Il Jim di American Pie è diventato regista: risate, sangue e matrimoni in crisi nell’esordio di Jason Biggs

  • Postato il 27 novembre 2025
  • Cinema
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Toc, toc! Jason Biggs è diventato un regista. Balbettante, spaesato, impacciato, il Jim di American Pie in fondo è sempre identico a se stesso anche a 47 anni ovvero a un quarto di secolo da quel malandrino buco al centro di una calda torta di mele. In Untitled home invasion romance, in anteprima europea al Torino Film Festival 2025, Biggs è Kevin, un attorucolo famoso per uno spot per la disfunzione erettile che per una botta di fortuna ha sposato l’altolocata e affascinante Suzie (Meaghan Rath).

Tempo che scorrano i titoli di testa, con foto di nozze, vacanze e momenti ameni passati insieme, e il matrimonio dodici mesi dopo è già in “pausa”. Lei chiaramente ha qualcosa che ribolle nel profondo ma non sa di cosa si tratta. Lui è il prototipo dello sfigato a cui sfugge una casuale conquista e che fa di tutto in maniera goffa per riaverla. Per questo Kevin decide di inscenare una finta irruzione in un cottage isolato su un lago dove ha invitato Suzie per un weekend riparatore. Kevin ha chiesto aiuto a un collega di teatro che non ha proprio le physique du role: cappuccio nero del fratello ladro in testa, Ernie (Arturo Castro) troverà le chiavi pronte in un vaso del giardino e seguendo le battute scritte proprio su un copione di carta dovrà recitare un’aggressione che Kevin prontamente sventerà riconquistando virilmente la fiducia dell’oramai quasi ex moglie.

Chiaramente tutto va storto fin dal primo minuto. Il segnale telefonico in mezzo alla natura va e viene. Ernie la prende fin troppo alla leggera mostrandosi in pubblico vicino al lago con un infuriato Kevin. Addirittura Suzie non vuole stranamente rimanere nel cottage (rivelatasi la casa che i suoi genitori usavano per le vacanze estive) chiedendo di andare a bere in un bar dove incontrerà una carissima amica di infanzia ora capo della polizia locale. Quando scocca l’ora della “invasione” Kevin arriverà stupidamente in ritardo e Suzie darà sfoggio di doti omicide innate e profonde che aveva nel tempo dimenticato. Untitled home invasion romance è una black comedy che strizzerà sì l’occhio alla parte più truculenta di un certo umorismo coeniano, ma è soprattutto un’evoluzione snella, essenziale, travolgente del format commedia con delitto anni novanta.

Tutto quello che accade in termini di lenta detection, basculanti confessioni, inserimento di nuovi insidiosi personaggi, avviene con una sospensione dell’incredulità che rispetta comunque i presupposti realistici generali senza che la trama perda mai una propria coerenza interna. Del resto a circa metà film, l’alone insicuro e pavido di Kevin (un prototipo chiaramente alleniano) viene come messo da parte per far salire in cattedra il personaggio di Suzie, vero cuore pulsante dei continui sanguinolenti equivoci. Una sorta di figura femminile autonoma e indipendente che dirige spavaldamente il gioco bastonando e mettendo in fila gli uomini viepiù violenti e idioti. Insomma, un’apparente sciocca commedia americana racconta molto di più della guerra tra i sessi di qualsiasi accigliato pamphlet sociologico. Rath somiglia in modo sorprendente a Meghan Markle. Biggs sfoggia perfino un’evoluzione contigua di abiti rispetto al Jim di American Pie con inconfondibili camiciole a quadretti. Per chi vorrà vedere Untitled home invasion romance consigliamo di portarsi una tela cerata per coprirsi dai tanti schizzi di sangue che provengono dal cottage sul lago.

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Il Fatto Quotidiano

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