In 25mila in piazza per Gaza: una nave israeliana lascia il porto di Genova senza carico

  • Postato il 28 settembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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fiaccolata gaza 27 settembre

Liguria. Dopo il presidio savonese dello scorso 26 settembre, anche Genova torna in piazza in solidarietà con la popolazione di Gaza, contro il genocidio e per supportare la missione della Global Sumud Flotilla – ripartita nelle scorse ore – e lo fa in un sabato sera, quello di ieri, 27 settembre, che ha visto diversi fronti di manifestazione.

Ancora in migliaia – 25mila stimati – al corteo annunciato nei giorni scorsi e che ha visto unità di intenti di realtà come Music For Peace, Calp, Usb ma anche Cgil, Uil, associazioni studentesche e la curia cittadina: a Genova anche una veglia solenne di preghiera in cattedrale, alla quale hanno partecipato anche le massime autorità politiche e istituzionali.

La fiaccolata, al suo avvio, però, si è divisa in due tronconi. Una parte di manifestanti, soprattutto portuali del Calp e collettivi studenteschi, si è staccata dal corteo per dirigersi verso varco Etiopia. Questo dopo che i portuali  hanno diffuso la notizia che una nave della compagnia israeliana Zim, attraccata in porto, starebbe caricando merci pericolose, forse anche armi.

A un certo punto, al presidio, è arrivato l’annuncio che “la nave è stata bloccata”. Questo ha scatenato cori e applausi dei presenti. Più precisamente, “la nave ha abbandonato il porto in serata senza aver caricato i container”, ha spiegato il presidente di Music For Peace Stefano Rebora.

La delegazione italiana della Flotilla: “Missione va avanti”

Intanto la Global Sumud Flotilla, nella serata di ieri, venerdì 27 settembre,  è ripartita verso Gaza dopo una lunga sosta tecnica davanti a Creta, sosta che si è resa necessaria per riparare alcune barche dopo gli attacchi di droni, ma anche per discutere dopo le proposte di mediazione arrivate dal governo e dalla Chiesa del Patriarcato e ieri anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Qualcuno dei 450 partecipanti ha deciso di rientrare per tornare al lavoro o perché non se l’è sentita di proseguire una missione che potrebbe diventare ora molto pericolosa ma la stragrande maggioranza dei partecipanti alla Flotilla ha deciso di tenere la barra dritta su Gaza. Rientrata in Italia la portavoce Maria Elena Delia,  “al fine di condurre un dialogo diretto con le istituzioni per garantire l’incolumità dei membri italiani dell’equipaggio e il raggiungimento degli obiettivi della missione nel rispetto del diritto”.

Dopo le voci diffuse da alcuni media su un abbandono di buona parte della delegazione italiana è arriva la nota ufficiale dei portavoce della delegazione italiana: “Nonostante i sabotaggi la missione continua. L’attenzione deve essere rivolta a Gaza, dove solo all’alba di oggi sono state uccise altre 44 persone”. Così la delegazione italiana della Global Sumud Flotilla sottolineando che la componente italiana è ancora presente sulle barche. “La delegazione italiana presente a bordo è composta da circa 50 persone – viene sottolineato – di cui circa 40 sono rimaste a bordo e le rimanenti hanno legittimamente deciso di tornare in Italia per proseguire l’attività insieme all’equipaggio di terra. Tra di loro la portavoce Maria Elena Delia, come è stato già comunicato”.  “La missione è complessa e delicata – sottolinea la delegazione italiana della Flotilla -. Le imbarcazioni sono state più volte attaccate da droni militari, il governo israeliano minaccia attacchi da settimane, il livello di stress a cui sono sottoposte le persone a bordo è rilevante. A questo si aggiunge che ieri la Farnesina ha inviato un comunicato ai familiari dei partecipanti italiani alla missione, affermando che alcuna protezione verrà garantita in caso di attacco di Israele: un atto di sabotaggio gravissimo”. E viene aggiunto che “per queste ragioni, oltre che per altre di natura personale, è assolutamente legittimo considerare il fatto di fermarsi sulla terraferma”. Gli attivisti affermano che “ridurre la Global Sumud Flotilla al solo scopo (seppur importantissimo) della consegna degli aiuti umanitari è strumentale al boicottaggio della missione, e quindi all’ennesimo sostegno alle illegalità di Israele. Fin dall’inizio l’attenzione massima della Global Sumud Flotilla è stata rivolta al blocco navale – illegale dal 2007 – di Israele a largo di Gaza, sull’assedio alla popolazione palestinese, sull’occupazione coloniale, sul genocidio che ogni giorno, anche mentre scriviamo, genera sofferenza, fame, distruzione e morte per due milioni di persone”. “La delegazione italiana – concludono – continua la navigazione insieme al resto della flotta internazionale verso est. All eyes on Gaza”.

Altre barche in partenza dalla Sicilia con la Freedom Flotilla

Due nuove flotte, una decina di barche, due al porticciolo di San Giovanni Li Cuti e le altre in rada, si preparano a prendere il mare da Catania per Gaza. Sono quelle organizzate da Thousand Madleens to Gaza & Freedom Flotilla Coalition, che, meteo permettendo, dovrebbe salpare prima di sera dal capoluogo etneo. La flotta, spiegano gli organizzatori delle due nuove flottiglie, partirà per “sfidare il blocco illegale imposto da Israele a Gaza ed esporre i sistemi che rendono possibili i suoi crimini di guerra”. “Navigheremo – dicono – perché le potenze mondiali consentono l’assedio illegale di Gaza da parte di Israele. Navigheremo per romperlo, per smascherare i sistemi che sostengono i crimini di guerra di Israele, e per affermare i diritti del popolo palestinese”.

Autore
Il Vostro Giornale

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