“Il neurologo, dopo la diagnosi della sclerosi multipla, mi ha detto ‘ma lei dove vuole andare in quello stato?’. La mia malattia e la guerra sono simili”: così Francesca Mannocchi

  • Postato il 18 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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La giornalista e reporter di guerra Francesca Mannocchi con il musicista Rodrigo D’Erasmo gira l’Italia con lo spettacolo “Crescere, la guerra”, basato sull’analisi del dolore di chi ha vissuto i conflitti. La Mannocchi ha scoperto di avere la sclerosi multipla e oggi, 18 novembre, ha raccontato a Il Corriere della Sera quei momenti in cui, in qualche modo, la sua vita è cambiata: “Di quel giorno mi è rimasto soprattutto il colore del linoleum della clinica privata e la glacialità del neurologo, che dopo essersi fatto pagare profumatamente una risonanza magnetica d’urgenza mi freddò senza neanche prepararmi un minimo alla diagnosi”.

“Una mattina mi ero svegliata che non sentivo metà del mio corpo. – ha affermato – Decisi di fare una risonanza d’urgenza perché io e Alessio (il fotoreporter Romenzi, all’epoca suo compagno e padre del figlio Pietro, ndr) saremmo dovuti ripartire per l’Iraq perché seguivamo la guerra a Mosul. A esame fatto, visto che per ritirare i referti ci sarebbe voluta qualche settimana, chiesi al medico com’era la mia situazione, convinta che dietro quella sorta di indolenzimento diffuso non ci fosse niente di grave; e gli domandai se potevo partire tranquilla. Mi gelò con una domanda: Ma lei dove vuole andare nel suo stato?“.

Un cambiamento improvviso: “La mia malattia e la guerra sono simili. Negli ultimi anni, da quando ho fatto pace con la presenza della malattia nella mia vita, questa è diventata un nuovo strumento per guardare e raccontare le cose del mondo con linguaggi diversi: se ieri mi sarebbe bastato il solo reportage televisivo, oggi sento il bisogno per esempio del teatro per arrivare a un pubblico diverso. La condizione di un malato e quella di una persona che vive dentro una guerra amplificano al massimo il bene e il male: quando stai bene, sei felicissimo; quando stai male, tristissimo”.

Il racconto di “Crescere, la guerra”

È uno spettacolo che intreccia voci e testimonianze vere, raccolte da diverse guerre del passato e del presente, per mettere in luce il punto cieco della nostra umanità: l’indifferenza. Un viaggio teatrale, che ci costringe ad ascoltare ciò che spesso scegliamo di non vedere: il dolore degli altri.

Attraverso le parole di chi ha vissuto la guerra, lo spettacolo mostra come i semi dei conflitti futuri si annidino nell’inconsapevolezza del presente, nella distrazione di chi racconta senza cura, nella sordità dichi ascolta senza empatia. Una riflessione profonda sul tempo, la memoria e la responsabilità collettiva.

Perché ogni guerra nasce anche da ciò che non siamo stati capaci di proteggere. E ogni pace si costruisce a partire da ciò che decidiamo di vedere.

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Il Fatto Quotidiano

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