Il Finocchio Marino: un segreto dei Lupi di Mare Liguri citato anche da Plinio e Shakespeare

  • Postato il 19 gennaio 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Generico gennaio 2025

Il finocchio marino, noto anche come “erba di San Pietro”, è una pianta costiera legata da secoli alla tradizione e alla sopravvivenza dei marinai. Il suo legame con il santo protettore dei marinai suggerisce quanto questa pianta fosse considerata sacra e fondamentale per la vita in mare. Già nel mondo antico, autori come Dioscoride e Plinio il Vecchio ne lodavano le proprietà curative, riconoscendo in essa un rimedio prezioso contro numerosi disturbi. La sua denominazione scientifica, Crithmum maritimum, trae origine dal greco “krítamo”, un chiaro riferimento alla somiglianza dei suoi frutti con i chicchi d’orzo.

La storia di questa pianta affonda le radici nelle tradizioni dei marinai liguri, che la utilizzavano per combattere lo scorbuto, una malattia legata alla carenza di vitamina C. Durante le lunghe traversate in mare, il finocchio marino, per le sue caratteristiche facile da conservare, diveniva un vero e proprio salvavita. Le sue foglie, ricche di vitamina C, offrivano ai naviganti un’ancora di salvezza in un periodo in cui il consumo di frutta e verdura fresca era limitato.

Recentemente, durante una conversazione con Laura Brattel, una profonda conoscitrice delle erbe e delle tradizioni botaniche liguri, ho avuto l’opportunità di scoprire ancora più a fondo il valore di questa pianta. Laura, che ama definirsi “Herbaria” e appartiene a una famiglia che da generazioni conserva il sapere sulle piante e le loro proprietà, mi ha raccontato con passione come il finocchio marino cresca soprattutto nelle zone costiere più tranquille, lontano dal turismo, ma un tempo abbondava lungo le spiagge della Liguria.

La pianta, un’alofita capace di prosperare su terreni salini o in acque salmastre, non è solo un rimedio naturale, ma anche un ingrediente versatile in cucina. In Liguria, viene cucinata in molti modi: lessata e condita con olio e aglio, diventa un perfetto accompagnamento per il pesce, ma anche un gustoso condimento per la pasta. Le sue foglie, scottate e conservate sott’olio, trasformano la pianta in una prelibatezza gastronomica che unisce sapori semplici e tradizioni locali.

Il finocchio marino ha guadagnato anche un posto di rilievo nella letteratura. In Re Lear, William Shakespeare menziona il finocchio marino, facendo riferimento ai coraggiosi raccoglitori che, sfidando le pericolose scogliere britanniche, rischiavano la vita per fare scorte di questa pianta preziosa. Un riconoscimento che aggiunge ulteriore fascino a una pianta già leggendaria.

Oggi, la riscoperta di piante come il finocchio marino ci invita a riflettere sull’importanza di preservare la nostra connessione con la natura. Le tradizioni di raccolta delle erbe, tramandate nei secoli, rappresentano un patrimonio culturale che possiamo ancora oggi riscoprire e valorizzare. Le figure dei “foragers”, uomini e donne che continuano a raccogliere piante selvatiche, sono custodi di una saggezza che ci può guidare verso una vita più sana e più vicina alla natura.

Il finocchio marino, quindi, non è solo un simbolo della forza dei marinai liguri, ma anche un invito a tornare alle radici di una conoscenza millenaria, capace di unire medicina, cucina e sostenibilità. La pianta, che per secoli ha nutrito e curato chi solcava il mare, oggi ci offre una lezione di resilienza e di armonia con l’ambiente. Un tesoro che ci invita a preservare, tanto nelle nostre cucine quanto nella nostra vita quotidiana.

“Liguria Legends” è la rubrica di IVG e Genova24 a cura di Guido Pizzorno: un viaggio attraverso le leggende e la storia della Liguria, alla scoperta dei segreti nascosti e le curiosità della splendida Riviera. Clicca qui per leggere tutti gli articoli

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