Il racconto di Tommaso, figlio di Francesco Fiamingo: «Mesi duri ma ora è di nuovo con noi»

  • Postato il 15 aprile 2025
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Il racconto di Tommaso, figlio di Francesco Fiamingo: «Mesi duri ma ora è di nuovo con noi»

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Tommaso Fiamingo, figlio di Francesco, racconta al Quotidiano del Sud i mesi difficili del ricovero del papà a Catania dopo l’esplosione: «Sono stati mesi molto difficili ma adesso è di nuovo con noi. Grazie a tutti per la vicinanza e ai medici per essersi preso cura di lui»


VIBO VALENTIA – Poche righe ma significative lasciate in un post su Facebook che ha fatto subito il pieno di like e commenti di gioia: Francesco Fiamingo, l’imprenditore della ’nduja è finalmente tornato a casa dopo la gravissima esplosione che l’ha visto coinvolto nella sua azienda di Spilinga il giorno di San Valentino di quest’anno con ustioni su oltre il 70% del corpo. Immediato il trasferimento il Centro grandi ustioni di Catania dov’era giunto in condizioni critiche. Ma per fortuna la sua tempra gli ha consentito di sopravvivere.

Quell’episodio aveva sconvolto non solo la piccola comunità di Spilinga ma tutta la Calabria e oltre perché Francesco Fiamingo è uno dei massimi testimonial. Una figura, la sua, ulteriormente nota proprio per via della sua carica di presidente del Consorzio occupandosi di esportare il prodotto al di fuori dei confini nazionali, e anche Oltreoceano, negli Stati Uniti.

IL RITORNO A CASA DI FIAMINGO E LE PAROLE DEL FIGLIO

Adesso, dopo due mesi di degenza l’atteso ritorno a Spilinga. Accolto nella casa di famiglia. Famiglia che in questi circa 60 giorni non gli ha fatto mai mancare il proprio affetto. Persino da oltreoceano, con l’arrivo dagli Usa di una sorella che ha vegliato per tutto questo tempo durante il ricovero.

«Abbiamo sempre creduto che mio padre si potesse riprendere – racconta al Quotidiano del Sud il figlio dell’imprenditore, Tommaso – ma chiaramente quando è giunto a Catania le sue condizioni erano critiche e i medici non erano molto ottimisti. Però ci avevano dato una speranza dicendoci che il suo corpo non era affetto da altre patologie e che quindi l’organismo avrebbe potuto reagire». E così è stato. La forte tempra di Francesco Fiamingo, la voglia di vivere e la presenza dei suoi cari sono stati il cocktail, uniti alle cure somministrate dai sanitari di un centro d’élite come quello catanese, che l’hanno tenuto in vita psicologicamente e fisicamente.

“IL SUO CORPO HA REAGITO, IL PEGGIO ERA PASSATO”

Tommaso ricorda i viaggi quotidiani in Sicilia. Cinque ore tra andata e ritorno per quell’ora di visita, ad osservare Francesco da dietro un vetro: «Sono stati momenti molto difficili per lui e per noi – racconta ancora Tommaso – All’inizio non rispondeva perché era in coma farmacologico per via delle ustioni su oltre il 70% del corpo, ma quando ne è uscito, pian piano, anche con piccoli gesti, un pollice alzato, un saluto, ci faceva capire che non si era piegato. È stato lì che abbiamo capito che il peggio era passato. E di questo ringraziamo i medici del Centro non solo per la loro professionalità ma anche per le loro disponibilità e umanità, così come ringraziamo tutti coloro i quali ci hanno fatto sentire la loro vicinanza in questi mesi».

PER FIAMINGO ADESSO INIZIA LA RIABILITAZIONE

I giorni passano e il quadro clinico dell’imprenditore spilingese migliora sensibilmente tanto che le sue dimissioni vengono anticipate addirittura di quasi due settimane, venerdì scorso. Adesso inizia un nuovo percorso per Francesco Fiamingo, quello della ripresa: «La riabilitazione sarà lunga – spiega ancora Tommaso – perché papà in questi due mesi ha perso massa muscolare», ma la voglia non gli manca: «Pensi che quando è rientrato a casa ha manifestato l’intenzione di tornare in azienda», commenta sorridendo il figlio. Chiaramente il tragitto è lungo e nuovi viaggi a Catania sono in programma ma dopo la grande paura adesso la famiglia Fiamingo e tutti coloro i quali conoscono l’imprenditore o anche chi è rimasto colpito dalla sua disgrazia, per fortuna a lieto fine, possono gioire. «Papà finalmente è tra noi».

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