Il déjà vu di Thuram, Inzaghi alla Spike Lee, le 110 vittorie: l’Inter gestisce e archivia il Feyenoord, così arriva ai quarti di Champions
- Postato il 12 marzo 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Thuram l’attore protagonista in campo. Inzaghi in panchina dirige la sua 200esima panchina con l’Inter. C’è anche Spike Lee sugli spalti, per godersi un film – non suo – da 90’ a senso che consente ai neroazzurri di archiviare la qualificazione ai quarti di finale di Champions League contro un coraggioso (ma mai veramente pericoloso) Feyenoord. Termina 2-1. Una partita, o meglio una doppia sfida, che non è mai stata in discussione. Se in Olanda l’Inter aveva dovuto necessariamente vincere la gara per scoprire le carte in tavola, a San Siro Calhanoglu (autore del secondo rigore della serata dopo quello calciato dal Feyenoord) e compagni hanno semplicemente gestito e amministrato da grande squadra. Senza mai dare l’impressione di rischiare qualcosa. Dominando e difendendo con ordine, controllando il ritmo e non perdendo mai la lucidità. E non era scontato dopo le ultime prestazioni (seppur vittoriose) non particolarmente brillanti. Un atteggiamento e un approccio alla gara che ha accontentato anche i giovani Berenbruch e Cocchi (entrambi all’esordio assoluto). Ora serve dare continuità.
Il déjà vu di Thuram: ecco cos’ha ricordato
Stessa porta, stesso angolo, doppio passo e stesso movimento a rientrare. Interno collo a girare e pallone all’incrocio: il gol di Thuram che ha aperto la sfida ha ricordato molto quello segnato proprio dal francese nella scorsa stagione, durante il suo primo derby italiano contro il Milan. E la domanda viene naturale, ma quanto è migliorato da quella partita? Esplosivo, forte e sempre più completo. Nel tandem d’attacco Tu-Ta con Taremi (che ha propiziato l’azione che ha portato al vantaggio), Marcus è il trascinatore e il finalizzatore per eccellenza di questa Inter 2.0: sono 16, fin qui, i gol tra Serie A e Champions League. Lo scorso anno si era fermato a 15. E i complimenti di Spike Lee alla fine della gara – con foto compresa – si trasformano in una formalità. Gli stessi che Inzaghi ha poi definito: “Pochi, soprattutto per ciò che stiamo facendo. Quindi glieli faccio io”.
110 (e lode) per l’Inter in Champions League
Nel percorso verso la finale di Monaco, l’Inter ha tagliato il traguardo delle 110 vittorie in Champions League. E non poteva che farlo con una prova e una versione matura, da squadra che sa quando attaccare e quando invece fare uno sforzo ulteriore per rimanere concentrati in difesa (aspetto che inizio anno aveva condizionato alcuni risultati). Questioni di equilibri e necessità.
L’ottima gestione ha consentito ai neroazzurri di rendere scontato un passaggio del turno che non può mai essere considerato tale in Europa. Semplificare e rendere tutto più semplice, annullando l’avversario: segnali rassicuranti di una squadra che sta diventando sempre più conscia della propria forza, al netto degli infortuni e di scelte forzate anche impopolari. Primo posto in campionato, semifinale di Coppa Italia e ora i quarti di finale contro il Bayern Monaco: ancora in corsa per tutto, ispirandosi all’esplicito “treble” (“triplete”) invocato da Inzaghi in conferenza stampa. Finirà con un lieto fine da “ingiocabile” il film della stagione dell’Inter?
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