Ilaria Salis: “Revoca dell’immunità? Scenario terrificante”. E Orban segue Trump: “Antifa organizzazione terroristica”
- Postato il 19 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Appena 24 ore fa Donald Trump ha designato il movimento di sinistra radicale Antifa come “organizzazione terroristica”. E ora anche il governo ungherese di Viktor Orban decide esplicitamente di percorrere la stessa strada. E riconduce a questo gruppo anche l’eurodeputata di Avs Ilaria Salis, che oggi su Repubblica si dice preoccupata rispetto alla sua revoca dell’immunità, sulla quale deve esprimersi Strasburgo. Se martedì 23 settembre la commissione Affari legali del Parlamento europeo sceglierà il sì, allora il 7 ottobre voterà l’assemblea plenaria, a maggioranza semplice. E quel voto deciderà il suo destino. “Orban ha dichiarato che agenti Antifa sono venuti in Ungheria, hanno attaccato persone pacifiche per strada e poi sono diventati eurodeputati e ora danno lezioni all’Ungheria da Bruxelles”, ha scritto su X il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, taggando proprio l’europarlamentare italiana, che a Budapest – dove è stata detenuta per 11 mesi in “condizioni disumane”, come denunciato da lei e dal padre, Roberto Salis – è accusata di aggressione, lesioni in concorso e di far parte di “un’associazione estremista“. Kovacs, peraltro, il 18 settembre sui social aveva ripostato l’appello di Salis inerente alla revoca, pubblicando in risposta le coordinate del carcere Marianosztra, struttura di massima sicurezza in Ungheria. “A seguito della decisione del presidente Usa Donald Trump, l’Ungheria designerà ufficialmente ‘Antifa’ come organizzazione terroristica”, ha precisato Kovacs. Ma a intervenire a favore di Salis e contro il bando di Budapest è il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Non devo fare commenti su quello che fanno altri Stati su organizzazioni politiche – ha dichiarato il segretario nazionale Fi in una conferenza stampa nella sede nazionale azzurra – Non credo che Ilaria Salis sia una terrorista. Non mi risulta che lo sia…”.
Intanto, a pochi giorni dal voto in commissione, l’eurodeputata esplicita la sua tensione. “Sono giorni difficili – dice in un’intervista a Repubblica – Ho fiducia nei miei colleghi chiamati al voto sull’immunità, ma sì, sono preoccupata. Lo scenario che potrebbe aprirsi è terrificante”. Quelle del 23 settembre e del 7 ottobre, dice, sono “due date decisive per la mia vita, io credo anche per la democrazia. Se il parlamento dovesse revocarmi l’immunità, ripartirebbe il mio processo a Budapest: un processo farsa, con una sentenza già scritta, svolto in assenza di garanzie democratiche. Un processo in cui è impossibile difendersi e nel quale rischierei fino a 24 anni di carcere, una pena spropositata rispetto ai fatti che mi vengono contestati“. L’Ungheria potrebbe infatti emettere un mandato d’arresto europeo. “Potrebbero prendermi a Strasburgo – va avanti Salis -, subito dopo il voto, in Italia, a Bruxelles. Potrei essere estradata in Ungheria, riconsegnata a chi mi ha trascinato in tribunale al guinzaglio e in catene, a chi mi ha tenuto in carcere per più di quindici mesi in condizioni disumane. Un’esperienza drammatica che pensavo di essermi lasciata alle spalle per sempre. E che stavolta rischierebbe di essere peggiore. Temo che verrei sottoposta a ulteriori vessazioni per le opinioni che ho espresso durante il mio mandato verso il governo ungherese: un regime di estrema destra che esercita il potere in modo assolutistico e vendicativo”. Salis afferma di essere diventata bersaglio “di chi è allergico ai discorsi sulla giustizia e l’uguaglianza”. “Sono un esempio di come l’estrema destra – aggiunge -, in Ungheria e altrove, mini con campagne d’odio e propaganda i valori della democrazia. A loro delle garanzie democratiche non importa nulla. Quando non servono ai loro interessi o riguardano avversari, vengono calpestate con disprezzo”.
La procedura all’Europarlamento, le date e le posizioni dei gruppi politici – Il 23 settembre la Commissione Affari Giuridici (Juri) del Parlamento europeo vota sulla revoca dell’immunità: a porte chiuse esaminerà e voterà la relazione del rapporteur Adrián Vázquez Lázara, eurodeputato spagnolo del Ppe, è formata da 25 membri titolari e rispecchia in proporzione la composizione del Parlamento. Il testo viene votato a maggioranza semplice: se la maggioranza approva, la proposta è adottata; in caso contrario, viene adottata la raccomandazione opposta. Il passaggio successivo è la plenaria, dove il 7 ottobre il Parlamento europeo decide a maggioranza semplice se confermare o respingere la richiesta di revoca dell’immunità. Stando a quanto apprende LaPresse da fonti Ecr, in Commissione il gruppo voterà compatto per la revoca dell’immunità di Salis. Scontato il voto della Lega e dei Patrioti, per la revoca. Il vero nodo da sciogliere resta la posizione che deciderà di assumere il Ppe, che sarà decisiva. Al momento non è chiaro se la forza di centro destra deciderà di allinearsi con l’estrema destra, lanciando un segnale positivo al governo ungherese. La situazione sul voto è “molto tesa”, viene riferito da un’altra fonte. A Repubblica però, Salis si dice “fiduciosa che i miei colleghi, anche una destra moderata che mi ha espresso solidarietà, si riconoscano nei valori fondanti dell’Unione europea e dello stato di diritto e auspico che non si lascino influenzare dalle pressioni dell’estrema destra che vuole distruggere il progetto europeo. È per questo che il voto sulla mia immunità non è solo un caso personale, ma un voto politico sulla democrazia in Europa”. Intanto per mercoledì 24 settembre, alle 10.30 è stata fissata una conferenza stampa sul regime di Orbán, l’immunità parlamentare e la democrazia in Europa, con la stessa Salis e il co-presidente del Gruppo the Left Martin Schirdewan.
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