Il genio del giorno, il mago che si è fatto impiantare un chip nella mano per i suoi spettacoli ma si è dimenticato la password
- Postato il 4 dicembre 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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La storia di Zi Teng Wang, mago e biologo molecolare del Missouri, ha davvero dell’incredibile, tanto assurda da sembrare uscita proprio da uno dei suoi trucchi di magia, o da un banalissimo film di fantascienza. Anni fa, Wang ha avuto la “brillante” idea di farsi impiantare un chip RFID nel palmo della mano. Lo ha fatto al solo scopo di rendere i propri numeri più emozionanti. Tramite quel chip, infatti, durante il suo show uno spettatore avrebbe potuto avvicinare lo smartphone al palmo del mago per attivare una sorta di effetto speciale. Queste erano le sue intenzioni, che alla stato pratico, però, si sono rivelate totalmente fallimentari, tanto che Wang ha deciso di rinunciarci.
Password dimenticata
“A quanto pare, toccare ripetutamente il telefono di qualcun altro con la mia mano, cercando di capire dove si trova il lettore RFID del dispositivo, non sembra poi così misterioso, magico o sorprendente”, ha rivelato Wang su Facebook. Fallito il trucco di magia, Wang ha deciso di sfruttare il chip in ben altro modo, associandolo a un indirizzo Bitcoin e a un meme sul sito di archiviazione immagini Imgur. Dunque, è passato rapidamente dalla magia al puro e semplice passatempo, dimenticandosene poco dopo. Il link a Imgur, però, è tornato di recente attivo e così Wang ha dovuto riprogrammare il proprio chip. Nulla di più facile, se non fosse che il mago, nel frattempo, si era dimenticato la password.

In questo scenario grottesco e paradossale, Wang si è ritrovato con una tecnologia che non poteva controllare, pur restando impiantata nel proprio corpo. Un soggetto cinematografico da leccarsi i baffi, almeno per registi del calibro di Uwe Boll. “Almeno il collegamento a Imgur funziona di nuovo”, ha scherzato Wang, che poi ha dichiarato: “Sono ancora escluso dalla tecnologia impiantata nel mio corpo, il che è scomodo ma anche esilarante”. A quel punto, Wang ha deciso di rivolgersi ad alcuni amici più esperti, i quali lo hanno informato che l’unica soluzione per recuperare l’accesso era quella di collegare un lettore RFID al palmo della mano per giorni o settimane, e provare ogni combinazione possibile.
La sua storia, com’è facile immaginare, ha acceso il dibattito online riguardo il biohacking e il futuro dei dispositivi impiantati nel corpo umano, in un periodo storico in cui aziende come Neuralink sono sempre più vicine alla distribuzione di chip cerebrali. In molti, infatti, si sono chiesti: “E se un’azienda chiude improvvisamente? Se non c’è più alcun aggiornamento del dispositivo? Se ci si dimentica la password?”. Il caso di Wang fa riflettere, certo, ma allo stesso tempo, un po’ perché ai confini del tragicomico, rivela anche una certa ironia di fondo: “Quante saranno le password che saremo costretti a ricordarci in futuro non troppo lontano?”.
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