Il dialogo di Valditara sulle nuove Indicazioni nazionali è stato ristretto: va ampliato e approfondito
- Postato il 18 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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di Francesca Carone
L’istruzione e la scuola sono le “variabili” che rispecchiano la dimensione ideologica di un preciso momento storico. La scuola in particolare rappresenta il “sentiment” della classe politica di un Paese. Il “satellite” che ruota intorno alla cultura di una classe politica governativa, costretto ad indossare ogni volta un “abito” nuovo.
Gli assetti mutevoli dell’Istruzione determinano col tempo una disgregazione dei valori fondanti di un Paese e del suo retaggio storico, scivolando nella palude dell’omologazione culturale e politica di una determinata classe governativa.
Istruzione e cultura subiscono una sorta di trasformismo che annebbia i valori, la storia e le conquiste sociali di un Paese. Tutto scorre, come il famoso panta rei di Eraclito; i valori, la cultura, l’istruzione si muovono e assumono volti nuovi in base alle esigenze della politica.
Il decadentismo sociale e culturale di questo momento storico è determinato dalla spersonalizzazione di valori come la democrazia, la partecipazione e la libertà. Tutto si mescola, tutto scorre, tutto cambia in una narrazione paludosa e ridondante. La democrazia è sempre più svuotata del suo vero significato, subendo anche derive linguistico-lessicali riconducibili a termini come sovranismo, nazionalismo, conservatorismo, mentre nella narrazione corrente giornalistica si fa anche riferimento a capocrazia, per addolcire la pillola della ”autocrazia elettiva”.
Il connubio scuola-istruzione dovrebbe procedere in autonomia, seguendo un processo dialettico che si allarghi in una dimensione democratica, partecipativa, inclusiva, moderna e fruibile, innescando percorsi aperti all’interno di organismi sociali e culturali, dialogando, semplificando, narrando i valori e la storia di un Paese, faro di cultura e democrazia.
Sburocratizzare la scuola e l’istruzione, snellire e semplificare procedimenti e percorsi per rendere accessibile la Scuola e avvicinarsi all’Istruzione piantando i semi del sapere e della cultura: è questo l’approccio giusto per consacrare l’istruzione (come pietra miliare) all’interno di un Paese libero e moderno.
Il bisogno atavico della scuola di esprimersi e dialogare in una forma autonoma, inclusiva e al passo con i tempi è un bisogno che deve essere accolto e decontestualizzato dal colore politico. Perché la scuola e l’istruzione sono i maestri della futura classe politica. E non il contrario.
E’ di questi giorni un certo malcontento espresso dalle istituzioni scolastiche in merito alla decisione del ministro Valditara di aver aperto un “dialogo” (abbastanza simbolico) con la scuola rispetto alle Nuove Indicazioni Nazionali. Un dialogo ristretto sia nel metodo sia nella tempistica. A confermarlo sono stati gli attori della scuola e alcuni periodici, secondo i quali è necessario istruire un dialogo più ampio e accurato, più autonomo e strutturato, attraverso un confronto approfondito e con tempi più diluiti. Questo per consentire alla scuola di esprimersi, documentando opinioni e osservazioni in linea con le necessità e i bisogni di una scuola moderna e multietnica.
Per dare un segnale concreto di vicinanza alla scuola, sarebbe auspicabile che il ministro Valditara e i suoi collaboratori concedessero alle istituzioni scolastiche la possibilità di un’ulteriore “finestra” temporale più ampia per la consultazione del testo, con meno vincoli, per produrre un confronto più ricco ed eterogeneo, valutando punti di forza e criticità. Sarebbe un passo in avanti per il futuro di una scuola moderna e autonoma.
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