Il tribunale di Torino dichiara ammissibile la class action contro Stellantis, PSA Italia e Citroën
- Postato il 14 aprile 2025
- Cittadini
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Il tribunale di Torino ha dichiarato ammissibile la class action rappresentativa promossa dalle associazioni dei consumatori nei confronti di Stellantis, PSA Italia e Citroën, per il difetto degli airbag Takata installati su 173 mila vetture Citroën C3 e DS3, acquistate in Italia tra il 2009 e il 2019.
Il tribunale ha ritenuto l’azione proposta “non manifestamente infondata”, perché fin dal 2019 era noto il difetto dell’airbag Takata SDI 230, contenente un propellente a base di nitrato di ammonio, che poteva causare l’esplosione incontrollata del dispositivo e la proiezione di frammenti metallici all’interno dell’abitacolo, con gravi rischi per l’incolumità degli occupanti.
Stellantis, PSA e Citroën hanno attivato la campagna di richiamo nel 2024, solo dopo i primi incidenti nel 2023 e dopo numerose altre analoghe campagne di richiamo avviate da altri produttori. Secondo il tribunale, questo ritardo di quasi cinque anni non è giustificabile, tanto più in presenza di un difetto potenzialmente mortale. “La mancanza di tempestività – osserva il Collegio – ha impedito una gestione graduale e preventiva del problema, compromettendo la sicurezza degli utenti italiani”.
“L’ordinanza del tribunale di Torino – dichiara Paolo Fiorio, responsabile del Servizio Legale di Movimento Consumatori – mette bene in evidenza le chiare responsabilità di Stellantis, Citroen e PSA che hanno ritardato l’avvio della campagna di richiamo, determinando così l’imposizione dello stop drive con conseguenti ingenti danni a tutti i consumatori che per mesi non hanno potuto utilizzare la propria auto. Ci auguriamo che la nuova disciplina delle azioni rappresentative possa superare gli ostacoli emersi in passato e consentire l’adesione del maggior numero di consumatori coinvolti”.
“Dalla vicenda Takata – Stellantis – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – emerge un comportamento grave che ha visto anteporre esigenze finanziarie di contenimento dei costi alla tutela della salute e della sicurezza dei consumatori. Il ritardo della campagna di richiamo ha infatti consentito di rimandare agli anni successivi costi ingenti che si sapeva si sarebbero dovuti affrontare e con sicuro impatto sulle politiche di distribuzione dei dividendi agli azionisti”.
I proprietari interessati avranno 150 giorni di tempo per aderire all’azione collettiva e richiedere il giusto risarcimento nei confronti di Groupe PSA Italia e Stellantis – spiegano Codacons, Adusbef e Assourt – Nella prossima udienza di novembre il tribunale quantificherà l’esatto importo spettante ad ogni automobilista danneggiato.
Foto di Kārlis Dambrāns CC BY 2.0
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