Ilva, l’accordo è un’intesa minima sulla decarbonizzazione. Via alla nuova gara per la vendita

  • Postato il 31 luglio 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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L’intesa che doveva tracciare il futuro dell’Ilva di Taranto alla fine è un documento striminzito che sancisce un generico accordo sulla decarbonizzazione entro il 2032 condiviso da governo, Regione Puglia e Comune di Taranto. Tutto il resto è in alto mare. Se ne riparlerà il 12 agosto. E potrebbe non essere l’ultimo incontro, quello dell’intesa definitiva tra le istituzioni.

Ma tanto basta al ministero per dare mandato ai commissari di Acciaierie d’Italia, il gestore del siderurgico in amministrazione straordinaria, per l’aggiornamento della gara di vendita alla luce di una trattativa che porterà alla trasformazione dell’impianto con l’installazione dei forni elettrici. Come, quando, se con gli impianti Dri a Taranto o altrove, si vedrà. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso porta a casa, insomma, un obiettivo minimo verso un rilancio che non ha ancora un quadro di regole definito, figuriamoci un compratore o qualcuno che ci metta quei 9,3 miliardi di euro che è la cifra, emersa negli scorsi giorni, necessaria per mettere a terra tutto il progetto.

Nel frattempo, dopo il faccia a faccia con Michele Emiliano e il sindaco di Taranto Pietro Bitetti, rientrato in extremis al tavolo, è arrivata la firma di un verbale nel quale vengono condivisi gli “obiettivi di piena decarbonizzazione” e quindi Urso “dà mandato ai commissari di Adi in As affinché tali obiettivi siano recepiti nell’aggiornamento della gara in corso”. Si vedrà chi si farà avanti, dopo il naufragio del negoziato in esclusiva con Baku Steel. In ballo ci sarebbe Jindal, ma si pensa anche a una vendita a “spezzatino” con il sito di Genova che è nell’interesse di Marcegaglia.

A parte i forni elettrici, il resto è tutto da decidere: sia dove si faranno gli impianti di preridotto (Dri) sia la nave rigassificatrice per soddisfare la necessità di 5,1 miliardi di metri cubi di gas. Il vero nodo del contendere con il sindaco Bitetti. Che dopo la contestazione ambientalista, le dimissioni, il ritiro delle stesse e l’arrivo a Roma, ha detto a fine riunione: “Non ho firmato nulla. Sono senza penna. Abbiamo rinviato il confronto al 12 agosto per poter approfondire la nuova bozza di accordo di programma, così da consentire ai consiglieri comunali di valutare con attenzione”. Insomma, è ancora quasi tutto in alto mare.

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Il Fatto Quotidiano

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