Il tuo nome gira nel dark web? Te lo dice Google

  • Postato il 25 agosto 2025
  • Di Focus.it
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Ricercatori esperti di cybersicurezza hanno scoperto un'enorme banca dati con 16 miliardi di credenziali rubate. Si tratta di un bottino che può aprire le porte di account sensibili come Gmail, Apple o Facebook a criminali informatici pronti a sfruttare quelle falle per truffe, phishing o furti d'identità. Se questa è una cattiva notizia, ce n'è anche una buona: esiste un modo gratuito per capire se i propri dati personali sono finiti in quel mare sommerso, ossia il report sul dark web (la parte di internet non accessibile attraverso canali convenzionali come i motori di ricerca, ma solo attraverso programmi speciali, ndr)di Google. Disponibile dallo scorso luglio, senza bisogno di abbonamenti, tale strumento fa una sola semplice cosa: analizza se nome, indirizzo, telefono ed e-mail siano stati compromessi nel corso di attacchi di hacker.. Il servizio, inizialmente riservato agli iscritti a Google One (l'abbonamento, offerto a pagamento da Google, che fornisce servizi extra, maggiore spazio per archiviare documenti, mail ecc., ndr) è ora accessibile a chiunque senza costi aggiuntivi. Si trova sul sito myactivity.google.com, nella sezione "Risultati che ti riguardano".. Come funziona. Il controllo è semplice: basta cliccare sulle tre linee orizzontali in alto a sinistra, selezionare "Altre attività" e poi scorrere in basso fino a trovare la voce "Risultati che ti riguardano". Cliccando sul link in basso, una volta verificata la propria identità, verrà richiesto l'inserimento del nome completo, dell'indirizzo di casa, della posta elettronica e del numero di telefono. Si possono provare fino a tre varianti per ogni campo, per esempio per verificare anche un numero di cellulare vecchio o un indirizzo di posta non più in uso, oppure lasciare campi in bianco. Google sottolinea (per gli utenti che avessero legittimi dubbi in proposito) che i dati immessi non vengono conservati né usati per la profilazione pubblicitaria. Una volta avviata la ricerca (che, nella prima occasione, può impiegare anche 5 o 6 per completarsi) il sistema scandaglia i database noti delle violazioni e segnala eventuali corrispondenze. L'utente può scegliere se ricevere notifiche via mail o app e, se compaiono risultati indesiderati, può richiederne la rimozione con un clic dal menu accanto a ogni link. Le richieste vengono valutate manualmente, per assicurarsi che non riguardino siti governativi o istituzionali e che non vengano rimosse informazioni di pubblico interesse..
Autore
Focus.it

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