Il “paradosso energetico” dell’AI: consumi potenzialmente insostenibili. E la transizione non è più rinviabile
- Postato il 9 maggio 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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L’intelligenza artificiale ormai è ovunque: ci risponde al telefono, ci suggerisce che film guardare, guida (quasi) al posto nostro. Tutto bello, affascinante, persino comodo. Ma c’è un dettaglio che in pochi stanno considerando: l’impatto energetico dell’AI. Senza una transizione energetica rapida e sostenibile, potremmo trovarci presto in un vicolo cieco. È quello che diversi esperti iniziano a chiamare “il paradosso energetico dell’AI”: più cresce, più consuma, mettendo a rischio la sostenibilità della tecnologia stessa. Dietro servizi familiari come ChatGPT o Gemini c’è una sterminata rete di data center che elaborano dati giorno e notte e consumano quantità enormi di energia elettrica.
Secondo le previsioni di IDC, entro il 2027 il consumo energetico di questi centri supererà i 146 terawattora l’anno, con un aumento annuo del 44%. E anche un singolo utilizzo ha un impatto:una richiesta a un chatbot AI può richiedere fino a dieci volte l’energia di una normale ricerca su Google. Una risposta equivale più o meno alla ricarica completa di uno smartphone. Moltiplicata per milioni di utenti, la questione assume proporzioni rilevanti. A ciò si aggiunge l’utilizzo intensivo di acqua per il raffreddamento dei data center, un aspetto fondamentale ma a cui di norma si presta poca attenzione: forse non lo sapete ma occorrono fino a 19 milioni di litri al giorno per raffreddare un singolo data center.
Se oggi le reti elettriche fanno fatica a reggere, domani l’AI potrebbe arrivare a consumare più energia dell’intera Islanda (dato 2021). La sua crescita è inarrestabile, ma la sua sostenibilità rischia di non esserlo altrettanto: dipenderà dalla nostra capacità di trasformare il sistema energetico globale, rendendolo più pulito, flessibile e accessibile.
Le energie rinnovabili rappresentano una delle vie percorribili per supportare lo sviluppo dell’AI riducendo l’impatto ambientale e i costi. Solo così sarà possibile garantire stabilità energetica per i data center, costi sostenibili per aziende e utenti, riduzione della dipendenza dai combustibili fossili, minimizzazione del consumo idrico Ma perché la transizione sia efficace, è necessario anche un cambio strutturale e regolatorio del sistema energetico. In Italia, questo tema è più che mai urgente.
Molti operatori del settore energia si stanno interrogando su quali siano le azioni da portare avanti per poter rendere il mercato energetico italiano più sostenibile, equo e orientato al cittadino. In alcuni casi anche rivolgendo veri e propri appelli alle istituzioni, per far sì che mettano in campo interventi chiari e decisi. Lo ha fatto Octopus Energy, presentando un manifesto per chiedere che possa essere garantito un sistema più competitivo e vantaggioso per i consumatori. Ecco gli obiettivi individuati: stop alle pratiche commerciali scorrette, come le tariffe che aumentano improvvisamente dopo un’offerta, maggiore tutela della privacy, contro l’uso improprio dei dati personali per fini commerciali, eliminazione dei costi nascosti in bolletta, come il canone Rai o le perdite di rete, digitalizzazione gratuita delle procedure, a partire dal cambio intestatario per il gas, superamento del Prezzo Unico Nazionale, per favorire i vantaggi delle energie rinnovabili locali, semplificazione burocratica, con passaggi di fornitore in 24/48 ore, maggiore trasparenza nei siti di comparazione delle offerte energetiche, blocco delle truffe telefoniche, con registrazione obbligatoria delle chiamate commerciali, e, soprattutto, investimenti in flessibilità energetica, come batterie e tecnologie intelligenti e accelerazione della produzione rinnovabile, riducendo gli ostacoli burocratici.
Senza energia pulita, insomma, l’intelligenza artificiale potrebbe diventare insostenibile. E il manifesto si muove in questa direzione: tutela dei consumatori e tecnologia di pari passo con l’ambiente.
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