Il piemontese Abderrahmane Amajou presente sulla Flotilla e arrestato sarà portato nel carcere di Ketziot, attende l’espulsione

  • Postato il 3 ottobre 2025
  • Cronaca
  • Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Quando è arrivata la notizia che la Global Sumud Flotilla era stata abbordata dalla marina israeliana nel tentativo di superare il blocco navale sulla striscia di Gaza, è cresciuta l’apprensione per gli italiani presenti.

Sono state 40 le persone di nazionalità italiana arrestate di cui la Farnesina ha fornito in un primo momento solo il numero. Tra questi c’era anche il 39enne Abderrahmane Amajou, che si trovava sulla Paolo1.

In un video su Instagram il consigliere comunale Abdullahi Ahmed, contattato dalla Farnesina, ha annunciato che Abderrahmane Amajou, presidente nazionale di Action aid, sta bene. Amajou è stato portato in un centro di detenzione ad Ashdod e poi insieme a Yassine Lafram, presidente nazionale Ucoii e imam di Bologna, verranno trasferiti nel carcere di Ketziot,  una struttura di detenzione israeliana situata nel deserto del Negev.

Amajou, nato in Marocco, è cresciuto in Piemonte, a Bra dove vive e dove nel 2014 è stato eletto in consiglio comunale con deleghe a politiche giovanili e inclusione. Si è spostato a Torino per studio e lavoro. Non solo è presidente di Action aid Italia, ma anche fondatore e presidente del Coordinamento delle diaspore per la cooperazione internazionale e vicepresidente della Fondazione Ufficio pio della Compagnia di San Paolo.

È laureato in Studi internazionali, facoltà di Scienze politiche. Ha conseguito un master in Management of development presso il campus delle Nazioni Unite, l’Itcilo, International training centre of the International labour organization.

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