Il Tar sospende l’ordinanza “anti botti” del Comune di Genova, lo stop per un ricorso
- Postato il 24 dicembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Colpo di scena, alla vigilia di Natale, in merito alla discussa ordinanza del Comune di Genova che vieta quasi integralmente botti, petardi e fuochi d’artificio sul territorio cittadino, sia in luoghi pubblici sia in luoghi privati se gli effetti riguardino luoghi pubblici, dal 22 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026.
Il Tar Liguria, con provvedimento pubblicato oggi, mercoledì 24 dicembre, ha sospeso in via cautelare l’ordinanza comunale del 18 dicembre sulla base dei ricorso presentato da tre aziende del settore pirotecnico, Setti Fireworks, Giangiò e Steel Shield, che avevano chiesto l’annullamento sentendosi penalizzate nella vendita dei loro prodotti.
Il Comune di Genova, che mentre scriviamo non ha ancora ricevuto notifica del provvedimento di sospensiva ma ha appreso per vie informali della decisione del Tar, sta lavorando all’elaborazione di una nuova ordinanza, che possa prendere il posto di quella sospesa, ma è quasi inevitabile che il testo non potrà essere pronto entro questa sera. Eventuali sanzioni elevate in nome dell’ordinanza sospesa, infatti, non sarebbero ritenute valide.
L'”ordinanza anti botti” del Comune di Genova, quest’anno, era particolarmente restrittiva. Il divieto di esplosione di fuochi riguardava non solo le aree pubbliche ma anche quelle private, qualora gli effetti di petardi e altro materiale avesse un effetto su aree circostanti. Inoltre stabiliva il divieto di detenzione di artifici pirotecnici, anche spenti, per l’intera notte di Capodanno, consentendo solo gli spettacoli gestiti da professionisti e alcuni tipi di giochi meno pericolosi.
Una mossa che aveva ricevuto il plauso delle associazioni animaliste, e non solo. Ma secondo le aziende che hanno presentato il ricorso l’ordinanza comunale avrebbe quasi azzerato la loro attività commerciale. Il Tar ha accolto queste argomentazioni, riconoscendo l’esistenza di una situazione di “estrema gravità e urgenza” e richiamando precedenti giurisprudenziali favorevoli alle imprese del settore in casi analoghi. Il ricorso vero e proprio sarà affrontato con udienza in camera di consiglio il 9 gennaio 2026.