“In aeroporto mio padre mi dice: ‘Sono morto’. Gli mentivo, ma aveva già capito tutto”: Matteo Bassetti si commuove a Domenica In

  • Postato il 4 maggio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un racconto intimo, toccante, che parte dal dolore personale per lanciare un messaggio universale sull’importanza dell’umanità e dell’empatia nel rapporto tra medico e paziente. Matteo Bassetti, noto infettivologo e volto televisivo, ospite oggi, domenica 4 maggio, a “Domenica In“, si è aperto con Mara Venier parlando delle esperienze che hanno segnato la sua vita e ispirato il suo ultimo libro, “Essere medico“. “Il mio libro nasce quando si è ammalato mio padre, lì ho imparato tante cose”, ha esordito Bassetti. Suo padre, anch’egli prestigioso medico, fu stroncato rapidamente da un tumore alla prostata. Bassetti ricorda lucidamente il momento della diagnosi: “Era all’aeroporto in Francia e mi dice: ‘Sono morto’. Era andato in bagno e aveva trovato il sangue nell’urina, aveva già capito di avere un tumore alla prostata che se l’è portato via in poco tempo”.

È stata proprio l’esperienza della malattia paterna a far scattare una riflessione profonda sul ruolo del medico: “Eravamo entrambi medici, lì ho capito che il rapporto paziente medico aveva bisogno di maggiore empatia, di maggiori emozioni”. Una necessità nata anche dall’aver vissuto sulla propria pelle il cosiddetto “gioco delle parti”, quella pratica, ancora diffusa, di non rivelare completamente la verità al malato terminale. “Papà ha vissuto l’infantilizzazione, i medici non gli raccontavano delle metastasi…”, ha confessato Bassetti. “Ai pazienti secondo me bisognerebbe sempre dire la verità, ma nel modo giusto. Anche io mentivo a mio padre, stavo a questo gioco delle parti ma lui sapeva benissimo di stare male”. Una bugia detta a fin di bene, forse, ma che oggi Bassetti rilegge criticamente. “Questo libro quindi parte da questa necessità di insegnare soprattutto ai giovani quanto sia importante l’empatia”.

Un’empatia che, per l’infettivologo, non significa distacco professionale, ma capacità di connessione profonda: “Non bisogna aver paura di emozionarsi con un paziente, anche di piangere, significa che si è creata un’alleanza terapeutica che può aiutare”. Bassetti si è poi commosso ricordando la madre, scomparsa durante il periodo più buio della pandemia di Covid. “Speravo di godermela di più, invece è arrivato il virus…“, ha detto con rammarico, precisando però che la causa della morte fu un tumore, non il Covid stesso: “In realtà è passata a miglior vita anche lei a causa di un tumore e non per il Covid”. Il dolore più grande, in quel periodo, fu l’isolamento imposto dalle restrizioni: “In quel periodo è stata dura la mancanza di contatto; è stato anche per me un momento difficile, la parte più brutta della pandemia, morire soli è la cosa più brutta che esista“. Infine, uno sguardo al futuro della sua famiglia. Figlio di un medico, Bassetti non vedrà però una terza generazione seguire le orme paterne e nonne. Suo figlio ha scelto un’altra strada: “Mio figlio? Non l’ho dissuaso, gli ho semplicemente spiegato cosa significa essere medico”.

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