo legame con la Calabria e le storie del territorio.
Frank, com’è andato il suo soggiorno in Calabria?
«Benissimo! Ogni volta che torno qui mi sento a casa. La Calabria ha un’energia speciale. Quest’anno, in particolare, ho deciso di fermarmi per un mese intero».
Quali luoghi ha avuto modo di visitare?
«Ho girato tutte le province. Ho trascorso un paio di settimane tra Vibo, Pizzo e Tropea, luoghi che amo moltissimo. A Cosenza, ho fatto tappa al centro storico e a Cerisano, il paese natale di mio padre, a cui sono molto legato».

Da dove nasce l’idea di unire musica e insegnamento della lingua italiana?
«La musica mi accompagna fin da bambino: ho iniziato a cantare e scrivere testi a undici anni, e poco dopo ho imparato a suonare la chitarra. All’inizio ho intrapreso studi universitari in Archeologia, ma ho capito che la mia strada era un’altra. Così, qualche anno fa, ho deciso di mettere insieme le mie due passioni: la musica e l’insegnamento dell’italiano».
Frank Moyo, qual è il suo rapporto con i social e con i follower?
«Ho iniziato a usare i social durante il periodo del Covid. Ero arrivato a circa 10-20 mila follower. In Calabria conoscono bene mia nonna Rita: realizziamo spesso dei video insieme ed è molto amata dal pubblico. Circa un anno fa, ho iniziato a proporre canzoncine in italiano dedicate alla cultura del nostro Paese: dai diversi tipi di pasta, ai modi di salutare, fino a un brano sul formaggio italiano. Proprio quest’ultimo, il giorno successivo alla pubblicazione, ha raggiunto 13 milioni di visualizzazioni. Attori e personaggi famosi hanno iniziato a condividerlo. Da lì, ho deciso di continuare su questa strada. Oggi su Instagram sono vicino al milione di follower: un numero incredibile, che ancora faccio fatica a realizzare. Dietro quelle cifre c’è davvero tanta gente che mi segue con affetto».
Oltre alla musica, ha scritto il libro “Nonna”. C’è un ricordo o un aneddoto speciale che desidera condividere con i nostri lettori?
«Il libro è nato dopo aver scritto la canzone dedicata a mia nonna. Ho voluto creare un testo pensato soprattutto per i bambini di origine italiana che non hanno avuto occasione di imparare la lingua. Ogni pagina ripercorre momenti della mia infanzia, vissuti non solo con nonna Rita, ma anche con nonna Finuzza, che purtroppo non è più con noi. Lei mi cantava la ninna nanna dopo pranzo e mi parlava della sua vita a Cosenza, ricordi che porto nel cuore ancora oggi, nonostante avessi solo tra i due e i quattro anni. Tra questi ci sono anche le storie legate a San Francesco di Paola, a cui sono molto devoto e al quale ho dedicato un tatuaggio. Sono ricordi che hanno alimentato il mio amore per la Calabria e le sue tradizioni».
I suoi viaggi influenzano la sua musica: la Calabria sarà fonte di ispirazione per nuovi brani?
«Assolutamente sì! Ho già scritto un paio di brani dedicati alla Calabria, disponibili anche sui social. Oggi mi sto concentrando sulle canzoni per i più giovani, ma il mio obiettivo è anche quello di riprendere i testi che ho composto in passato, legati alla Calabria, all’amore e alla vita, per farli conoscere a un pubblico più ampio».

C’è un ricordo che la lega al centro storico di Cosenza, in particolare al Teatro Alfonso Rendano, dico bene?
«Esatto. Due anni fa ho vissuto un’esperienza che porterò sempre nel cuore. Mi trovavo a Cosenza con mia nonna e, a sorpresa, si è unito anche mio nonno, che aveva 90 anni. Aveva detto che non sarebbe mai più tornato in Italia, e invece l’ho trovato ad aspettarmi all’aeroporto di Fiumicino: una sorpresa incredibile. Al Teatro Rendano ho avuto l’onore di esibirmi con una versione acustica di “Calabria mia” di Mino Reitano. In quell’occasione, mia nonna era sul palco con me».
Frank Moyo, cosa porterà con sé in Canada dopo questo viaggio in Calabria?
«Ogni volta che torno qui raccolgo un nuovo frammento di questa terra, che diventa parte della mia anima. Ogni anno cresce dentro di me l’amore per la Calabria, per Cosenza e per le mie origini. Quando rientrerò in Canada, porterò con me questo sentimento, con l’obiettivo di continuare a promuovere la Calabria e far comprendere ai ragazzi l’importanza delle proprie radici: non solo quelle calabresi, ma italiane e, più in generale, di qualsiasi paese».
Quale messaggio vorrebbe lanciare ai giovani per incoraggiarli a valorizzare la propria “calabresità” nel mondo?
«Se io, che ho origini calabresi ma non ho mai vissuto stabilmente qui, riesco a sentire un legame così forte con questa terra, significa che chi ci vive ha tra le mani un tesoro immenso. La Calabria non offre soltanto paesaggi splendidi, ma anche una cultura e tradizioni di straordinaria ricchezza. Ho viaggiato in tutta Italia e, al di là delle mie origini, posso dire che per me la Calabria è la Regione più bella del mondo. La sua cultura è vibrante, autentica, e merita di essere raccontata e condivisa con orgoglio».
Quali sapori o specialità calabresi ha apprezzato in questo viaggio?
«Sicuramente i “ficugnani” (“fichi”, ndr). In Canada si trovano, ma arrivano dalla California e, credetemi, non hanno lo stesso sapore. E poi, ovviamente, la ‘nduja: in questo viaggio ne ho mangiata abbastanza da fare scorta per un anno intero!».
Frank Moyo, progetti futuri?
«Voglio continuare a portare avanti la mia musica e i miei testi, senza abbandonare l’insegnamento. Credo molto nel valore educativo di quello che faccio. Sui social, purtroppo, si trovano tanti video che danno un’immagine sbagliata dell’Italia. Il mio obiettivo è contribuire a cambiare questa percezione».
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Frank Moyo: «Con le mie canzoni insegno l’italiano»