Il questore in quiescenza Miriello: «Turbolenze criminali a Lamezia. «A disposizione della città»

  • Postato il 4 novembre 2025
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Il questore in quiescenza Miriello: «Turbolenze criminali a Lamezia. «A disposizione della città»

Il questore in quiescenza Nicola Miriello: «Turbolenze criminali a Lamezia. Resto a disposizione della città ma il sindaco non mi riceve»


LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Recentemente a Lamezia si sono verificati un duplice tentato omicidio, un omicidio e tre intimidazioni forse a scopi estorsivi contro attività commerciali del centro. Cosa succede in città? Ne parliamo con Nicola Miriello, questore in quiescenza, che ben conosce il territorio lametino.

Una vita al servizio della Polizia di Stato, tra l’altro a marzo 1992 prende servizio al commissariato di Lamezia Terme, diventando vice dirigente a dicembre del 1993. Dal settembre 1998 ha avuto l’incarico di funzionario reggente il commissariato di Lamezia Terme fino al 27.3.2000. Con Miriello abbiamo toccato anche tempi più in generale della città di Lamezia, essendo un attento osservatore delle dinamiche politiche e sociali della città (Miriello alle ultime elezioni comunali è stato anche candidato, non eletto, al consiglio comunale).

 Lei come inquadra il contesto da poliziotto che conosce il territorio?

«Gli episodi criminosi cui si fa cenno sono senza dubbio dei segnali provenienti dal territorio (anche se di diversa qualificazione criminale) che non possono e non devono assolutamente essere sottovalutati dalle istituzioni. Rappresentano, soprattutto il duplice tentato omicidio, maturato negli ambienti criminali della popolazione Rom, delle turbolenze di sottofondo, emblematiche di dinamiche criminali che apparentemente potrebbero essere interpretate come manifestazioni estemporanee di un tessuto sociale in ogni caso da attenzionare e monitorare costantemente, al fine di individuarne le vere motivazioni che hanno portato ad armare la mano dell’autore. Tra l’altro è ben noto che il territorio lametino, a ragione della sua configurazione geografica e degli interessi economici che da sempre sono stati appetibili dalle varie cosche, costituisce il baricentro di significativi investimenti di danaro pubblico e sui quali certamente si concentreranno anche le attenzioni delle famiglie malavitose».

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Si è quindi tornati indietro? E le istituzioni?

«Ormai da molto tempo si parla in variegati contesti di sicurezza, legalità, controllo del territorio con riferimento alla ‘ndrangheta e al suo potere pervasivo e pernicioso anche e soprattutto nella pubblica amministrazione. Le vicende giudiziarie, politiche e amministrative degli ultimi trent’anni devono assolutamente portare tutte le istituzioni e la c.d. società civile (associazioni comprese) ad una attenta riflessione su ogni singolo segnale o problematica proveniente dal territorio e non solo!»

 Alle ultime elezioni comunali si è candidato al consiglio comunale con la lista “Lamezia Domani” a sostegno del sindaco Murone. Continuerà a fare politica oppure dopo la sua candidatura è finito il suo impegno politico?

«Come si sa, sono stato nella Polizia di Stato per oltre 35 anni, in sostanza una vita, e ritengo di essere stato al servizio dello Stato e dei territori che mi hanno visto in prima linea su tutti i fronti con assoluta disponibilità, totale dedizione e , perché no, spirito di sacrificio e sprezzo del pericolo. Sulla mia strada professionale sono rimaste tante tracce e impronte in tal senso. Con questo voglio dire che ho fatto politica, per come io la concepisco, per tantissimi anni, al servizio della collettività; un politico degli inizi novecento diceva testualmente “la politica è volontà razionale e cosciente di conoscere i problemi della gente e… soprattutto volerli risolvere”. Questa per me è la vera politica senza movimenti, fazioni o colori, se consideriamo tra l’altro che sono venuti meno negli ultimi anni, da una parte i valori che stavano a fondamento dei c.d. partiti e, dall’altra, la mancanza di fiducia della gente verso, purtroppo, la politica e anche le istituzioni».

E’ sempre a disposizione dell’amministrazione comunale pur non essendo stato eletto?

 «Sono stato candidato nella coalizione di centrodestra che ha portato all’elezione del sindaco Murone, anche se ad onor del vero tengo a precisare che non sono iscritto a nessun partito politico e da ragazzo, a motivo anche delle mie origini umili e contadine ero simpatizzante per il partito Socialista di un vero statista quale io ritengo ancora oggi, Bettino Craxi. Se vogliamo dirla tutta il risultato raggiunto personalmente è stata una totale disfatta e, per certi aspetti, una profonda delusione, ma questo certo non mi preoccupa assolutamente; sapevo benissimo che entrare in certi meccanismi non è facile, soprattutto per chi mi conosce o mi ha conosciuto professionalmente (e ancora oggi sono in tanti) soprattutto per persone come me e in un ambiente, consentitemi di dirlo senza tema, come quello lametino. Certo rimane la mia totale e assoluta disponibilità, a ragione della mia esperienza sul territorio, a poter in qualche modo contribuire con qualsiasi amministrazione lo ritenga possibile e/o… opportuno. Vi è da dire , purtroppo, che in data 29 agosto 2025 ho inviato via mail una richiesta di incontro motivata al sindaco Murone, allegando il mio curriculum professionale e di vita; nel mese di ottobre inoltre ho più volte contattato la sua segreteria, anche in persona, rappresentando e illustrando la mia istanza, ma ad oggi tutto tace e forse… tacerà».

