Il cda di Mediobanca rinvia l’assemblea sull’offerta per Banca Generali: slitta dal 16 giugno al 25 settembre
- Postato il 15 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Il consiglio di amministrazione di Mediobanca ha deciso di rinviare al 25 settembre la data dell’assemblea ordinaria, che era convocata per lunedì 16 giugno, per l’approvazione dell’offerta pubblica volontaria di scambio su Banca Generali lanciata a fine aprile in risposta al tentativo di scalata lanciato dal Monte dei Paschi di Siena. La riunione del cda è stata convocata, come anticipato da Repubblica, su impulso del socio Francesco Gaetano Caltagirone. Il 4 giugno scorso la sua VM 2006 aveva chiesto il rinvio e anticipato che si sarebbe rivolta alla Consob lamentando la “incompletezza e indeterminatezza dell’offerta su Banca Generali” e la mancanza di informazioni riguardo “il contratto tra Mediobanca, Banca Generali e Generali, indispensabile per la fattibilità dell’operazione”. Caltagirone punta da anni, insieme alla Delfin degli eredi Del Vecchio, alla conquista delle Assicurazioni Generali. Da cui Mediobanca, che ne è il primo azionista, puntava ora a uscire offrendo la propria partecipazione in cambio della controllata Banca Generali: l’operazione voluta dall’ad Alberto Nagel su cui lunedì avrebbero dovuto pronunciarsi i soci.
Dietro la scelta di convocare in extremis il cda ci sarebbe stata, secondo ambienti finanziari, anche una prima conta dei voti che vedeva in vantaggio il fronte del no. Capeggiato da Caltagirone con il 10% e probabilmente Delfin (19,8%), oltre alle casse di previdenza Enpam, Enasarco e Inarcassa con circa il 5,5%. Mentre solo lunedì si sarebbe scoperto il posizionamento dei Benetton con il loro 2,2 per cento e Unicredit che ha in portafoglio una quota dell’1,9% per conto dei clienti, oltre che di Amundi (gruppo Crédit Agricole) che secondo indiscrezioni di stampa avrebbe lo 0,82%. Una prima valutazione della richiesta di posticipare l’assemblea era stata commentata negativamente da fonti di Mediobanca che avevano invocato la necessità di “trasparenza” verso il mercato, le authority e Generali visto il Leone avrebbe dovuto sedersi al tavolo “senza alcuna certezza” sul sostegno dei soci di Mediobanca all’ops e si sarebbe dovuto lasciare il mercato “in sospeso per mesi” circa il suo “effettivo concretizzarsi”. E avevano sottolineato l'”evidente conflitto di interessi” di Caltagirone, presente con quote azionarie anche in Mps e Generali.
La nota diffusa dopo la riunione di domenica spiega che “l’attività di engagement pre-assembleare ha confermato l’esistenza di un largo supporto del mercato all’offerta (su Banca Generali, ndr), testimoniato anche dai pareri favorevoli unanimi dei proxy advisors”. Tuttavia “solo lo scorso giovedì 12 giugno, a ridosso della riunione assembleare del 16 giugno, Generali ha divulgato un comunicato stampa segnalando, per la prima volta, di aver avviato un processo di analisi della proposta avanzata da Mediobanca e delle sue implicazioni commerciali, economiche e di valore. Tale elemento di novità richiede di tener conto delle disponibilità e delle tempistiche di Generali, alla luce dell’auspicio espresso da una parte della compagine sociale, di conoscere la posizione della compagnia sull’offerta”, considerando che l’adesione del Leone è essenziale per il perfezionamento dell’operazione.
Intanto a Milano è in corso un’indagine che punta a far luce sull’acquisizione del 15% di azioni Mps – tramite Banca Akros – da parte di Delfin, Caltagirone, Banco Bpm e Anima. Al centro degli accertamenti la procedura di collocamento accelerata gestita da Akros per conto del Mef il 13 novembre 2024.
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