Il Gezmataz Festival si chiude il 12-13 dicembre col trio Nugara e il collettivo KyoShinDo
- Postato il 8 dicembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Cala il sipario, con gli ultimi due concerti, sulla 22esima edizione del Gezmataz Festival che, anche quest’anno, ha portato a Genova i grandi nomi della musica jazz internazionale e presentato alcuni dei più promettenti talenti di domani.
Il weekend conclusivo della rassegna si apre venerdì 12 dicembre alle 21:30 alla Claque, con l’esibizione live dei Nugara, trio composto da Francesco Negri al pianoforte, Viden Sprassov al contrabbasso e Francesco Parisi alla batteria.
Vincitori delle borse di studio ai seminari di Nuoro Jazz 2021, i Nugara propongono un repertorio di musica originale che unisce l’animo traditional del jazz a sonorità più moderne con influenze che toccano per certi aspetti la musica classica, il rock e la musica popolare caratterizzando un sound di forte impatto sonoro inaspettato ed originale. Il trio ha già raccolto apprezzamenti a Nuoro Jazz, Insulae Lab di Berchidda e nelle tournée in Olanda e Belgio. All’attivo anche un album di composizioni originali dal titolo Point of Convergency (2023), che vede la partecipazione della violinista jazz Anais Drago, a sua volta già protagonista in passato a Gezmataz con un evocativo concerto nella chiesa dei santi Cosma e Damiano.
Ultimissimo appuntamento l’indomani, sabato 13 dicembre sempre alle 21:30 ma alla Sala Trionfo del Teatro della Tosse, con il KyoShinDo, collettivo di musicisti che da oltre vent’anni pratica l’arte delle percussioni giapponesi Taiko. Composto da Stefano Parisi, Chiara Parisi, Silvia Cartechini, Mirco Taddei, Giustino Caiazzo, Chiara Berattino, Laura Bertolino e Ryo Oi, il gruppo si è formato artisticamente sotto la guida di diversi maestri, in particolare dei giapponesi Kurumaya Masaaki, rappresentante dello stile tradizionale Mitsuuchi della regione Hokuriku, e Joji Hirota, compositore e percussionista eclettico. Lo studio del Taiko per il KyoShinDo è, allo stesso tempo, adesione alla tradizione e slancio verso l’innovazione. Incorporando un percorso di studio del movimento in questa già spettacolare arte performativa, il KyoShinDo rielabora lo stile tradizionale in una forma originale, spingendo i limiti dei taiko in un contesto nuovo e contemporaneo. Gli stessi tamburi sono interamente realizzati a mano sulla base di metodi tradizionali trasmessi dal maestro Hatamoto Tooru di Tokyo, poi arricchiti dall’invenzione di alcune tecniche originali.