In Calabria centrodestra trionfa con toni moderati
- Postato il 6 ottobre 2025
- Editoriale
- Di Paese Italia Press
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PIERFRANCO BRUNI
Il centro destra che vince si propone con una dimensione politicamente moderata. La destra in Calabria ottiene un risultato storico. Andiamo per ordine.
Il risultato del Centrodestra in Calabria ha una valenza fortemente politica. Eclatante. Politica perché? Le piazze pro pal non pagano. Il campo largo si è completamente disfatto. Ciò che non si vuole ancora comprendere è che l’Italia è una Nazione moderata. Non ama slogan e risse. Non accetta i toni esasperati di Landini. Non accoglie gli estremismi di questi giorni. È stanca di raccogliere gli inviti all’antifascismo. Per essere antifascisti deve esserci un Fascismo. In Italia non c’è dal 1943. Eppure gli esasperati delle sinistre che invadono le piazze con le bandiere ancora con falce e martello non riescono a capirlo. Strumentalizzano tutto. Il risultato delle Regionali in Calabria è la dimostrazione che l’Italia è una Nazione libera che non prende lezione da una propaganda che ideologizza tutto.
Certo. I Governi politici alla sinistra non stanno bene perché non riescono a vincere una elezione. Il centro destra è maggioranza negli italiani. Questo è il vero fatto. Un Governo moderatore attento progettuale non va bene?
La propaganda allarmistica è di altri tempi con connotati ancora comunisti.
Le elezioni regionali in Calabria sono la testimonianza emblematica di come l’antica visione della coalizione allargata al centro e alle destre è sempre vincente. Certo, nel momento in cui si ha una leadership ma anche nel momento in cui ci troviamo di fronte a dei modelli di coerenza tra le forze che legano il mondo politico tradizionale di destra e quello fortemente – che è una parte considerevole dell’elettorato – di antisinistra.
Il dato fondamentale di queste elezioni in Calabria è rappresentato da una concentrazione di forze moderate, soprattutto in questa fase, fortemente, ideologizzata dalla sinistra. La sinistra, dimostra, infatti, la sua completa disfatta. Non è una semplice sconfitta ma è un vero e proprio sfaldamento delle Sinistre. Quelle Sinistre che non sono riuscite a creare un progetto dialogante, soprattutto con l’Elettorato.
La sinistra riempie e riempiva le piazze. Ma tale situazione non vince più e non convince più perché non si definisce in un progetto serio.
La sinistra non è riuscita a prendere alcun voto in modo particolare da quella generazione che guarda con molta attenzione ad una politica moderata, meditata, colta. Ha dimostrato – la sinistra – di essere estremista. Infatti, l’estremismo, a volte, è vuoto. Senza idee. Non paga. Le urla. Le bandiere, rosse o a strisce. La bandiera della pace, quelle a 5 stelle. E quelle bandiere con la falce e il martello adesso non pagano più.
Il campo largo così detto si è sfaldato. Completamente. Certo. È la Vittoria del centro destra paziente. Ma è la Vittoria soprattutto di un elettorato che riflette. Che ha delle idee. Che non ha uno slogan ma una precisa progettualità.
La vittoria del centrodestra dovrebbe far riflettere anche le altre regioni meridionali.
Mi auguro che le sinistre facciano tesoro di questa lezione e si rimettano a studiare la polica e i fatti della storia. Alla generazione di questa sinistra manca una vera e profonda conoscenza della storia reale.
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “ Francesco Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Incarichi in capo al Ministero della Cultura
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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