Il Vulture Città italiana del vino 2026
- Postato il 20 settembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Il Vulture Città italiana del vino 2026
Il Vulture è Città italiana del vino 2026. Il prestigioso riconoscimento assegnato ai 14 comuni supera le candidature di Abruzzo, Sicilia e Veneto
Sarà il territorio del Vulture, in Basilicata, la Città italiana del Vino del 2026. Il prestigioso riconoscimento, promosso dall’Associazione Nazionale Città del Vino, è stato assegnato a una coalizione di Comuni, 14, accomunati dalla storia millenaria dell’Aglianico del Vulture, Vino tra i più importanti del Sud Italia: sono Rionero in Vulture, Melfi, Ginestra, Barile, Ripacandida (capofila), Rapolla, Genzano di Lucania, Atella, Acerenza, Palazzo San Gervasio, Lavello, Forenza, Venosa, Maschito.
Nel giudizio della Commissione di esperti dell’Associazione Nazionale Città del Vino, di cui fanno parte oltre 500 Comuni a vocazione vitivinicola, il Vulture ha avuto la meglio su candidature presentate dall’Abruzzo, dalla Sicilia e dal Veneto.
VALORIZZARE LA CULTURA DELLA VITE E DEL VINO DEL TERRITORIO
Il riconoscimento di Città Italiana del Vino è nato nel 2021. Prevede e promuove la realizzazione di un programma annuale di attività enoturistiche, culturali, ambientali, socioeconomiche, relativo al mondo del Vino nelle sue molteplici declinazioni.
L’obiettivo è valorizzare i pregi e le peculiarità della cultura della vite e del Vino del territorio e l’impatto che questa ha sulla società, l’economia, la gastronomia, il paesaggio e il patrimonio materiale e immateriale.
Paolo Corbini, direttore di Città del Vino, sottolinea «In primo luogo il valore e lo spessore di tutte e quattro le candidature, e la circostanza che siano rappresentative del Nord, del Centro e del Sud del nostro Paese. I quattro dossier esaminati sono il frutto di uno sforzo di riflessione e di elaborazione molto importante. È stato scelto un progetto che ha messo l’accento sulla connessione con l’aspetto dello sviluppo territoriale, con l’ambizione di costituirsi come vero e proprio laboratorio nazionale».
Anche il presidente Angelo Radica rimarca «L’ottimo livello di tutte e quattro le candidature, a testimonianza della centralità assunta dal riconoscimento di Città italiana del Vino, che per la nostra associazione non può che essere ragione di soddisfazione. Il Vulture lancia una sfida che in un certo senso può farsi bandiera delle aree interne, nelle quali la vitivinicoltura può rappresentare un fattore di rigenerazione e rilancio».
IL VULTURE CITTÀ DEL VINO 2026: AL VIA L’ORGANIZZAZIONE DI EVENTI E ATTIVITÀ
Per i 14 Comuni del Vulture e la filiera vitivinicola locale si entra quindi da subito nel vivo con l’organizzazione di eventi ed attività che catalizzeranno per un anno, il prossimo, l’attenzione degli esperti e degli intenditori e costituiranno una formidabile opportunità in termini di promozione dei prodotti e turistica del territorio. Riceveranno il testimone dai Castelli Romani, che detiene il riconoscimento nel 2025.
«Il riconoscimento assegnato al Vulture come Città Italiana del Vino 2026 rappresenta un traguardo straordinario per la Basilicata e un motivo di orgoglio per tutta la nostra comunità. È la conferma del valore millenario dell’Aglianico del Vulture, della passione dei nostri viticoltori e della capacità dei territori di fare rete per valorizzare un patrimonio unico. Il lavoro congiunto dei 14 Comuni, con Ripacandida capofila, dimostra come la collaborazione istituzionale sia la via maestra per costruire sviluppo sostenibile e nuove opportunità».
IL 29 SETTEMBRE L’INCONTRO IN REGIONE
È quanto sottolinea l’assessore regionale alle Politiche agricole, Carmine Cicala, che ha già convocato per il 29 settembre un incontro con i sindaci dei Comuni coinvolti per avviare un percorso condiviso in vista del 2026: «La Regione Basilicata sarà al fianco delle amministrazioni locali e dei produttori in tutte le iniziative che nasceranno da questo riconoscimento, consapevoli che il vino non è soltanto un prodotto di eccellenza, ma anche cultura, identità e attrattore turistico».
L’assessore ha poi commentato l’operazione condotta dall’Icqrf Puglia e Basilicata insieme alla Guardia di Finanza nel Foggiano, che ha portato al sequestro di oltre 12 mila ettolitri di vino rosso pugliese e lucano privo di tracciabilità: «Ringraziamo le autorità competenti per l’impegno costante nel contrastare pratiche scorrette e pericolose per il settore.
Legalità e trasparenza nelle filiere agroalimentari, come sottolineato dal ministro Lollobrigida, non sono principi negoziabili. Difendere la qualità significa tutelare i produttori onesti e garantire ai consumatori un Made in Italy autentico, che trova nel Vulture uno dei suoi simboli più forti».
Il Quotidiano del Sud.
Il Vulture Città italiana del vino 2026