Ilva, il sindaco di Taranto ritira dimissioni e partecipa al tavolo ministeriale

  • Postato il 31 luglio 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il sindaco di Taranto fa dietrofront e scompagina di nuovo la vicenda Ilva. Ci sarà anche Pietro Bitetti, che si era dimesso lunedì dopo una contestazione degli ambientalisti, al tavolo al ministero delle Imprese per definire l’accordo di programma tra governo ed enti locali sul quale dovrebbe basarsi la decarbonizzazione dell’acciaieria. Ma la sua presenza rischia di far slittare l’intesa interistituzionale, che il ministro Adolfo Urso e il presidente della Regione Puglia erano pronti a firmare, seppur dimezzato.

Dopo giorni di tensioni politiche, quindi, il sindaco va a Roma, il che indica anche l’intenzione di ritirare le dimissioni: “Non posso pensare che si discuta della nostra città e nessuno ci sia a rappresentarla”, ha detto sottolineando che le dimissioni non avevano origine in “questioni politiche” o “di fughe” ma volevano “testimoniare un gesto eclatante, perché il linguaggio delle intimidazioni e delle offese non deve prevalere”.

La risposta, ha affermato Bitetti, “è arrivata forte e chiara, da più parti sono stato invitato a tornare su miei passi, perché per fortuna a Taranto esiste una maggioranza silenziosa che si esprime con il voto. Un appello, questo, che mi ha spinto a ritirare le dimissioni e a mettermi in viaggio per Roma: ho sentito il dovere di rappresentare la città”. Rispetto alla firma dell’accordo, sono in corso delle riunioni della maggioranza del consiglio comunale, che sta portando avanti degli approfondimenti.

È possibile quindi che la riunione non si chiuda con un via libera alle proposte del governo: 3 forni elettrici a Taranto entro il 2033 con lo spegnimento definitivo di tutti gli altoforni, la costruzione degli impianti Dri e una nave rigassificatrice nel porto per alimentarli. Bitetti è sempre stato contrario all’ultima richiesta e negli scorsi giorni aveva avanzato la proposta, sostanzialmente momentanea, di pensare per step con il via libera a tutto ma senza la nave, che dovrebbe essere sostituita dal gas attraverso le pipeline di Tap e Snam, almeno fino al 2031, data in cui è prevista l’accesione del secondo altoforno.

Fino a quel momento, in sostanza, la nave non sarebbe necessaria, anche stando ai calcoli di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, gestore dello stabilimento. Da qui la “terza via” proposta dal sindaco che posticiperebbe la scelta ed eliminerebbe il principale ostacolo all’accordo, ritenuto necessario dal governo per riaprire il bando di gara per l’assegnazione dell’Ilva e, contestualmente, permetterebbe al gestore di chiedere la revisione dell’Aia “ponte”, licenziata nelle scorse settimane, visto che è cambiato il metodo di produzione.

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Il Fatto Quotidiano

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