Il gossip è necessario per non cadere nella disperazione: t’amo, o pio Bova!

  • Postato il 18 dicembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Ho sentito dire molte sciocchezze sulla nota vicenda di Raoul Bova, la più grossa è questa: la gente non ha una vita propria e si fa gli affari degli altri, si nutre di gossip. Invece è esattamente il contrario, proprio perché le persone hanno una vita propria fatta di scadenze, di bollette da pagare, di fine del mese thriller, proprio per tutte queste pressioni quotidiane costanti e trituranti, le persone a un certo punto sentono il bisogno umano, troppo umano di rilassarsi con le amenità esistenziali dei cosiddetti vips, è come una pausa di freschezza cerebrale, il gossip è terapeutico, senza il gossip molti finirebbero con la camicia di forza.

Io, per esempio, non ho problemi di arrivare alla fine del mese perché ho una santa mamma che ogni mese mi elargisce un bonifico, il mio tempo libero lo dedico a studiare Truffaut, Steinbeck, Orson Welles, a rileggere Baudelaire fino alla consunzione lirica, ma non si può vivere solo di profondità abissali, si rischia la vertigine cognitiva, il disallineamento neuronale, il vortice psichico, l’annegamento metafisico, e allora anche io mi abbevero alle limpide sorgenti del gossip per riposare dal precipizio spirituale.

Dopo avere ascoltato lo sfogo di Raoul Bova nell’arena meloniana di Atreju (una sorta di Bagaglino politico dove il Niente si confonde col Nulla, lasciando lontano anni luce il regno della Fantasia), sono andato a sentirmi su YouTube l’audio della ormai famosa telefonata dove l’attore, con voce gocciolante di umori romantico-spasmodici, si rivolge a una delle tante modelline che nuotano nell’acquario insulso della vippaggine, manifestando desiderio, impazienza per un altro incontro sotto le coperte o sopra (non ha molta importanza), sdilinquendosi come un qualsiasi adolescente con gli ormoni ancora sfavillanti. Il gossip elevato a manifesto politico della destra, mentre il mondo va in fiamme e carbonizza la speranza di una pace immaginaria.

Prigionieri di un mondo atroce dove sventola sempre il vessillo dell’orrore, come non tuffarsi con avidità disperante nel regno apotropaico del gossip? Fabrizio Corona santo subito! Dacci oggi il nostro pettegolezzo quotidiano. Vogliamo sapere se Belen si è fatta un altro tatuaggio, bramiamo di conoscere chi è il fidanzato di Valeria Marini, vogliamo una mappa dettagliata e accurata di ogni neo di Elisabetta Canalis! Di questo ci nutriamo per non impazzire di dolore, per non cadere nella disperazione più fosca e lacerante.

Devo ammettere che non ho mai visto recitare Raoul Bova, ma la sua telefonata mi è sembrata un capolavoro naturalistico, puro Stanislavskij tinteggiato di rosa! Finalmente è riuscito a recitare, a dare vita alla propria voce, con sfumature suadenti e melliflue. Meriterebbe l’Oscar delle coperte sgualcite, un trionfo di cuscini sprimacciati dopo l’amplesso furtivo. Rendiamo grazie al Gossip, andiamo in pace. T’amo, o pio Bova.

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Il Fatto Quotidiano

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