Non pensa che a Lamezia i problemi sono rimasti gli stessi di 30 anni fa, a partire dall’emergenza rom, un problema che pare si stia avviando sulla strada della risoluzione e quant’altro.

«Dire che a Lamezia i problemi siano rimasti tali e quali negli ultimi 30 anni non sarebbe né giusto né corretto, da un lato infatti bisogna dare atto al lavoro fatto negli ultimi decenni sia dalla magistratura che dalle forze dell’ordine, con numerosissime operazioni di polizia giudiziaria che hanno tagliato le gambe e la testa alle numerose famiglie di ’ndrangheta operanti sul territorio e nell’hinterland. Come più volte ribadito l’attenzione dello Stato deve essere sempre alta, e affermare che non siano più operanti gruppi criminali con interessi a 360 gradi sarebbe pericoloso e scorretto, a ragione del lavoro e delle numerose indagini fatte negli ultimi tempi. Certo la situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica non è assolutamente confrontabile con il clima che si respirava nel dopo omicidio Aversa, anni che io ho personalmente vissuto in prima linea e su vari fronti; bisogna prendere atto di quanto è stato fatto e monitorare costantemente tutto ciò che si manifesta e che in qualche modo potrebbe essere il segnale che nel c.d. sottobosco qualcosa si muove, segnali che potrebbero essere indicatori di fenomeni mai totalmente annientati e che potrebbero essere indicativi anche di una diversa fenomenologia e strategia criminale».

C’è sempre però l’emergenza rom.

«Il problema della comunità rom esiste dagli anni sessanta e ben sappiamo quanti episodi anche gravissimi hanno visto protagonisti nel tempo soggetti appartenenti a tale comunità, considerato che molti sono gli appartenenti con connotazioni criminali e particolarmente aggressivi. La problematica si sta affrontando dalle istituzioni a 360 gradi con una cabina di regia istituita dalla prefettura di Catanzaro e con la nomina addirittura di un Commissario Straordinario, anche se ad essere come sempre onesto e sincero, non credo si arrivi a delle soluzioni efficaci e durature nel tempo, per diverse ragioni non facilmente esplicitabili».

 Lei ha diretto pure il Commissariato, anche in questo caso i problemi restano sempre quelli atavici, poco personale e dirigenti che cambiano in continuazione, restano poco tempo a Lamezia, il tempo di conoscere territorio e dinamiche e poi vanno via.

«Io ho avuto l’onore e l’onere di far costruire la nuova sede del Commissariato di Polizia e di inaugurarla nel lontano 26 giugno del 1998 alla presenza dell’allora Capo della Polizia Masone, purtroppo non più tra noi da diverso tempo. Ho guidato tale importante e strategico presidio di legalità e sicurezza tra il 1998 e il 2000, con un organico adeguato a quelle che erano le esigenze del tempo, con collaboratori assolutamente validi, onesti intellettualmente e disponibili h 24, e a loro anche se a distanza di tanti anni va il mio sincero ringraziamento».

Ma il problema sono sempre gli organici che sono carenti, tra l’altro in una città tra le più grandi e vaste della Calabria.

«Parlare di organici è sempre difficoltoso e problematico anche se le carenze che si sono manifestate nel tempo oggi permangono con maggior peso e forse comportano minore incisività e presenza sul vasto territorio lametino. Credo tuttavia che ciò non debba assolutamente costituire un problema o essere causa di caduta motivazionale; l’importante è essere sempre pronti alla c.d. mission cui siamo chiamati, con la conoscenza delle dinamiche e delle strategie operative da mettere in atto, con programmazione, studio e tempestività, laddove si manifesti qualsiasi necessità, fornendo alla cittadinanza risposte concrete e soluzioni efficaci. Ovviamente il frequente cambio della dirigenza di un ufficio di polizia così importante potrebbe comportare sia poca motivazione, che poca conoscenza e consapevolezza sull’importanza del territorio su cui si va ad operare. Ma questo avvicendamento avviene con la stessa cadenza anche per le Questure, cosa che potremmo definire fisiologica? Non condivido in maniera assoluta».

Recentemente l’amministrazione comunale ha deliberato l’istituzione delle Guardie Ambientali per contrastare l’abbandono dei rifiuti. Cosa ne pensa? Era necessario?

«Su tale cosiddetta novità voluta dalla nuova amministrazione comunale guidata dal sindaco Murone, non intendo esprimermi sull’opportunità e/o sulla necessità dell’istituzione delle guardie ambientali. Dico soltanto che esistono numerosi strumenti di natura tecnologica cui si poteva ricorrere con l’impegno anche di risorse economiche che non andavano ad incidere sulle casse comunali, strumenti tra l’altro resi operativi, efficaci ed efficienti, da numerosi comuni e da diversi anni! E poi mi viene da chiedere, guardie professionalmente preparate e necessariamente dotate di tutti gli strumenti e poteri indispensabili per operare in sicurezza? Mi auguro di sì».

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